Re: Recensioni dei libri |
Oggetto: Re: Recensioni dei libri inviato da Gurgaz il 5/1/2008 9:57:02 IL GIORNO --- di Giuseppe Parini Di questi tempi la mia lista di letture è piuttosto lunga e non accenna a diminuire. Un motivo potrebbe essere il continuo inserimento di brevi “extra” tra i titoli “obbligatori”. L’ultimo libro fuori programma che ho affrontato è il Giorno di Giuseppe Parini. Stavolta non si tratta di un’opera a lungo bramata e rinviata; è semplicemente un testo che mi è capitato tra le mani. Il capolavoro di Parini è stato pubblicato a puntate, che corrispondono alle attuali suddivisioni. Il Giorno è ripartito in quattro sezioni: il Mattino (1763), il Mezzogiorno (1765), il Vespro e la Notte (1801). È un poemetto breve, che a prima vista potrebbe sembrare di agile lettura; in effetti, conta poco meno di quattromila versi. Se la mole è un ottavo rispetto ai poemi cavallereschi che ho letto, la ricchezza, la complessità e la struttura del testo poetico lo rendono incredibilmente pieno. Si tratta del lavoro di una vita intera. Parini fu un dotto lombardo, che seppe accogliere le idee dell’Illuminismo e trasmetterle in modo efficace negli ambienti dell’alta società italiana. Persona di indubbie qualità intellettuali, ha lasciato un corpus di opere abbastanza ridotto, in cui la scarsa quantità è compensata dall’altissima qualità, frutto di un continuo sforzo di miglioramento, correzione e rimaneggiamento. L’argomento del poema è suggerito efficacemente dal titolo: è la giornata tipica di un “giovin signore” dell’aristocrazia milanese. Attraverso gli occhi del suo precettore, osserviamo i momenti salienti della vita quotidiana del nobile: nel Mattino ci sono presentati il risveglio e la toeletta; nel Mezzogiorno un pranzo sontuoso, i conseguenti discorsi e i giochi tra i convitati; nel Vespro le visite di cerimonia e la sfilata di cocchi per la città; infine, nella Notte un ricevimento in una casa patrizia. Oltre all’accuratissima descrizione delle operazioni tipiche e dell’etichetta, la narrazione è corredata da brevi racconti, atti a chiarire il pensiero dell’autore. L’occhio con cui Parini osserva e giudica la vita frivola dei nobili, dedita alle mollezze e alla vanità, è velato di sarcasmo. Il poeta evidenzia e deride con puntualità le contraddizioni (il cicisbeismo) e le ingiustizie presenti nella società aristocratica (è utile, a tal proposito, leggere il Dialogo sopra la nobiltà di Parini), tracciando un quadro chiarissimo della situazione, senza però scadere nella satira. Spesso, l’ironia è comunicata adottando un tono solenne per fatti risibili ed incresciosi (per citare l’episodio più celebre: e tu, vergine cuccia, idol placato da le vittime umane, isti superba). La sua critica è lucida, maturata dopo una lunga osservazione personale dei fatti raccontati; tuttavia, dal poema traspare non solo la perfetta conoscenza dell’etichetta e delle abitudini patrizie, ma anche un certo piacere dell’autore nel descrivere il bel mondo, con tutte le sue amenità, i suoi lussi e i suoi vezzi. Non restano grandi dubbi sulle idee progressiste ed egualitarie di Parini; è certo però che in vita fu molto attento a salvaguardare i propri interessi. Il Giorno possiede un testo complesso, assai ricercato nel lessico. In più, la lettura risulta oltremodo difficile per l’uso dei versi sciolti, operazione che porta all’abbondanza di cesure ed enjambement. Può quindi accadere che il lettore si disorienti, soprattutto nelle digressioni, dove di punto in bianco si abbandona il filo coerente della narrazione per accennare ad episodi mitici, di cui non è facile vedere subito le analogie con la realtà. Un testo poetico di gran pregio letterario e un importante documento storico, mi sento di consigliarlo a chi ama moltissimo la poesia. Nel suo essere in bilico tra prosa e versificazione e nel suo tentennare tra Illuminismo e Neoclassicismo, è un’opera cardine della letteratura italiana. |