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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Skyfall : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Skyfall
Titolo: 02 - La Piramide Nera  Piu' letteValutazione: 6.67  Letture:1900
Descrizione   David Tant
Descrizione   Nel Deserto delle Sabbie Ululanti, da dove nessuno e' mai tornato vivo, si dice che vivano ancora delle misteriose tribu', dotate di straordinari poteri magici. Finche' un giorno, all'insediamento di Sette Sorgenti, arriva un uomo: ha attraversato le sabbie roventi ed e' in fin di vita, ma riesci a cogliere tra i suoi ultimi respiri qualcosa che si riferisce ad una piramide nera...ad un mucchietto di pietre preziose...Ecco l'inizio di una nuova emozionante avventura!
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 21/4/2007
Inviata da: EGO il 28/4/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 9 9
Descrizione
     Per il secondo volume delle sue Leggende di Skyfall, David Tant cambia completamente ambientazione. Un uomo in fin di vita giunge a Sette Sorgenti dopo aver viaggiato per tre giorni e tre notti nel Deserto delle Sabbie Ululanti; nella sua ultima ora di lucidità racconta di essere l’unico sopravvissuto all’attacco magico di misteriosi individui, che l’hanno sorpreso assieme ai suoi compagni nei pressi di una misteriosa piramide nera... Al verde e annoiato, il nostro eroe decide di partire per investigare questa enigmatica costruzione, e noi con lui.

Questo prologo allettante è in grado di suscitare nel lettore un entusiasmo che il resto del libro metterà a durissima prova. La Piramide Nera è uno dei dungeon più infernali mai creati per un librogame: una volta avutovi accesso, la Piramide diventa infatti il principale avversario del giocatore, un labirinto di cunicoli di fronte al quale bisogna assolutamente accettare i limiti della propria mente. A meno che non si possieda una straordinaria capacità di visualizzazione, unita ad un’eccellente memoria e ad un senso dell’orientamento da piccione viaggiatore, trovare la propria posizione nella Piramide senza disegnare una mappa è come comprendere il Paradiso dantesco senza la parafrasi a piè di pagina (o, alternativamente, trovare la propria destinazione a Milano se non si conosce la città). Il divertimento che si trae dal libro è direttamente proporzionale alla passione del cartografo che c’è in voi: se vi piace mappare i labirinti, il secondo libro di Skyfall vi offrirà una delle sfide più gratificanti e impegnative mai proposte dal librogame; in caso contrario, sarà fonte di frustrazione infinita e di emicranie feroci.
Il fatto che la struttura della Piramide sia il nemico più ostico del libro è confermato dai combattimenti, che sono relativamente pochi e nemmeno troppo difficili; questo perché, prima di entrare nella Piramide vera e propria, se ne deve affrontare per forza uno e potenzialmente anche due, entrambi molto difficili, ma vincerli significa guadagnare un punto extra di Destrezza per ciascuno, e un personaggio con Destrezza 14 deve avere una sfiga pazzesca per morire contro le creature della Piramide.

Come già accadeva nei Mostri della Palude, teoricamente è possibile incappare in un passaggio che porta nella zona finale dell’avventura molto presto, e anche questa volta non c’è praticamente niente che precluda una vittoria molto precoce, se si fanno le scelte giuste. L’autore ha semplicemente delineato un “accesso preferenziale” a questa zona, accesso che per essere trovato richiede di addentrarsi per benino nei meandri dell’edificio, ma passare di qui significa solo semplificarsi un po’ la vita nel finale. Esplorare per bene tutto quanto, però, è utile perché i pochi oggetti che si trovano nella Piramide hanno quasi tutti un utilizzo specifico. Dal momento che il dungeon è così straordinariamente complesso, poi, le trappole mortali sono molto poche; purtroppo un paio di esse sono di quelle che non possono essere minimamente previste né controbattute, si muore subito e amen. C’è perfino un momento di sadismo assoluto nella zona finale, con un enigma piuttosto cervellotico che, se risolto, porta ad una morte istantanea! Quindi attenzione a non essere troppo curiosi…

