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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 2/2/2008 21:23:33

GLI ELISIR DEL DIAVOLO --- di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann

Ecco un autore poco conosciuto ed un libro di cui è facile ignorare l’esistenza. Non so che ispirazione mi abbia indotto a tirar giù dallo scaffale Gli Elisir del Diavolo, ma di certo non è stata una tentazione di Satana. In quel momento avevo bisogno di un romanzo che sapesse regalare il piacere della lettura, unito ad uno stile profondo e ad un pensiero sofferto, onde controbilanciare le opere contemporanee che avevo appena terminato.

Quella narrata da Hoffmann è una storia densa di mistero, passione ed ambiguità. Il protagonista è un frate, Medardo, fervente predicatore in un convento di cappuccini, ma che all’improvviso viene turbato dalla comparsa di una giovane donna, Aurelia, che lo riempie di brame terrene. Un giorno scopre nella cripta del monastero una singolare reliquia, una fiala di elisir che il Diavolo in persona avrebbe consegnato a Sant’Antonio. Medardo ruba la reliquia, ne gusta il contenuto e da quel momento la sua vita claustrale non è più la stessa; alla prima occasione getta la tonaca alle ortiche e fa il suo ingresso nel mondo. Per una serie di coincidenze l’ex-frate guadagna l’accesso a corti di nobili e principi, presso le quali si macchia di orribili crimini nel tentativo di saziare i suoi desideri mondani. È continuamente obbligato a spostarsi e lungo il cammino incontra spesso un frate folle che gli rassomiglia, una sorta di doppio che lo insegue per farsi beffe di lui. Che sia il Nemico in persona? Aiutato dal singolare pittore Pietro Belcampo raggiunge l’Italia, roso dal rimorso e dall’orrore per i peccati commessi. La penitenza che si infligge è talmente severa da guadagnargli ironicamente la nomea di santo, finché il Papa stesso lo chiama a sé. Ma forze invidiose e terribili tramano contro di lui e la scelta migliore è tornare in Germania, nel vecchio convento. Lì il Priore gli rivela l’identità del suo doppio ed i fili contorti degli eventi sono finalmente riannodati.

Una trama assai complicata, difficile da riassumere perché è un mistero di cui non si intuisce la soluzione. Hoffmann è un maestro nel calare il lettore nella limitata prospettiva di Medardo, al punto che egli crede perfino di aver commesso crimini perpetrati da altri. Alcuni brani sono pieni di visioni, di deliri e di incontri inquietanti, al punto che ci si chiede spesso dove stia il confine tra fantasia di realtà. L’autore però non scrive un racconto immaginario; per quanto la vicenda di Medardo sia colma di incredibili coincidenze, svelate col contagocce man mano che si prosegue, la sua storia è all’insegna del realismo più rigoroso.

Lo stile di Hoffmann è molto ricercato, una prosa superba, faconda e fascinosa, almeno per chi non si spaventa davanti ai termini altisonanti, ai monologhi interiori e alla passione con cui gli scrittori romantici vergavano i propri romanzi. C’è grande forza espressiva ne Gli Elisir del Diavolo, un racconto giallo datato 1815, dove si esplica l’eterna lotta tra Bene e Male che furoreggia nel cuore di ogni uomo. L’animo del protagonista ospita gli ideali più nobili assieme a voluttà perverse ed incubi diabolici, una confusione interiore dovuta al contrasto tra il sincero amore per Aurelia e la lussuria che lo divora. È una sfida raccontata magistralmente, una sofferta ricerca di redenzione, il tutto calato nel contesto di un romanzo d’avventura, d’orrore e di mistero.

Non c’è solo questo nell’opera di Hoffmann: ci sono freschi quadri dell’Europa ottocentesca, della sua nobiltà in decadenza, della Chiesa corrotta ed una profonda indagine psicologica attorno a questi ambienti. Sono molti i problemi accennati in queste 329 pagine e la riflessione va ben oltre il loro collocamento storico. Ma il bello de Gli Elisir del Diavolo è che si tratta di una lettura gradevole, appassionante e poliedrica, da raccomandare a chi cerca un testo elaborato, completo e soprattutto fuori dai soliti schemi. I testi originali ed innovativi si trovano anche nel passato.
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