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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 5/1/2008 10:54:30

IL PENDOLO DI FOUCAULT --- di Umberto Eco

L’esigenza di rileggere questo testo, passatomi fra le mani nel 2001, è stata suscitata da The Da Vinci Code. Sentivo il bisogno impellente di ripulirmi dalle fandonie di Brown e di apprezzare un vero romanzo incentrato sull’esoterico.

Il pendolo di Foucault è datato 1988 e si presenta come uno dei libri di narrativa più complessi, ricchi, articolati, stilisticamente variati che io abbia mai letto. Il racconto abbraccia quasi vent’anni, dal 1968 al 1984, con le dovute cesure temporali. Il protagonista è Casaubon, detto Pim, un laureato in lettere nel periodo della “rivoluzione giovanile”; mentre sta scrivendo una tesi di laurea sul processo ai Templari, fa la conoscenza di Jacopo Belbo, un redattore piuttosto colto e con la passione segreta per la scrittura. Saputo l’argomento della tesi, Belbo invita Casaubon alla casa editrice Garamond, dove un personaggio strampalato, il colonnello Ardenti, gli presenta uno dei tanti tentativi di risolvere il mistero dei Templari, che prevede un Piano di proporzioni storiche immani, il cui scopo è la conquista del mondo. Liquidato lo scrittore, Casaubon, Belbo e l’ebreo Diotallevi, appassionato di cabala, si divertono a congetturare sul Piano proposto dal colonnello. I tre si separano, perché Belbo si trasferisce in Brasile, ma le loro vite continuano ad essere inspiegabilmente sfiorate dall’esoterico. Ardenti scompare in circostanze misteriose, mentre Casaubon incontra il signor Aglié, che lo introduce ai riti occulti afro-americani e alle leggende dei Rosa-Croce. Ritornato in Italia, Casaubon accetta di lavorare per la Garamond. Un’idea dell’intraprendente proprietario della casa editrice riporta in scena l’occulto, assegnando ai tre amici la selezione deglii autori per una collana esoterica. Ascoltare storie fantasiose e folli finisce per stancare i tre redattori; per alleviare la noia essi scelgono di congetturare a loro volta, modificando e rendendo più suggestivo il Piano dei Templari proposto anni prima da Ardenti. Belbo viene sempre più coinvolto dal gioco, per il fatto che la cospirazione segreta è verosimile. I tre autori sanno che è tutta un’invenzione, ma qualcuno li prende sul serio...

Il lettore che giunge al termine di questo romanzo può dirsi iniziato a tutti i più grandi misteri esoterici della storia umana. Mentre i protagonisti inventano il Piano, l’autore ha modo di comunicare una miriade di nozioni, tutte di grandissimo interesse e presentate con distacco e rigore delle fonti (a differenza di Mr. Brown, dove i personaggi sono sempre molto entusiasti dei loro segreti da quattro soldi). Cabala, fisica, crittografia (quella seria!), alchimia, simbologia, Templari, Rosa-Croce, Massoneria, Assassini di Alamut, sette segrete, druidi, fattucchieri, medium, spiritismo, animismo; il Piano è una costruzione fantasiosa che comprende e correla ogni cosa. È davvero affascinante apprenderne la costruzione, poco importa se si rischia di perdere il filo.

La prosa di Eco è molto ricercata, involuta, originale e dirompente; la proprietà lessicale è spinta ai limiti della pazzia e penso che non sarò mai in grado di comprendere tutti i vocaboli di questo testo. Al contrario de il nome della rosa, il pendolo di Foucault è un racconto poco accattivante per il lettore in cerca di una bella storia. È una manna per chi adora essere erudito mentre legge per divertirsi, o stimolato alla riflessione su tematiche mai fuori moda, come la credenza nell’esoterico, che interessa ancora l’uomo post-illuministico. L’azione è molto blanda e ristretta a poche pagine; non si tratta di una suspence-novel o di un giallo. È un enorme compendio di informazioni, presentate in una forma più accattivante del manuale. In più, attraverso i personaggi, Eco riesce a comunicare le sue opinioni, mantenendo una prospettiva lucida e razionale.

In certi punti quasi illeggibile, è un romanzo che sa appassionare ed annoiare allo stesso tempo, perché non resta focalizzato sulla vicenda ma divaga per dare profondità ai personaggi, che sono ritratti in dettaglio. Lo consiglio a chi cerca una prospettiva più realistica ed attenta sugli arcani dell’umanità ed è disposto a faticare per averla. Insomma, a chi non si accontenta della tronfia mediocrità di Dan Brown.
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