C’è un problema nel libro, ed è una certa carenza di editing. Come nei Mostri della Palude, l’amplissima varietà di scelte e di percorsi ha portato l’autore a non prendere in considerazione tutte le variabili delle singole situazioni. Ci sono quindi dei momenti in cui vengono offerte delle scelte che si rivelano incoerenti con gli avvenimenti appena trascorsi, specialmente verso la fine del libro, che quindi in determinate situazioni può sembrare irrisolvibile benché, ripeto, non ci sia nessun ostacolo alla sua conclusione se si riesce a trovare la zona dove si svelano i misteri della piramide. L’autore per esempio può dire che è necessario procurarsi una scala per risalire un passaggio anche se in realtà si può tornare indietro da un’altra parte; dice che è necessario trovare l’acqua, ma esistono diverse stanze in cui ci sono scorte d’acqua e non è chiaro se una di queste sia la “vera” stanza dell’acqua; ci fa perdere tutto l’equipaggiamento in una trappola, ma non specifica se in seguito, ripassando dallo stesso punto, si possa evitare la trappola e quindi conservare gli oggetti nuovi trovati nei magazzini della piramide.
La cosa più clamorosa, comunque, è che teoricamente si può concludere l’avventura senza averla davvero portata a termine. Per finire il libro bisogna lasciare la Piramide e tornare a Sette Sorgenti: per farlo è semplicemente necessario trovare una scorta d’acqua, e la si può trovare senza allontanarsi troppo dall’ingresso… quindi si potrebbe entrare, attraversare pochi corridoi, prendere l’acqua e andarsene, arrivando alla fine del libro dove ci viene detto che abbiamo “risolto uno dei più grandi misteri di Skyfall”… senza aver fatto proprio niente! Purtroppo questa è una conseguenza di una struttura così articolata e priva di checkpoint. Si spera che il giocatore sia abbastanza sveglio e onesto da rendersene conto, ma davvero Tant poteva avere maggior cura nella stesura dei paragrafi. Anche in quelli che descrivono gli ambienti della Piramide: le misure di stanze e corridoi sono generalmente accurate, ma in alcuni casi sono completamente sballate e questo può generare un po’ di confusione nel disegnare la mappa… niente però che non si possa risolvere in fretta, a differenza della clamorosa svista succitata.
Infine, un ultimo punto equivoco, forse da attribuire alla traduzione: in molti casi nella Piramide vengono richieste delle prove di Destrezza. Il fatto è che non viene mai detto “devi fare almeno X punti”, ma sempre “devi ottenere X punti”… quindi sembra che si debbano usare dei punti di Fortuna per ridurre il punteggio ottenuto se questo è troppo alto, ma la cosa è evidentemente insensata e suggerisco di ignorarla.

I difetti dunque ci sono, ma basta un po’ di buon senso per risolverli facilmente. Tolti quelli, quel che rimane è un librogame strettamente soggetto alla passione del giocatore per i labirinti propriamente detti. Personalmente lo trovo eccezionale, un libro capace di tenere impegnato il lettore per ore e ore nel tentativo di sconfiggere l’architettura infernale escogitata da David Tant, avaro di colpi di scena ma ricchissimo di sfida. Il rovescio della medaglia è proprio la lentezza che deriva da un ambiente complessissimo e in cui non succede nulla di rilevante per la maggior parte del tempo. E’ una prova di nervi, ed è tutta sulle spalle del giocatore; non c’è da sorprendersi se si arriva ad un punto in cui la frustrazione prende il sopravvento e si è ancora ben lontani dal capirci qualcosa.
Obiettivamente, conoscendo la struttura della serie credo di poter dire che La Piramide Nera è il migliore dei libri di Skyfall: il più difficile, ma anche quello che dà le maggiori soddisfazioni una volta risolto. Sfortunatamente non è per tutti.

Inviata da: Gurgaz il 18/12/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 6 6
Descrizione
     Titolo originale: The Black Pyramid
Autore: David Tant
Anno: 1985
Illustrazioni: Jon Glentoran
Traduzione italiana: Saulo Bianco (1992)

Il prologo è quanto di più classico possa riservare un librogame fantasy Anni Ottanta: un sopravvissuto che spira in presenza del protagonista, non prima di avergli raccontato la sua storia ed aver accennato ad una misteriosa piramide in mezzo al deserto, che certamente contiene tesori eccezionali. L’autore è bravo a creare l’attesa e alcune precise convinzioni in chi legge l’introduzione; convinzioni che saranno sistematicamente smentite, nel bene e nel male.

