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Indice principale : Librogame E.L. - Singoli Libri : Grecia Antica : 

Categoria: Librogame E.L. - Singoli Libri Grecia Antica
Titolo: 02 - Alla Corte di Minosse  Piu' letteValutazione: 9.00  Letture:3077
Descrizione   John Butterfield, David Honigmann e Philip Parker
Descrizione   Giunto a Creta per vendicare la morte di tuo fratello Teseo, vieni accolto nella sfarzosa ed ambigua ospitalità di Re Minosse. In un ambiente segnato da oscuri intrighi e feroci rivalità dovrai agire con molta diplomazia per individuare i nemici e i possibili alleati, finché la discesa nel covo del Minotauro, nell’inquietante labirinto dai mille percorsi, metterà alla prova le tue stesse capacità di sopravvivenza. Dovrai convincere Arianna a donarti il suo prezioso gomitolo, dovrai conquistare il favore degli dei, capricciosi signori del fato...
Valutazione media: (1) (10)
Data pubblicazione 1/1/2007
Inviata da: Gurgaz il 7/1/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 9 9
Descrizione
     Titolo originale: At the Court of King Minos
Autori: John Butterfield, David Honigmann e Philip Parker
Anno: 1985
Illustrazioni: Dan Woods
Traduzione italiana: Flavio Gregori (1987)

Alla Corte di Minosse è un altro ottimo librogame, ma si colloca agli antipodi rispetto a In Viaggio verso Creta, perché è fatto di intrighi a corte invece che di viaggi e combattimenti. Alteo è accolto nel palazzo di Minosse (o nelle sue prigioni, se si compie qualche sciocchezza) ed è presentato alla vasta schiera dei dignitari e dei notabili cretesi. Il numero di personaggi che popolano la reggia è notevole (io ho registrato 16 nomi) e ci vuole un po’ per raccapezzarsi. Tra gite in barca, banchetti, pettegolezzi e visite notturne è facile perdere di vista la propria missione.

Per quanta attenzione dimostri il giocatore, sarà ben difficile che termini il librogame al primo tentativo, poiché non sa che la RESISTENZA, punteggio presente solo in quest’avventura, gli serve per affrontare un incontro di pancrazio con Cremtone, figlio di Minosse. Il problema è che l’avversario ha RESISTENZA 50 e Alteo solo 30. Si può appianare lo squilibrio effettuando un paio di scelte azzeccate, tuttavia la probabilità di indovinarle per puro caso è ridottissima! Assai più realistica l’eventualità di cadere in qualche tranello, teso dai subdoli cortigiani di Cnosso, e di trovarsi subissati di INFAMIA e altri svantaggi.

Non parliamo poi del combattimento contro il Minotauro: è perfettamente corretto che sia il più difficile della serie, però è impossibile da sostenere se non si hanno le armature magiche di Efesto, che danno +12 di PROTEZIONE. Ciò significa che se non si ottengono nel primo libro, o se si finisce nel labirinto senza equipaggiamento completo, non si può uscire vivi. È altresì imprescindibile il ricorso all’ONORE, per incrementare la propria POTENZA e vincere l’impressionante PROTEZIONE della bestiaccia. Conseguenza di tutto questo ragionamento: non è ammissibile leggere Alla Corte di Minosse come avventura singola e gli oggetti, l’ONORE e i favori divini acquisiti nel primo episodio sono decisivi.

Si tratta di un librogame estremamente difficile, perché occorre inquadrare bene le figure della corte di Minosse, prima di prestare fede alle une o alle altre. La Preveggenza aiuta poco, soprattutto nella prima parte, dove si riceve INFAMIA a tutto spiano. È invece indispensabile più avanti. La scrittura e le illustrazioni restano di qualità altissima, ma la vera forza del secondo capitolo di Grecia Antica è l’ambientazione. In uno spazio ristretto la fantasia degli autori, unita al versatile sistema della Preveggenza, riesce a tessere una fitta tela di rapporti umani, relazioni amorose, complotti, maldicenze, tradimenti e doppi giochi. Per come la vedo io, interagire con i personaggi, scoprire qual è il loro ruolo ed ottenere l’aiuto necessario è più avvincente di qualsiasi combattimento. Talvolta è quasi un peccato prendere la strada giusta, perché si perdono scene gradevoli, pur risparmiandosi un sacco di guai. A titolo di esempio cito la parte finale, in cui si deve abbandonare il labirinto: se si indugia troppo, è possibile incontrare Minosse, stipulare fragili accordi e perfino combattere all’ultimo sangue, fino a stringere tra le mani l’anello regale! Peccato che sia impossibile diventare re di Creta, perché dei e uomini non sono d’accordo, ma ciò non impedisce a quest’ostica avventura di offrire grande soddisfazione.

