| Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Dimensione Avventura
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Titolo: 03 - I Viaggiatori dello Spazio | Valutazione: 7.00 Letture:4749 | Steve Jackson | Sei al comando di una nave spaziale, che durante una missione è stata risucchiata in un buco nero ed è finita in un universo parallelo. Riuscirai a tornare indietro? Con l’aiuto del medico di bordo, dello scienziato, dell’ingegnere, degli addetti alla sicurezza, devi trovare le coordinate per far ritorno nel sistema solare... |
Valutazione media:
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(1)
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Data pubblicazione 26/2/2007
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Inviata da: Gurgaz il 6/4/2007 |
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Valutazione generale:
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8
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Titolo originale: Starship Traveller Autore: Steve Jackson Anno: 1983 Illustrazioni: Peter Andrew Jones Copertina: Peter Andrew Jones Traduzione italiana: Angela Izzo (1989)
Dal terzo volume Dimensione Avventura inizia a configurarsi come serie eclettica e difficile da inscatolare nella denominazione inglese (Fighting Fantasy), perché di punto in bianco il lettore è catapultato dal fantasy alla fantascienza. All’epoca questa cesura mi dispiacque moltissimo, mentre oggi sono in grado di apprezzare le variazioni sul tema, specie se si distinguono per un’impostazione originalissima come I Viaggiatori dello Spazio.
Stavolta si impersona il capitano di un’astronave che si è persa in una dimensione parallela e sconosciuta. Per trovare la strada di casa sono indispensabili le coordinate spaziali e temporali di un buco nero, nonché la velocità con cui avvicinarsi (anche se questo dato pare ininfluente). L’unico modo per ottenere queste informazioni è esplorare minuziosamente i vari sistemi, stando attenti a non cadere nei tranelli di qualche infido alieno ed evitando i luoghi inospitali. Al nostro fianco c’è un intero equipaggio, formato da ufficiali specializzati (scienziato, medico, ingegnere, addetto alla sicurezza) e da 2 guardie. Tutti questi personaggi hanno un punteggio di Abilità e Resistenza, proprio come il protagonista; da bravo capitano, il giocatore dovrà badare non solo alla propria salute, ma anche preservare quella dei compagni e sfruttare le loro capacità a tempo debito.
L’autore Steve Jackson è famigerato per la difficoltà dei suoi librogame e I Viaggiatori dello Spazio non fa eccezione. Anzi, in quest’occasione è particolarmente crudele, perché inserisce in vari punti indizi falsi, così il giocatore si mette il cuore in pace per poi beccarsi la mazzata alla fine. I codici esatti per ritornare nel Sistema Solare sono talmente ben nascosti che ho dovuto mappare il librogame per venirne a capo.
Per quanto riguarda il regolamento ed il suo utilizzo, I Viaggiatori dello Spazio è fenomenale: i combattimenti si svolgono in ben tre modalità (corpo a corpo, a distanza con pistole laser e tra astronavi) e l’amministrazione dell’equipaggio è una responsabilità costante che arricchisce il gioco. A dire il vero, il true path permette di evitare tutti i combattimenti e di escludere quasi completamente i lanci di dado. Questo prova che il librogame è bilanciato alla perfezione e che nulla è lasciato al caso.
L’ambientazione è curata e mai banale, tuttavia non incontra il mio gusto personale, forse perché troppo rigida nel suddividere i vari pianeti in luoghi pericolosi, luoghi inutili (o meglio, depistaggi) e luoghi importanti per la soluzione. Avrei preferito che certi eventi avessero un significato nella ricerca, ad esempio il combattimento contro il Robot Assassino nell’arena di Malini (vedi copertina) o la visita presso il Signore della Pioggia. Le illustrazioni interne, opera di Peter Andrew Jones, non mi piacciono affatto e non destano grosse emozioni.