Al solito l’equipaggiamento viene descritto con cura ed è sottolineata la necessità di avere acqua a sufficienza per raggiungere la piramide e tornare indietro. Parrebbe una bella sfida, se Tant non avesse messo l’acqua subito dopo la porta principale. Il viaggio in sé non è né lungo né impervio, ma contiene due combattimenti impegnativi che premiano con un punto Destrezza aggiuntivo la vittoria, il che significa che nella piramide si potranno affrontare tutte le creature a viso aperto.

Peccato che non siano i mostri il pericolo principale de La Piramide Nera. Ciò che il giocatore deve temere è l’architettura di questo sotterraneo, o meglio, la confusa e fuorviante descrizione che il testo ne dà. Come ne I Mostri della Palude c’è facoltà di muoversi come si preferisce, attraversando incroci, stanze e corridoi, tenendo presente che è sempre possibile tornare indietro, finché non si cade vittima di qualche trappola micidiale ed insospettabile. La piramide è un dungeon piccolo e nemmeno così intricato, tuttavia il metodo con cui David Tant descrive gli incroci, rifiutando di utilizzare i punti cardinali ma cambiando regolarmente il sistema di riferimento, rende lunga e laboriosa la tracciatura dell’indispensabile mappa. Una volta terminato il lavoro, se non ci si è stancati prima, si può scuotere la testa al pensiero di quanti paragrafi sono stati impiegati per una ventina di corridoi, una dozzina di stanze e la descrizione di poche trappole tutte uguali.

Una volta dipanata l’uggiosa matassa del sotterraneo, si possono apprezzare i dettagli ed i piccoli segreti racchiusi nei tenebrosi recessi della piramide. È in questa fase del librogame che, a mio parere, si celano gli unici momenti degni di interesse: è data infatti la possibilità di interagire con alcuni personaggi e di ripercorrere in loro compagnia luoghi precedentemente esplorati. Questa “gita turistica” permette di chiarire alcuni particolari oscuri e dà luogo ad eventi sino allora bloccati. Se l’autore avesse speso più tempo a migliorare questo aspetto del librogame, invece di sprecare spazio per descrivere i trivi e l’apertura delle porte, La Piramide Nera avrebbe potuto guadagnare un posto di rilievo per qualità ed originalità.

Nella sua forma attuale, il librogame risulta mediocre e non diverte granché, perché oltre alla riprovevole struttura ci sono un paio di grandiose incongruenze e qualche svista in termini di bilanciamento. Non ho neppure menzionato le trappole, spesso mortali, in cui si casca semplicemente scegliendo destra invece che sinistra. Meno male che si possono negare o minimizzare gli effetti spendendo i punti Fortuna, però s’insinua il dubbio che la promessa di “punire il giocatore disattento e premiare chi valuta attentamente la situazione” appartenga già alle buone intenzioni di cui è lastricato l’Inferno.

Le illustrazioni registrano un passo avanti con Jon Glentoran, che possiede uno stile caratteristico e adatto a raffigurare gli ambienti e le creature di un luogo buio come la piramide. Non si può dire lo stesso dello stile e delle idee di David Tant: in La Piramide Nera è riuscito a mettere assieme un dedalo (di paragrafi) caotico e improduttivo, che fa rimpiangere perfino i tediosi torrenti della Palude Tetra. Lo sforzo nel partorire un simile intrico deve avergli confuso le idee: non si spiegano altrimenti sviste clamorose come quelle dell’acqua, delle torce e del cibo (si vive di sola acqua?), oltre all’opzione di tornare a Sette Sorgenti senza addentrarsi nella piramide e risolvere secondo il testo uno dei più grandi misteri di Skyfall... mah, ci sono librogame più avvincenti e ben fatti di questo.

