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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 5/1/2008 9:15:50

CIME TEMPESTOSE --- di Emily Brontë

Vi chiederete perché impiego il mio tempo a leggere romanzi di inizio XIX secolo, o meglio, perché proprio Cime tempestose. I motivi sono due: tempo fa ho visto uno sceneggiato televisivo su questo romanzo e la storia non mi era dispiaciuta (nonostante la derisione di mio cugino); inoltre, c’è una canzone di Kate Bush che s’intitola Wuthering Heights con un testo molto particolare, in netto contrasto con la serenità del cantato e della musica. Avendolo in casa, non mi costava alcuno sforzo tirarlo giù dallo scaffale.

Nemmeno leggerlo è stato faticoso, anche se si tratta di 335 pagine piuttosto fitte. La vicenda è molto semplice: c’è un podere nella brughiera inglese chiamato Wuthering Heights, dove un giorno il padrone porta a casa un trovatello, che battezza col nome di Heathcliff. Il ragazzo si trova catapultato in una situazione ambigua, dove sconta la gelosia del figlio maggiore Hindley e del servo ipocrita Joseph, mentre diventa gradualmente il prediletto del padre adottivo e di sua figlia minore, Catherine. Tra Heathcliff e Catherine nasce una complicità che si trasforma in amore, un amore tormentato e romantico, vissuto da due spiriti indomiti e passionali. Il loro idillio non può durare perché il padre muore e Hindley riduce Heathcliff ad uno schiavo. Catherine conosce la famiglia Linton, i ricchi possidenti che abitano poco distante, in una villa chiamata Thrushcross Grange. Catherine decide di sposare Edgar Linton, ma il suo amore per Heathcliff rimane ed avrebbe desiderato aiutarlo. Heathcliff ne è ferito e fugge di casa, sparendo per tre anni. Al suo ritorno, ha fatto fortuna e giunge a rilevare l’ipoteca su Wuthering Heights, che Hindley aveva acceso per pagare i suoi debiti. Infatti, Hindley aveva perso la moglie poco dopo la nascita del figlio Hareton ed era piombato in uno stato di profonda depressione, dandosi al bere. Heathcliff giunge e diventa il tiranno della casa, umiliando Hindley fino a che questi morirà tentando di assassinarlo, e prendendosi cura di Hareton, trasformandolo in un bruto ignorante. La sua terribile ira deve però colpire anche i Linton e Catherine: egli adesca e sposa la sorella di Edgar, Isabel, per poi maltrattarla fino a farla fuggire di casa. Nel frattempo, il dolore causato dalla gelosia e da un parto prematuro, uccidono Catherine. Da qui in poi Heathcliff proseguirà la sua opera di distruzione con crescente crudeltà e dedizione, rovinando le vite di Edgar, di sua figlia Cathy, di Hareton e del figlio di Isabel, Linton. Mi sono già dilungato troppo, ma sappiate che alla fine Heathcliff morirà perché Catherine porterà finalmente via la sua anima (in modo assai misterioso) ed i superstiti (Cathy e Hareton) potranno ritrovare la pace.

È una storia triste, dove i personaggi sono pieni di sentimenti eccessivi, siano essi positivi o, come accade più spesso, negativi. L’autrice compie una disamina dei peggiori sentimenti umani, elevandoli all’eccesso nei diversi personaggi ed astenendosi dal commento. Non c’è religione, non c’è morale, non c’è educazione nelle azioni dei personaggi, solo il dirompente effluvio della passione. È una caratteristica così comune che in questa vicenda non si possono individuare personaggi malvagi o buoni: tutti sono ugualmente oppressi ed oppressori appena possono farlo, forse solo ad Heathcliff è concessa una crudeltà superiore. Non è un romanzetto all’acqua di rose, quindi, come avevo pensato guardando la fiction in televisione.

Non è di certo una lettura obbligata, ma se una storia così cruda e sgradevole è pervenuta sino a noi il motivo sta tutto nelle grandi capacità della scrittrice. Lo stile di Emily Brontë è davvero scorrevole ed accattivante, poiché sa trasmettere in poche righe sentimenti complessi e sensazioni articolate. Le sue esperienze di vita si trovano condensate nel romanzo, per cui assistiamo a descrizioni fedeli e realistiche di situazioni spiacevoli, come l’ubriachezza molesta, la malattia costituzionale, l’ipocrisia religiosa radicata e molto altro, ciascuna delle quali affidata ad un diverso personaggio. Non c’è spazio per la serenità in Cime Tempestose, solo per tempesta e passione. Un romanzo chiave del Romanticismo inglese.
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