Si tratta comunque di un eccellente librogame, ideato da un vero maestro del genere che sa sempre inventare qualcosa di nuovo ed entusiasmante. Un altro intrico di paragrafi da districare, per la gioia di chi predilige l’aspetto ludico rispetto a quello narrativo, e una valida alternativa alle fin troppo inflazionate ambientazioni fantasy.
Ambientazione: 7 Stile di scrittura: 8 Bilanciamento: 10 Interattività: 10 Aspetto grafico: 6
Voto complessivo: 8 Difficoltà: alta
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Inviata da: EGO il 20/10/2007 |
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Valutazione generale:
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6
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Eccoci al primo libro di Dimensione Avventura che si svincola dai canoni del fantasy alla D&D per portare il lettore negli infiniti spazi della fantascienza. Come si conviene ad un libro che rompe gli schemi, anche I viaggiatori dello spazio è di Steve Jackson, e di novità ne contiene davvero parecchie. Nel corso del gioco ci ritroveremo, per esempio, a guidare non solo il nostro personaggio (il capitano della nave spaziale Viaggiatore), ma anche i membri della sua ciurma, ognuno dei quali possiede un suo punteggio di Abilità e Resistenza. La vicenda prevede di visitare svariati pianeti, e su ognuno di essi potremo portare con noi un certo numero di componenti dell’equipaggio, ciascuno esperto in determinate mansioni: ci sono l’ufficiale medico, lo scienziato, l’ingegnere, l’ufficiale della sicurezza e due guardie. In tutto sette personaggi, e per fortuna i combattimenti sono pochi e per lo più evitabili, altrimenti il gioco si ridurrebbe ad un lancio di dadi infinito. Per evitare che dei punteggi molto alti di Abilità annullassero la sfida, Jackson ha ben pensato di inserire alcune prove di Abilità in cui il risultato positivo si ottiene con un punteggio uguale o superiore a quello iniziale, il che significa che non si può mai essere sicuri di farcela ogni volta! E’ una buona idea, anche se un po’ fastidiosa in certe occasioni. Oltre ai personaggi, anche la nave possiede dei suoi punteggi. In effetti, il libro prevede ben tre differenti tipi di combattimento: corpo a corpo, con armi da fuoco (con la possibilità di settare le armi su “uccidere” o “stordire”) e tra astronavi. Visto che il regolamento per ciascun tipo di battaglia è piuttosto prolisso, Jackson ha avuto l’idea di non inserirlo nelle regole generali del libro, ma di dedicare alla cosa tre paragrafi separati in fondo al volume, snellendo ulteriormente le già semplici regole necessarie a giocare.
Che cosa succede, dunque, in I viaggiatori dello spazio? Un malfunzionamento nelle apparecchiature del Viaggiatore provoca la caduta della nave e del suo equipaggio dentro un buco nero che li trasporta in un altro universo! Qui sarà necessario andare alla ricerca delle coordinate di un altro buco nero che possa riportare la ciurma nello spazio terrestre. Ha così inizio un’odissea tra pianeti, pianetini e asteroidi, che si snoda lungo un sentiero per nulla lineare, molto complesso e ingannevole, che nasconde molto bene i due luoghi dove trovare le coordinate corrette. Per fortuna, se si trova la prima delle due si è già sulla rotta per arrivare ad individuare la seconda, anche se non è detto che riusciremo nell’intento. Per sfortuna, nel resto del libro sono sparse altre coordinate, che però sono false e ci condurranno alla morte nel buco nero sbagliato. Esistono ben otto combinazioni diverse tra tutti i dati ottenibili, e soltanto una è quella giusta; facilissimo, quindi, rimanere fregati all’ultimo paragrafo, e dopo le prime due o tre volte che succede la voglia di ritentare, anche se il libro è molto breve (340 paragrafi), non è molta. A seconda della primissima scelta compiuta, il tragitto che percorreremo sarà diverso nonostante ci si ritrovi comunque a incrociare la maggior parte dei pianeti; dunque è facilissimo perdere la bussola e farsi sfuggire quel pianetino fatale che ci mette sulla strada giusta.
