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Il concilio segreto - un background scritto per un gioco di ruolo online (1/3)

Oggetto: Il concilio segreto - un background scritto per un gioco di ruolo online (1/3)
inviato da FalcoDellaRuna il 25/10/2006 9:48:01

Il concilio segreto


Prima parte: L’Errore


La magia, nella sua famiglia, aveva sempre rappresentato l'orgoglio, l'obiettivo da raggiungere per ogni suo membro. E Mocun non era stato da meno: seguito passo passo dal padre si era messo a studiare e aveva fatto molta pratica e molta gavetta. Il sogno di Mocun era quello di diventare un mago esperto, un arcimago.
A sorpresa una sera, dopo aver cenato, il padre di Mocun, Malk, lo convocò nel suo studio per parlargli. Con molta diffidenza e un po' di emozione (non era mai successa una cosa simile prima d’ora) Mocun si apprestò a varcare la soglia della porta: "Vieni figlio mio", disse Malk con voce accondiscendente. Mocun entrò e si mise seduto davanti al padre.

Malk lo fissò per alcuni secondi, poi iniziò: “Sono ormai passati 5 anni da quando hai iniziato ad ambientarti e ad inserirti nel mondo della magia”. “Si , padre”, rispose Mocun. “Hai fatto buoni progressi, la tua forza meditativa è cresciuta e sei in grado di fare qualche piccolo incantesimo. Non male per un ragazzo di appena 15 anni. Questo mi rende ben orgoglioso di te, sappilo”. “Lo so, padre, e vi ringrazio”.

“Ma il motivo per cui ti ho convocato qui è un altro”, disse Malk cambiando tono di voce e alzandosi in piedi. “E dovrai avere un carattere forte! Quello che sto per dirti è un segreto di famiglia che ci tramandiamo fin dai tempi di Sir Gald, nostro antico avo e gran consigliere della Città di Neverwinter”. “Sir Gald?” chiese Mocun con aria stupita.
“Si, lui è il nostro capostipite. E da sei generazioni noi continuiamo la tradizione. Sei sicuro di voler continuare?”. “Sicuro, sono pronto" rispose fermamente Mocun.
“Bene, non avevo dubbi in proposito. Ora vieni con me...”. Mentre diceva questo si avvicinò alla libreria e tirò un piccola leva nascosta dietro alcuni tomi. Tutto ad un tratto si aprì una porta dal muro vicino il camino. Malk entrò e scese le scale; Mocun lo seguì in silenzio.

Si ritrovarono in una stanza non molto grande: c'erano scaffali pieni di libri, tavoli con pozioni di ogni tipo e altri oggetti che Mocun non riusciva ad identificare. Vide anche delle cose che lo fecero rabbrividire: da un lato per terra c'era un mucchio di ossa umane e non, contenitori pieni di sangue, cervelli e cuori. Il cuore cominciò a battere forte nel petto di Mocun e la paura prevalse. La paura poi si tramutò in terrore quando vide suo padre del tutto disinvolto e a suo agio.

“Non devi avere paura, figlio mio: questo è il nostro segreto e tu continuerai la storia”. “...ma, ma, il nostro segreto è quello di uccidere la gente, padre?”. “Oh , no! Noi studiamo la magia nera, Mocun...siamo Necromanti! E ci serviamo di queste cose per fare le nostre magie per essere padroni della Morte!”. Queste parole riecheggiarono nelle orecchie del giovane Mocun e ci volle qualche attimo prima che egli ne comprendesse appieno il senso.
“Necromanti? Ma la nostra famiglia non era formata da grandi maghi?”. “Beh, l'unico grande mago della famiglia fu il grande Sir Gald, egli faceva parte del gran consiglio della magia di Neverwinter, ed era rispettato da tutti. Dopo l'apparizione del mistico Lich Horance, Gald fu tra quelli che piu rimase affascinato dalla Somma Arte Necromantica e, in grandissimo segreto, contattò Horance telepaticamente e divenne suo discepolo: sembra che i due si frequentassero in un luogo lontano, forse nella palude di Chelimber o nelle terre cadute, per non trovarsi a Neverwinter, dove fin da subito venne bandita la necromanzia. Egli fu il predestinato perchè in pochissimo tempo apprese un'arte che richiedeva molti anni di tirocinio”. Malk fece una pausa e Mocun attese il resto del discorso.

“Sir Gald divenne il primo grande necromante e insieme ad alcuni suoi amici consiglieri (iniziati necromanti) fondò una setta chiamata *Concilio delle Anime Morte*. Nessuno seppe mai che l'onorabile Sir Gald fosse a capo di una setta segreta e fuorilegge, e nessuno l'ha mai nemmeno pensato. Questo segreto è stato tramandato di padre in figlio, generazione dopo generazione: i figli diventavano discepoli e iniziati all'arte necromantica, sviluppandola lontani da occhi indiscreti. Agli occhi del popolo la nostra famiglia è sempre stata vista come la discendenza del grande Sir Gald, cioè con il massimo rispetto”. Malk si fermò e si rivolse a Mocun, ora meno spaventato.
“E ora io la tramando a te, figlio mio. Devi esserne orgoglioso. Sappi che il nome della nostra famiglia deve rimanere alto”. “Ne sarò orgoglioso, padre, e non infangherò il nostro nome”. “Bene, da domani inizieremo l'addestramento, e lo faremo in questo luogo, dove staremo al sic...”
“AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH”

