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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 8/11/2006 20:14:34

DELITTO E CASTIGO --- di Fëdor Dostoevskij

Con Delitto e castigo concludo la lettura dei quattro romanzi principali di Dostoevskij, ma dubito che abbandonerò tanto presto un autore così coinvolgente ed abile nel ritrarre la psicologia umana. Mi chiedo se sia stata l’epoca, il luogo o la movimentata esistenza dello scrittore ad affinare l’acutezza del suo spirito e a fungere da spunto alla sua instancabile penna.

Nel 1866 Dostoesvkij si sposò per la seconda volta, poco dopo la pubblicazione di questo libro. Delitto e castigo racconta l'angosciante storia dello studente Rodion Raskolnikov; oppresso dall’indigenza che gli tarpa le ali, il giovane decide di compiere un delitto che alla sua ragione pare sacrosanto, poiché intende togliere di mezzo un vecchia e diabolica usuraia per salvare decine di esistenze, tra cui la sua. Raskolnikov agisce più di impulso che per premeditazione, così gli omicidi diventano due. La fortuna lo assiste, perché non restano prove della sua colpevolezza. Da qui in poi si articolano diverse storie interconnesse: le vicissitudini della sorella di Rodion, Dunia, con i vari spasimanti; la carità che l’assassino dimostra verso la misera famiglia dei Marmeladof, presso i quali egli è considerato un benefattore; l’inesorabile venuta a galla della verità, con il giudice Porfirij Petrovic che sottopone il protagonista ad un’angosciosa pressione psicologica. Alla fine, Raskolnikov accetterà il castigo, poiché solo con la sofferenza può rigenerarsi nell’animo. Per fortuna, ha vicino a sé Sonja, figlia di Marmeladof, che lo assisterà con devozione.

Il libro conta solo 266 pagine, che è poco per un romanzo di Dostoevskij, tuttavia la vicenda è ricca e completa in ogni sua parte. Sono stato un po’ sfortunato, perché mi sono beccato un’edizione piena di refusi e tradotta in modo poco accattivante. Ciò non mi ha impedito di gustare la profondità del pensiero ed i grandi temi che questa breve vicenda riesce ad esaminare. Si parla della libertà individuale all’interno della società, dei limiti della morale ordinaria, del rapporto tra la massa e chi la deve governare. C’è perfino l’antinomia uomo-superuomo, una sorta di concetto nietzscheano in nuce, sebbene l’autore russo faccia fallire miseramente l’impulso vitale di Raskolnikov, che desiderava elevarsi in qualche modo al di sopra della mediocrità.

Peccato che Nietzsche abbia letto in Dostoevskij solo quello che gli piaceva di più; il destino del protagonista è infatti emblematico ed accomuna tutti i superuomini (o presunti tali) della storia. Al delitto segue il castigo, sia che nasca dalla coscienza o che venga messo in atto dalla giustizia civile. Raskolnikov lo subisce in entrambe le forme, anche se la maggior pena è il fallimento del suo tentativo. Solo l’amore di Sonja, l’aiuto di Dio e i lunghi anni di lavori forzati possono redimerlo una volta per tutte. Come al solito, in Dostoevskij non può essere assente un messaggio di stampo prettamente cristiano.

Questo è il romanzo adatto a chi vuole accostarsi per la prima volta a Dostoevskij. Personalmente ritengo L’idiota e I fratelli Karamazov più completi ed appaganti, ma contano rispettivamente il triplo ed il quadruplo delle pagine di Delitto e castigo. La mole non eccessiva, la prevalenza dell’azione sulla descrizione, la generale brevità degli episodi e dei nuclei tematici lo rendono particolarmente appetibile, anche per chi non è abituato a divorare i libri. Da parte mia, consiglio di leggerli tutti, perché è tempo investito bene.
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