Ambientazione: 10
Stile di scrittura: 10
Bilanciamento: 8
Interattività: 9
Aspetto grafico: 10

Voto complessivo: 9
Difficoltà: alta

Inviata da: EGO il 3/6/2007
Valutazione generale: Valutazioni di categoria: 9 9
Descrizione
     Il secondo libro di Grecia Antica è interamente ambientato a Creta. Qui Alteo potrà compiere la sua missione: entrare nel mitico Labirinto, uccidere il Minotauro e vendicare il fratello Teseo. Ma nel frattempo dovrà vedersela con i mille intrighi della corte di un re potente e temuto, dove niente e nessuno è quello che sembra, ma una cosa è certa: non siamo simpatici a molti.
In effetti la prima parte del libro è tutta basata sull’interazione con i personaggi di corte, che sono talmente numerosi che non è facile raccapezzarsi sui rapporti che li legano, ed è praticamente necessario giocare più di una volta per ottenere il quadro completo della situazione. Vista la limitatezza spaziale dell’ambientazione, è incredibile quante opzioni diverse si offrano al lettore, che si trova invischiato in un labirinto di relazioni umane complesso quasi quanto quello del Minotauro. A seconda di chi si sceglie come amico si possono imboccare strade completamente diverse, che portano a situazioni sorprendenti e lontanissime dai canoni del librogame. Stupisce in particolare la quantità di allusioni sessuali presenti, e lo stesso eroe non si tira indietro di fronte all’occasione di spassarsela con la prima ancella che gli capita sottomano!

Decisamente non si tratta di un libro per bambini, e non solo per gli eventi e le descrizioni che passano dal pruriginoso al genuinamente raccapricciante nel giro di breve tempo, ma anche per la sfida proposta. Va detto che finire il libro senza aver giocato il primo è quasi impossibile, visto che per sconfiggere il Minotauro è obbligatorio possedere un’arma divina, e le migliori si trovano nel volume precedente. Ma ancora prima di affrontare il mostro ci si deve far strada in uno dei labirinti meglio congegnati della storia del librogame, un dedalo degno del nome del suo architetto, in cui solo gli affreschi sulle mura fanno la differenza tra un incrocio e l’altro. E ancora prima c’è un interessante, ma lunghissimo, incontro di pancrazio, in cui entra in gioco un nuovo punteggio esclusivo di questo volume: la RESISTENZA. Si tratta di punti che, prima dello scontro, possono essere aumentati o diminuiti a seconda di ciò che si sceglie di fare alla corte di Minosse. In realtà le regole dell’incontro sono decisamente in favore del giocatore, ma è comunque importante non abbassare ulteriormente la RESISTENZA, visto che il livello di partenza è più basso di quello che avrà l’avversario.

In questo libro le preveggenze diventano più significative, ma così avviene anche per le punizioni correlate. Visto che si ha a che fare con personaggi infidi e ambigui, una preveggenza al momento giusto può ribaltare del tutto la situazione; ma bisogna anche considerare che in un ambiente simile bisogna osservare molte regole di religione e di etichetta, perciò è facile che guardare troppo in là al momento sbagliato sia un errore. In ogni caso, a differenza di quanto visto In viaggio verso Creta, durante i dialoghi e le descrizioni si possono ottenere degli indizi utili per capire quando è saggio usare la preveggenza (se viene detto che è un periodo in cui non si possono bere alcolici, si devono drizzare le antenne quando ci si trova in compagnia di due giovani sbevazzoni).

Non mancano i paragrafi spassosi già visti nel primo libro. Particolarmente divertente quello che dice: “Vai su e giù per la stanza come un leone che, catturato sulle colline dell’Africa e portato alla corte del re della Nubia, s’agita incessantemente nella sua gabbia prima di scagliarsi contro le sbarre di canna, romperle e sbranare un capo tribù e scappar via nelle vaste pianure.” Per non parlare del discorso assolutamente delirante che si può leggere se si usa la preveggenza al cospetto del Minotauro. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: nonostante la relativa scarsezza di situazioni di morte immediata, è perfettamente possibile arrivare a un passo dalla meta, anche dopo aver sconfitto il Minotauro, e fallire. Tutto questo mantiene alta la tensione fino alla fine, andando a creare un librogame dall’atmosfera veramente particolare, ovattata e rarefatta in certi momenti, estremamente realistica in altri, che ricalca alla perfezione quella onirica e indefinita dei racconti degli eroi antichi. Anche se il ritmo è più lento di In viaggio verso Creta, se si eccettua quell’errore nel bilanciamento della difficoltà, Alla corte di Minosse è assolutamente all’altezza dello standard del suo predecessore.

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