Un urlo, straziante e pauroso. Malk si irrigidì e si alzò in piedi; capì subito che qualcosa non funzionava e per prima cosa aprì un grosso baule con dentro due grossi tomi e una dozzina di amuleti, ognuno di colore differente. Mocun non capiva cosa stava succedendo e cercò di parlare al padre, indaffarato a mettere gli oggetti in una sacca da viaggio.
“Padre, cosa....”. “E' successo ciò che la nostra famiglia ha sempre cercato di evitare!!”. “Ma come può essere...”. “E' successo e basta, qualcuno deve essere entrato di nascosto e deve aver avvertito la guardia reale dopo aver visto questo luogo... Ma la nostra arte non sparirà, tu la continuerai figlio mio” e gli diede la sacca contenente gli amuleti e i tomi.
“Ora devi scappare, devi dirigerti fuori città e nasconderti. Trova un luogo sicuro dove poter apprendere l'arte, è tutto scritto minuziosamente in quei libri”. “No padre, io resterò con te, ti aiuterò”, disse Mocun. “Non dire idiozie, devi salvarti almeno tu”, disse Malk e subito dopo prese in mano una runa, disse alcune frasi incomprensibili e stese la mano destra.
All'improvviso una luce bianca e blu apparvero dal nulla formando un ovale; Mocun capì che si trattava di un portale. Dalla cima delle scale apparve una figura e si capì subito che si trattava di una gloriosa guardia reale. La spada era piena di sangue. Nell'altra mano aveva una testa mozzata: era la moglie di Malk, nonchè madre di Mocun.
“MAMMA”, gridò il piccolo Mocun con le lacrime che gli scendevano fin sul collo. Malk rimase impietrito e trattenne il bambino per le spalle. La guardia disse: “Questa è la fine che farete, sporchi necromanti, comandanti della morte e sacrileghi. Nulla rimarrà di voi, se non la testa, che verrà appesa al Grande Albero di Neverwinter!!! AH AH AH”. Malk si rivolse al figlio: “Vai figlio mio, vai...”
Mocun si avvicinò al gate con gli occhi colmi di tristezza, si girò per un ultima volta e vide il padre con delle ossa in mano e un amuleto al polso evocare uno scheletro che si materializzò dalle ossa.
“Ci rivedremo più?”, disse Mocun singhiozzando. Il padre si avvicino a lui e gli sorrise. Poi lo spinse nel portale e per Mocun sarebbe iniziata una vita dura e piena di brutti ricordi, lontana dalla gente per molti, molti anni.

All'interno del laboratorio di Malk infuriava la battaglia e le evocazioni non bastavano a tenere lontana la guardia per molto tempo. Ormai non si poteva piu rimediare al danno subito e Malk si decise a distruggere tutto ciò che era nel laboratorio. Prese due pozioni, una di color rosa e una di colore verde. Raggruppò tutte le copie dei libri che non aveva dato a suo figlio, gli amuleti, le rune e mise tutto in un baule. Prese la prima pozione, la agitò forte per tre secondi e la mise nello stesso baule. L'ultimo scheletro stava per essere distrutto da Eric, la guardia reale, quindi sarebbero rimasti solo loro due.
“Voi non capite! Non capirete mai la nostra magica arte. Noi siamo prescelti da ciò che voi temete di più: la Morte. E questa vostra lotta vi porterà...”. Si fermò, prese la pozione verde e la bevve d'un sorso. Poi continuò, mentre la guardia, liberatasi dallo scheletro, si stava avvicinando minacciosa. “...alla DISTRUZIONE!”
“Ma chi credete di essere, voi?”, disse Eric. “Noi? urgh...”, l'effetto della pozione stava iniziando. “Noi siamo...argggh......noi...sia...esser..super..blllaaaaHHH....”, con un ultimo urlo Malk esalò l'ultimo respiro e straziò a terra privo di vita. Egli aveva sbagliato, non aveva mantenuto le promesse del proprio padre e la famiglia era infangata. Il minimo che avrebbe potuto fare era privarsi della vita.
La guardia reale rimase un po' incuriosita e non capiva perchè si fosse tolto la vita. “Bah, poco male...il mio dovere l'ho fatto, ora devo solo trovare quel ragazzino, eh eh, lo scoverò, dovessi girare tutta Faerun”.
Le altre guardie erano fuori casa e attendevano il ritorno del loro capitano. Quando ad un certo momento sentirono un enorme boato, una esplosione incredibile venire dall'interno della casa. Entrando dentro, scovarono i corpi di Malk, di sua moglie e del loro capitano: nessuno di loro sapeva come era composta la famiglia e durante il loro rapporto al sovrintendente dissero queste parole, in tutta sincerità: “Tutti i componenti sono morti, nessuno è uscito dalla casa durante la lotta, la missione ha avuto successo, Generale”.
E nessuno avrebbe più saputo chi era e da dove veniva Mocun, il solitario.
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