Re: Recensioni dei libri |
Oggetto: Re: Recensioni dei libri inviato da Gurgaz il 5/1/2008 9:10:04 AUT-AUT --- di Søren Kierkegaard Ecco un testo che meriterebbe di essere letto, o almeno illustrato sommariamente, a tutti. Invece Kierkegaard è un autore che si lascia spesso da parte nell’insegnamento scolastico, dove è tassativo soffermarsi sulle correnti principali del pensiero filosofico e sugli autori più illustri. In particolare nell’età contemporanea si indugia su Hegel, Marx, Freud e Nietzsche, le cui riflessioni hanno tanto influenzato il nostro modo di pensare, ma in ultima analisi peggiorato moltissimo la nostra visione della vita e trascurato fino all’ossessione la soggettività dell’uomo, concentrandosi sulle sue manifestazioni storiche e sociali. L’esistenzialismo, la corrente filosofica di cui Kierkegaard è ignaro capostipite, reagisce a tutto ciò recuperando interesse per l’interiorità del singolo uomo e per i suoi problemi, appunto, esistenziali. Vorrei riassumervi in breve il pensiero del filosofo, ma non ne sono capace, quindi vi allego un estratto dall’enciclopedia Zanichelli: “Cresciuto in un clima di esasperazione religiosa, mosse dalla critica alla filosofia hegeliana: alla sua pretesa possibilità di conseguire una conoscenza sistematica della realtà contrappose le due categorie della scelta e della possibilità. Tutta la sua speculazione è centrata sulla dimensione soggettiva dell’uomo alla ricerca della verità. Tale cammino non è però lineare, bensì costituito da salti da uno stadio all’altro. A partire dallo stadio estetico, che rappresenta una possibilità di vita basata sulla gratificazione immediata (esemplificata dalla figura di Don Giovanni), si passa allo stadio etico, quello di marito e di buon padre, per saltare infine allo stadio religioso (rappresentato dalla figura di Abramo disposto al sacrificio del figlio, a un atto cioè contro la morale e soggetto soltanto alla fede). (...) L’angoscia della scelta e il paradosso della fede sono i due punti focali entro cui si dibatte la filosofia e la vita di Kierkegaard, considerato il precursore dell’esistenzialismo”. Siccome è impossibile riassumere il contenuto del libro, vi dirò che Aut-aut pone le coordinate per la prima scelta, cioè per il passaggio dallo stadio estetico a quello etico. La forma utilizzata è la lettera, lunga 180 pagine, in cui l’autore veste i panni di un onesto padre di famiglia che si rivolge ad un amico, che si dibatte ancora nei dubbi e nelle difficoltà della vita e non sa trovare la via d’uscita. Non occorre leggere troppe pagine per capire che “l’amico”, in realtà, può essere chiunque prenda in mano il testo per leggerlo. Mediante un abilissimo uso della dialettica, Kierkegaard ci guida entro i mille dubbi dell’esistenza, mostrando una conoscenza dell’animo umano che ha dell’incredibile e, ancor più stupefacente, la capacità di esprimere con assoluta chiarezza i comportamenti ed i pensieri che stanno dietro ad essi. Devo dire che a tratti si rischia di perdere il filo, complice il fatto che il testo non è diviso in paragrafi e la speculazione non si interrompe per tutta la sua lunghezza. Però ci sono numerosi passaggi in cui l’autore sa toccare il lettore nell’intimo; lì è impossibile distrarsi o fare a meno di lasciarsi guidare dalla saggezza del filosofo. Attenzione però: Kierkegaard non dà precetti etici, ma si limita a spiegare l’importanza e la ragionevolezza della scelta etica di fronte ad una concezione estetica della vita. Questo è, secondo me, lo snodo cruciale che occorre prendere in considerazione. Perché oggi si parla di assenza di valori condivisi e di relativismo, quando la stragrande maggioranza dell’umanità non ha nemmeno scelto la vita etica? Come si può pretendere di fornire modelli di vita e dare precetti, se ciò che regna è la ricerca del piacere immediato? Un testo bellissimo, utile come non mai in tempi come questi. In un’epoca in cui non si riesce più a spiegare che non si può vagare tutta la vita nell’indecisione, ma che bisogna porsi il problema della scelta, un aut-aut. E che l’unico modo per uscirne vincenti è scegliere se stessi e la propria dimensione etica. |