Ambientazione: 8
Stile di scrittura: 6
Bilanciamento: 6
Interattività: 5
Aspetto grafico: 7

Voto complessivo: 6
Difficoltà: alta

Inviata da: =Dr.Scherzo= il 7/3/2009
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 5 5
Descrizione
     Titolo originale: "The Legends of Skyfall 2 – The Black Pyramid"
Autore: David Tant
Anno: 1985 (1992 in Italia)
Illustrazioni: Jon Glentoran
Traduzione italiana: Saulo Bianco

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Il Deserto delle Sabbie Ululanti, la Piramide Nera, i ‘misteriosi’ misteri, gli ‘enigmatici’ enigmi, bla bla bla. Si può infiorettare la trama quanto si vuole, ma in sintesi si tratta del solito avventuriero senza nome che tenta la fortuna all’interno d’un cupo dungeon allo scopo d’arricchirsi.

La vera novità insita in questo libro non è tanto la sua trama, quanto la sua struttura. No, anzi, non è vero neanche questo, in quanto la sua struttura, una volta spogliata della sua presunzione e scoperto l’inghippo, è quasi banale. La vera ed unica novità di questo libro è il MODO in cui l’autore ha avuto il coraggio di descrivere l’ambiente in cui si muove il protagonista.

In un librogame, solitamente, lo scopo primario dovrebbe essere il divertimento. Ebbene, ne “La Piramide Nera”, questo divertimento è direttamente proporzionale alla passione cartografica di chi legge. Se andate in brodo di giuggiole quando vi trovate a seguire indicazioni tortuose ed a mappare labirinti descritti in maniera volutamente incomprensibile, allora questo libro vi piacerà da matti. Se, invece, al terzo bivio iniziate già a sbadigliare, come il sottoscritto, allora questo libro non fa per voi.
Sì sì, perché il simpatico Tant ha deciso di far provare un’emozione totalmente nuova ai suoi lettori: il brivido, cioè, di sorbirsi decine e decine di paragrafi in cui non accade NULLA, ed in cui le descrizioni di stanze e corridoi cambiano in base all’umore dell’autore. Il sistema con cui Tant descrive le situazioni e gli ambienti rasenta lo scorretto: ci sono occasioni in cui non ci si raccapezza più solo perché lo spiritoso David raffigura la galleria in cui siamo ribaltando le indicazioni, confondendoci stupidamente le idee e facendoci credere che la direzione che abbiamo appena lasciato sia quella in cui dovremmo andare. Percorrere un corridoio, ad esempio, è un'impresa: possono venir sprecati addirittura quattro o cinque paragrafi, e questo solo ripetendo ossessivamente: “Entri nel corridoio, che dopo venti passi fa una curva. Se continui, vai al 4, altrimenti dall'altra parte (quale, David? Quale?) c’è una misteriosa stanza al 5”, tu vai al paragrafo 4 e lui insiste: “Il corridoio dopo trenta passi fa una curva. Se continui, vai all’8, altrimenti dall'altra parte c’è una misteriosa stanza al 5”, tu prosegui e lui si incaponisce: “Il corridoio dopo quarantacinque passi fa una curva. Se continui, vai al 16, altrimenti di là, sì, proprio lì, ma non voglio farti capire dove, c’è una misteriosa stanza al 5”… col piccolo particolare che la stanza al 5 è quella che abbiamo *appena* lasciato, dannazione! Solo dopo essere andati anche al 16, lo stramaledetto corridoio finisce e ti permette d’entrare in una nuova stanza, che ovviamente è vuota. Con tre altri corridoi. Di cui uno è quello da cui siamo appena sbucati (ma Tant non ce lo dice, ce lo presenta come fosse totalmente nuovo). E bisogna ricominciare la solfa daccapo. Questo nel libro accade svariate volte.

Senza contare gli errori di editing (si può terminare l’avventura dopo pochi paragrafi, e senza aver scoperto nulla avremo comunque “risolto uno dei misteri di Skyfall”… yawn), il singolare sistema di risoluzione dei check (non si lancian dadi, si fa a testa o croce: macchinoso e soporifero), oppure la suprema bastardata che si nasconde dietro il paragrafo 382, in cui ci scervelliamo per venire a capo d’una combinazione numerica che, però, conduce ad un’atroce morte. Uh, le matte risate. Grazie tante, Mister Tant.

Ambientazione: 5
Stile di scrittura: 3
Bilanciamento: 6
Interattività: 6
Aspetto grafico: 5

Voto complessivo: 5
Difficoltà: subdolamente alta


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