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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 5/1/2008 11:01:31

SECCHIA RAPITA (LA) --- di Alessandro Tassoni

Con quest’opera concludo la lunga lista di poemi cavallereschi italiani che mi porto dietro dalla quarta superiore. È un finale un po’ in sordina, perché si tratta di un poema eroicomico, oltre che breve. Confesso che ha saputo entusiasmarmi e deludermi in ugual misura.

La Secchia Rapita è stato pubblicato per la prima volta nel 1622 ed è un racconto in versi abbastanza spiccio (12 canti da 70 stanze l’uno). Si tratta di un’opera minore, lasciata in un cantino fino agli inizi del XX secolo, quando l’interesse per lo stile iniziò a lasciar spazio allo studio storico della letteratura. Infatti, il poema di Tassoni è ricco di informazioni sulla sua epoca: nomi, avvenimenti, abitudini, usanze, dialetti, espressioni tipiche e molto altro. Se non c’è interesse per questi argomenti, ne la Secchia Rapita non si troverà pane per i propri denti. Non sapendo nulla a riguardo, mi sono accinto alla lettura, incoraggiato dall’agilità del volume.

La vicenda si ispira a fatti realmente accaduti, favoleggiando sulle cause e sugli avvenimenti. È narrata una guerra tra Modena e Bologna, città tradizionalmente rivali (la prima legata all’Imperatore di Germania, la seconda fedele vassalla del Papa). Il motivo del conflitto è quanto mai ridicolo: i Modenesi sottraggono una secchia da un pozzo in territorio bolognese. Per questa secchia, che ha la stessa funzione di Elena nell’Iliade, si radunano gli eserciti, composti dai vari alleati delle due città. La guerra procede con alterni successi, finché alcuni eventi soprannaturali interrompono le contese lasciando spazio ad argomenti amorosi e cortesi, in cui la scena è dominata dall’unico vero personaggio del poema: il conte di Culagna, un cavaliere codardo e maldestro, che si innamora perdutamente della bella guerriera Renoppia e decide di avvelenare la propria moglie per poter coronare il suo sogno d’amore. Non solo finisce per sorbirsi il veleno (in realtà il medico gli aveva dato un semplice lassativo), ma si scopre anche cornificato dalla stessa moglie. Allora il conte sfida l’amante di lei, facendo una figuraccia dietro l’altra. Terminate le disavventure del conte, la guerra volge alla conclusione grazie all’intervento di un messo papale, che mette d’accordo i contendenti.

Tassoni offre una discreta mole di notizie in questo libretto, in buona parte poco interessanti per il lettore moderno e sovente indecifrabili, poiché si riferiscono a fatti e persone caduti nel dimenticatoio da secoli. Inoltre, si tratta di un’opera ancora poco studiata e commentata: l’unica versione che ho reperito è del 1912 (di P. Papini, ristampa del 1984) e le note sono sovrabbondanti, pesanti e spesso poco pertinenti, almeno per le mie esigenze. Così, in alcune parti in cui il poeta si dilunga in elenchi di nomi ed avvenimenti storici, ho dovuto fare l’esperienza della noia tra le allusioni incomprensibili di Tassoni e le glosse di lunghezza biblica di Papini.

La narrazione, invece, è abbastanza briosa e divertente. Tassoni riesce a prendere in giro qualsiasi cosa: letteratura antica (soprattutto i poemi omerici), letteratura cavalleresca, personaggi ed usanze del suo tempo, con una varietà incredibile in meno di seimila versi. Dietro gli eserciti c’è lo zampino di divinità pagane (Zeus & Co.), la cui presenza di sfondo è del tutto assurda, visto che in terra c’è il Papa; d’altra parte abbiamo scontri epici, ma dopo una serie di insulti e terribili scambi di fendenti si assiste a risoluzioni burlesche, in cui ad un contendente cascano le braghe e, finito in acqua, non riesce a nuotare affogando miseramente.

Nulla di imperdibile: un’opera che si può gustare nei suoi tratti più ameni solo se si ha un’idea di che cosa Tassoni vuole prendere in giro, se non altro nella letteratura. Purtroppo ciò richiede un sacco di letture prima di questa, ma forse per la Secchia Rapita non ne vale la pena. Per me è stata un’esperienza agrodolce: occorre essere ben più che appassionati di cultura letteraria per trarne gratificazione.
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