Re: Recensioni dei libri |
Oggetto: Re: Recensioni dei libri inviato da Gurgaz il 5/1/2008 9:14:26 CANDIDO, ZADIG, MICROMEGA, L’INGENUO --- di Voltaire Questi sono i titoli di quattro brevi racconti filosofici, dove lo scrittore e filosofo François Marie Arouet, meglio noto come Voltaire, espone in forma accattivante, semplice e sintetica il succo del pensiero illuministico. Chi mi conosce sa che Voltaire è uno dei miei autori preferiti, ma confesso che sinora avevo letto solo il suo Candido, preferendo nutrirmi di massime ed aforismi. Niente di meglio che rileggere il suddetto pamphlet ed integrarlo con qualche altra opera. Si tratta di 4 racconti veloci e densi di contenuti, anche se tendono a ruotare attorno alle medesime tematiche, con poche differenze sostanziali. Candido narra in 100 pagine le disavventure di un giovane, educato in modo rigoroso ed antiquato, che dopo essere stato catapultato bruscamente nel mondo reale giunge in breve alla demolizione di tutti i pregiudizi cui era stato istruito. Zadig (70 pagine) è ambientato nell’antico Oriente e racconta la vicenda di un giovane bello e sapiente che è destinato a ricevere continue punizioni per le buone opere che compie. Naturalmente l’antica Babilonia che fa da scenario è del tutto metaforica, poiché le critiche sociali e i problemi messi in risalto sono chiaramente quelli di Parigi nel XVIII secolo. Micromega è il più breve (12 pagine) ed ipotizza la venuta di un abitante di Sirio, accompagnato da un amico di Saturno, sulla terra. Costoro sono di dimensioni gigantesche (il Siriano è alto 36 chilometri) e ci mettono un bel po’ ad accorgersi della presenza dell’uomo. Naturalmente, l’incontro è occasione per stigmatizzare alcune colossali presunzioni umane, che persistono perfino dinanzi ai più evoluti extraterrestri. Infine, l’Ingenuo (60 pagine) presenta l’infelice vicenda di un nativo americano, giunto in Francia ignaro dei costumi locali (ingenuo, appunto) e destinato a scontrarsi contro di essi nel modo più doloroso. Come per Zadig, anche l’Ingenuo subisce solo danni per il bene che compie e soffre le macchinazioni dei potenti. Imprigionato, avrà il tempo per istruirsi e, grazie alla sua natura benigna e alla mente serena, riuscirà a raggiungere una sapienza superiore. Purtroppo, non troverà la felicità. Queste poche pagine scritte con leggerezza ed eleganza fanno da supporto ad una critica lucida e mirata della società del XVIII secolo. Le illusioni, i pregiudizi, le abitudini, le mode, le ottusità trovano tutte il loro posto alla berlina. Come è pratica del pensiero illuministico, Voltaire esalta l’uso autonomo della ragione umana, davanti al quale le convenzioni sociali insensate non possono restare sacre ed inviolabili. Viene così deriso lo sterile ottimismo e il fatalismo, l’intolleranza religiosa e razziale, l’incapacità di comprendere ciò che non è familiare, i dogmi imposti per consuetudine; d’altra parte sono denunciate aspramente le disonestà e la corruzione della società moderna, schiava di un ordine gerarchico la cui giustificazione è persa nella notte dei tempi. Io sono un grande sostenitore dell’Illuminismo, che oggi non ha perso il suo valore. Purtroppo, come tutte le correnti si è trasformato in un’ideologia al servizio di un progetto sociale, nella fattispecie è stato il motore della riscossa borghese contro l’aristocrazia e gli antichi poteri costituiti (monarchia e Chiesa). Anche oggi ci sono dei centri di potere che rimbecilliscono le masse attraverso i mass-media, per tenerle assopite e per inculcare consuetudini ingiustificate, il cui unico scopo è garantire la persistenza di certi interessi economici. Il quadro non è poi così diverso, nella sostanza, da quello criticato da Voltaire. Gli uomini sono ancora persi nel sonno della ragione. Non posso che consigliare la lettura di questi libretti a tutti, perché in qualche modo sapranno dare qualche utile avvertimento. Ricordate, però: non spegnete mai il cervello e giudicate tutto quello che leggete senza soggezione. Presumo che Voltaire abbia voluto che si facesse così. |