Re: Recensioni dei libri |
Oggetto: Re: Recensioni dei libri inviato da Gurgaz il 15/2/2009 14:47:50 SAHARA --- di Clive Cussler Dopo lunghi tentennamenti ho trovato il coraggio di leggere un romanzo scritto da un autore “mainstream” americano, cioè uno di quelli che vendono milioni di copie, sfornano pagine ad un ritmo pazzesco e hanno costante successo presso pubblico e critica, che per qualche strano motivo non gli danno mai contro. L’esperimento è stato condotto su un libro che ho trovato in casa, Sahara di Clive Cussler, romanzo del 1993 di cui ho visto il film senza che mi rimanesse impressa la trama. Le prime cinquanta pagine sono spiazzanti, perché non si capisce un accidente. Cussler racconta la fuga di una corazzata sudista durante la guerra civile americana, poi la sparizione nel deserto del Sahara dell’aviatrice australiana Kitty Mannock. All’improvviso inizia la storia vera: nel golfo di Guinea si è formata una marea rossa di dinoflagellati mutanti, la cui crescita inarrestabile accompagnata dalla soppressione degli altri organismi marini rischia di provocare un disastro ecologico globale. Dirk Pitt e Al Giordino, uomini pieni di risorse e capaci di cavarsela in ogni situazione, sono inviati in missione lungo il Niger per scoprire l’origine della contaminazione. Nel frattempo un team di scienziati dell’OMS, di cui fa parte la dottoressa Eva Rojas, è nel Mali perché un’epidemia terrificante sta decimando la popolazione locale. Il governo del paese, saldamente in mano al generale Zateb Kazim, vuole proteggere le criminose attività di smaltimento rifiuti gestite dal magnate francese Yves Massarde, per questo gli scienziati spariscono nel nulla e ben presto Pitt e Giordino si trovano a combattere nel Sahara Occidentale una guerra senza quartiere. Dirk Pitt è l’alter-ego avventuroso dello stesso Clive Cussler, fin dalla gioventù impegnato in imprese rischiose come il recupero di relitti e la ricerca di tesori scomparsi. Forse i fan riterranno Pitt un personaggio credibile, perché forte delle esperienze dell’autore, ma io credo che Cussler non abbia compiuto neppure la metà delle prodezze della sua controparte fantastica, altrimenti non sarebbe qui a raccontarle. Sahara è il perfetto romanzo d’avventura, dove l’accurato realismo si mescola a prospettive apocalittiche e situazioni estreme. A parte il finale un po’ eccessivo, la vicenda si mantiene verosimile e non allenta mai la tensione. Ci si diverte molto a leggere questa bella avventura e, quel che è più importante, non si scuote mai la testa per l’eccessiva banalità. I personaggi sono una miriade, oserei dire fin troppi, e ciascuno è descritto secondo un giusto grado d’approfondimento. Molto interessante l’ambientazione africana improntata sul Mali, uno degli stati più poveri della Terra, ma che sfiora anche Algeria, Benin, Niger ed Egitto. Questi i teatri selvaggi e misteriosi della disperata impresa dei protagonisti, che si dimostrano autentici “duri a morire”. La fortuna (= l’autore) è dalla loro parte e le loro manovre danno sempre l’esito sperato, ma c’è sufficiente tensione ed incertezza per tener viva l’attenzione. La traduzione italiana (Roberta Rambelli per Longanesi) è discreta e riproduce una prosa semplice e regolare, il cui scopo è raccontare nel modo più suggestivo e divertente possibile. Direi che ci riesce in pieno, perché le 560 pagine scritte in piccolo scorrono senza intoppi, grazie alla trama ben studiata e alle rapide digressioni presso gli uffici presidenziali americani, il Palazzo di Vetro e le sedi di organizzazioni internazionali. Oltre ad appassionare con un bel racconto, Cussler cerca di trasmettere un messaggio ecologista e di invocare un impegno globale a favore dell’ambiente. Ovvia conseguenza di questo è il ruolo centrale dell’ONU, mentre l’America appare trattenuta dalla burocrazia interna. Negli Anni Novanta si credeva a tal punto nelle Nazioni Unite che l’autore si è perfino immaginato un Segretario Generale donna. Al di là che si creda o meno negli organismi internazionali, trovo che alla fine i cattivi facciano una fine troppo brutta perché si possa gioire della vittoria. Per il resto, Sahara è una buona lettura per svagarsi e calarsi in realtà per noi molto distanti. |