Re: Recensioni dei libri |
Oggetto: Re: Recensioni dei libri inviato da Gurgaz il 5/1/2008 10:28:23 MITI E LEGGENDE DEGLI INDIANI D’AMERICA --- di Richard Erdoes e Alfonso Ortiz La storia americana mi affascina da quando sono bambino, col suo Far West, la corsa all’oro, le guerre indiane, episodi fondamentali dello sviluppo di quella nazione. Tuttavia, non è servito molto tempo per capire che dietro le prodezze dei cowboy e del Settimo Cavalleria c’era un intero popolo che stava soffrendo l’espropriazione dei suoi territori, nonché il soffocamento di uno stile di vita millenario. È con l’intento di scoprire questo modo di vivere, a partire dalle credenze spirituali alla sua base, che mi sono accostato a questo testo. Si tratta di una raccolta di centocinquanta leggende, attinte dalla vasta tradizione orale indiana, registrate dal vivo da Richard Erdoes (uno dei più grandi appassionati di cultura indiana e un abile prosatore), tradotte da Alfonso Ortiz (un indiano Pueblo, antropologo) dai pochi testi scritti a disposizione, oppure ricavate dalle raccolte di autori precedenti. In tutto 640 pagine, dove si può ripercorrere le date salienti della storia dei pellerossa, entrando per quanto possibile nel loro modo di pensare. I racconti sono stati suddivisi in sezioni tematiche, perciò troviamo: leggende della creazione umana, racconti sulla creazione del mondo, leggende dove intervengono gli astri del cielo, racconti epici, leggende di guerra, racconti d’amore, leggende del briccone (che nella cultura indiana è il Coyote), storie di animali, leggende su spiriti e fantasmi, visioni della fine del mondo. Tutti questi ambiti sono stati diversamente concepiti e trattati da ciascuna cultura indiana. In ciascuna leggenda sono facilmente identificabili i tratti distintivi della tribù che se la tramanda: in quelle Sioux compare spesso il bisonte, vera e propria fonte di vita per quei cacciatori, in quelle Pueblo è presente il grano, principale strumento di sussistenza per gli indiani del sud. Inizialmente un po’ di disorientamento è inevitabile, perché tra la nostra cultura e quella indiana c’è un abisso, difficile da superare. Frequente è la tentazione di leggere questi racconti come fossero fiabe per bambini, giudicandoli secondo il nostro punto di vista. Forse può stupire il fatto che i pochi superstiti di questa cultura narrino ancor oggi questi racconti e ne creino di nuovi. Sta di fatto, che il popolo indiano è ancora fortemente religioso e legato alla terra, nonostante la realtà moderna in cui ha dovuto disperdersi. Per comprendere la loro sensibilità, così come per rendersi conto di quanto armoniosa e saggia sia la loro concezione del mondo, occorre qualcosa di più della semplice curiosità. Se ci si accosta alla lettura con rispetto, si potrà scoprire un mondo spirituale di comunione con la natura, che le altre grandi culture hanno perso ai tempi dell’Eden, se mai ci sono stati. Non si può nemmeno misconoscere la bellezza di certi racconti, la poesia e la densa trama di seminali allegorie che sanno creare. Di questo dobbiamo ringraziare i curatori e il traduttore, che hanno compiuto un lavoro perfetto. Non so se sia facile reperire questo libro. I miei genitori lo hanno acquistato anni or sono, per posta. Questi racconti mi sono stati propinati come fiabe, ma non lo sono. Sono documenti vivi di un popolo e di uno spirito che finiranno purtroppo per scomparire. Oggi la popolazione indiana è ridotta a poche decine di migliaia di individui, sparsi nelle cosiddette riserve. Alla fine del libro, un’utile appendice aiuterà a ricostruire in parte il destino delle varie tribù, molte delle quali sono già scomparse. Se vi sentite animati da uno spontaneo interesse per questo popolo vinto e prostrato, portatore di una saggezza antica e in un certo senso illuminante, allora vi consiglio di ricercare quest’opera. Anche se non la leggete tutta, può rimanere sullo scaffale ed essere recuperata, per leggere qualche racconto che in quel momento sentite particolarmente vicino. |