Un altro elemento che non invoglia molto alla rilettura è lo stile esageratamente asciutto e distaccato del testo, totalmente descrittivo e molto essenziale, senza un briciolo di atmosfera. E pensare che di buone idee ce ne sono: c’è un pianeta pervaso da un gas che fa vedere nemici armati da ogni parte, un altro dove nessuno possiede autorità e quindi ognuno può fare quello che vuole senza essere punito; un altro ancora dove nessuno muore ma, per evitare la sovrappopolazione, un gruppo di guardie robotiche disintegra periodicamente le persone in eccesso… è una bella collezione di mondi tutti diversi, con qualche accenno di diatriba politica, ma sempre velata e comunque trattata con ironia. Peccato che sia così poco entusiasmante, peccato che manchi un filo conduttore, e peccato soprattutto che si tratti per lo più di riempitivi. E poi ci sono i disegni. Buon Dio, cos’è ‘sto schifo? Qui c’è scritto Peter Andrew Jones, quello che ha realizzato così tante grandiose illustrazioni da essere il principale copertinista dei librogame E.Elle. Come può avere disegnato questa roba? Mamma mia.
Non è facile valutare I viaggiatori dello spazio. Non è certamente brutto, ma sembra un esperimento concluso prematuramente per mancanza di interesse da parte dello stesso autore, e questo si riflette nell’interesse provato dal lettore, il quale accetta ben volentieri la prima partita, comincia a infastidirsi dopo un paio di fallimenti sulla linea del traguardo, e poi si ritrova semplicemente più a sfogliare le pagine nel tentativo di individuare quel bivio maledetto dove magari era passato la prima volta, ma aveva scelto la diramazione sbagliata. Sicuramente Jackson avrebbe potuto impegnarsi un po’ di più per elevare il tono dell’avventura, che contiene in ogni caso degli elementi interessanti. Ciò che rende I viaggiatori dello spazio più rigiocabile della Foresta Maledetta è la maggior brevità e un bilanciamento migliore, anche se il fatto che il percorso giusto sia completamente scevro da combattimenti è indice che lo stesso Jackson si era accorto che l’impostazione di base del libro non portava molto lontano. E’ uno di quei libri che otto lettori odieranno e due potranno apprezzare, ma che nessuno può adorare.
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Inviata da: Stormur il 18/12/2015 |
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Valutazione generale:
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7
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I Viaggiatori dello Spazio è un libro che può piacere molto all'inizio e le prime volte che lo si gioca, ma che poi lascia delusi se non addirittura un po' sconcertati alla fine e nei successivi tentativi di portarlo a termine con successo. Dopo la quinta volta che finivo nel buco nero sbagliato, disperavo davvero che anche solo ci fosse una soluzione, che ho trovato solamente grazie a un suggerimento. E il modo in cui si deve giungere all'elemento decisivo è realmente degno di un genio del male dei librogame qual è Steve Jackson! Ciò che però mi ha lasciato un po' sconcertato non è tanto la difficoltà della soluzione (anzi, come livello generale il libro mi è apparso abbastanza facile), quanto la sua gratuità, nel bene e nel male, che è una costante dell'intero libro.
Partiamo dalle premesse: impersoniamo il capitano di una nave stellare, il Viaggiatore, che per un incidente si ritrova catapultata attraverso un buco nero in una dimensione parallela, a vagare in un cosmo ignoto. Da qui inizia il nostro peregrinaggio fra pianeti e pianetini alla ricerca di quegli indizi che (si spera) ci permetteranno di compiere il percorso inverso e tornare a casa. L'impostazione e l'ispirazione provengono chiaramente (almeno in parte) da Star Trek. Non saremo solo noi a sfidare i pericoli dell'universo, ma saremo accompagnati da altri sei membri principali dell'equipaggio: un ingegnere, uno scienziato, un medico, un capo della sicurezza e due guardie. Di ciascuno dovremo determinare le statistiche al solito modo di Dimensione avventura: 1d6+6 per l'abilità e 2d6+12 per la resistenza. Di queste ci serviremo quando decideremo chi ci accompagnerà nelle continue materializzazioni e smaterializzazioni su pianeti alieni: rischieremo di portarci dietro lo scienziato, che non è un bravo combattente ma potrà risolvere situazioni spinose, o preferiremo affidarci alle guardie? Ma anche a bordo della nave ci saranno situazioni delicate da sbrogliare! Nel corso dell'avventura potrà capitarci di usare ben tre sistemi di combattimento: il corpo a corpo (classico), il combattimento fra navi (che tende a degenerare in breve tempo) e quello con pistole laser (solitamente breve e letale).
Detto questo, è divertente vagare da un lato all'altro della galassia e oltre, decidendo ogni volta se azzardare un'esplorazione o fidarsi dell'alieno di turno, e quando capita di riuscire a ottenere un'informazione preziosa su questi misteriosi buchi neri vaganti verso cui vorremmo lanciarci è sempre fonte di soddisfazione... per poi giungere, con chi è rimasto dell'equipaggio, a un bruschissimo risveglio al momento di tirare le somme. Dove dobbiamo puntare? In che data stellare? Se abbiamo qualche indizio, probabilmente lo useremo convinti, e... SKIANT! Scompariremo nel nulla. E questo probabilmente per molte volte prima di capire che neanche gli alieni hanno le idee molto chiare (anzi, a dirla tutta sono degli incompetenti) e di imbroccare quello giusto, se saremo abbastanza tenaci da ripetere quest'odissea talmente tante volte da imparare tutti gli asteroidi a memoria. E così (quasi) tutte le situazioni surreali, tese o bizzarre che incontriamo sui vari pianeti si riveleranno fini a sé stesse e inconcludenti, e in realtà anche poco sviluppate, come se non ci fosse stato lo spazio o la voglia di espanderle (il libro ha solo 340 paragrafi). È vero che la storia si presta bene a questa struttura "a episodi", però l'impressione che alla lunga se ne ricava è quella di vagare senza poter davvero decidere del proprio destino, con la sensazione che tanto non fa nessuna differenza prendere una decisione o l'altra; e questo a maggior ragione, visto che non c'è mai davvero un qualche anche minimo indizio che ci permetta di capire con cognizione di causa a cosa potremo andare incontro, oltre alle piste false. In particolare, per arrivare al famigerato dato decisivo avremo un 50% di probabilità di morire o riuscire, senza poter sospettare nulla. In generale, però, è sempre meglio essere prudentemente curiosi.
Anche altre cose lasciano un po' di amaro in bocca: la gestione dell'equipaggio è insipida. Ben presto appare irrilevante la scelta di chi portarci dietro, e comunque lo scienziato è troppo decisivo per ignorarlo, mentre l'ingegnere è inutile. E poi i combattimenti: le opportunità di usare i laser o la nave sono rarissime e marginali. Tutto ciò dà l'impressione di un sistema con ottime idee sfruttato poco e male.
Cosa salvare, allora? Be', ispirandomi al titolo, direi che il divertimento sta nel viaggio e non nella meta. Finché non subentra la frustrazione, giostrarsi fra pianeti ostili, gestire l'equipaggio, il senso di scoperta rendono molto godibile la lettura. Lo stile è asciutto, i paragrafi si concatenano bene, l'azione scorre, le trovate dell'autore sono interessanti, la difficoltà è giusta (tralasciando la soluzione finale), lo stile fatascientifico è una ventata di freschezza in mezzo a tutto il convenzionale fantasy, le illustrazioni sono astratte e particolari (anche se non molti le apprezzano), e contribuiscono a un'esperienza d'insieme vagamente psichedelica. Per questo il voto è sopra la sufficienza, e consiglio se non altro di provare Viaggiatori nello Spazio gustandosi il mezzo e sorvolando sul finale. Anche se svaniremo nel buco nero sbagliato, potremo dire di esserci divertiti a girovagare in uno strano universo!
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