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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 21/10/2009 0:01:48

LA SAGA DI ELRIC DI MELNIBONÈ --- di Michael Moorcock

La prima volta che ho letto i racconti di Elric di Melniboné avevo diciannove anni e mi cibavo di fantasy come tanti giovani di quell’età ed epoca. Passare da racconti tutto sommato indolori all’approccio pseudo-filosofico di Moorcock segnò per me un importante salto di qualità. Per la prima volta il fantasy non mi sembrò solo evasione, ma anche qualcosa che poteva arricchire la mia personalità. Siccome è stata la scintilla che ha fatto scaturire la mia passione per la scrittura, ho scelto di rileggere le opere di quest’autore a distanza di anni, anche per confrontarle con la mia produzione letteraria e per valutare la bontà della recente ristampa Fanucci.

Non bisogna dimenticare che queste opere furono scritte nei primi Anni Settanta. Allora l’idea di un anti-eroe albino armato della spada demoniaca Tempestosa, imperatore rinnegato di una nazione di semidei, Campione Eterno e forgiatore del destino di un mondo dove si battono le forze del Caos e della Legge, soggette ad un Fato immutabile per tutti, era assai originale. Elric è affascinante nella sua debolezza di corpo e confusione d’animo, difetti che non gli impediscono di compiere imprese al di sopra delle possibilità umane. La sua vicenda è strana, a tratti molto triste, spesso frenetica, onirica, spietata e ricca di sfaccettature inattese. Non si indugia su passioni banali, eventi modesti e piccolezze; a Moorcock interessano le tappe fondamentali del destino di Elric e dei Regni Giovani, le battaglie in cui muoiono dei, demoni e i signori delle nazioni, o in cui antiche leggende trovano compimento.

Lo stile di scrittura è semplice ed agile come è tipico del genere, tuttavia l’autore si concede qualche vezzo ed adotta termini più ricercati del solito, pur inseriti in un periodare asciutto e spesso molto semplificato. I personaggi si scambiano auliche battute e le descrizioni sono roboanti, ma sono dominate dal concetto di brevità ed essenzialità. Il ciclo base di Elric non si concede strappi alla regola; solo nei racconti successivi, come La Fortezza della Perla, Moorcock amplia un po’ i dialoghi e a si sofferma a lungo su visioni e sensazioni. In entrambe le espressioni artistiche è mantenuta la scorrevolezza del testo, che garantisce sempre il piacere della lettura.

Il mondo di Elric non è solo novità, colore, magia ed avventure. Queste formano l’ambiente da cui lo scrittore trae ispirazione per ragionamenti universali sull’uomo, sulla libertà che gli è data e sulle seduzioni che questa comporta. Moorcock non dà soluzioni e predica meno di quel che ci si aspetta, avvalendosi di espedienti letterari anche molto semplici per sbloccare le situazioni ideologicamente irrisolvibili. Non c’è totale coerenza di pensiero tra le varie fasi della saga: in certi punti Elric appare disperato e privo di qualsiasi aspirazione, altre volte è crudele e vendicativo, fino a diventare all’occorrenza un benefattore dell’umanità più virtuosa (vedi La Fortezza della Perla). C’è quindi etica e filosofia in questi racconti, ma caratterizzate da aspetti arbitrari e contraddittori, “figli del Caos” per dirla con l’autore. Questo è uno dei pregi della produzione di Michael Moorcock, che sa porre tante domande stimolanti in modo accessibile, ma nello stesso tempo è una mancanza di coerenza che gli impedisce di essere un capolavoro della letteratura. Ciò nondimeno, un amante del fantasy non può lasciarsi scappare questi romanzi avvincenti e seminali.

Nota all’edizione Fanucci: al di là della sintassi e del lessico adoperati, sempre adeguati e scorrevoli, segnalo un’eccessiva quantità di refusi e qualche scelta inspiegabile, vedi quel Dr.Jest criminalmente tradotto come “il Clemente”, in spregio alla passione dei vecchi lettori per questao agghiacciante personaggio secondario. Anche le incoerenze tra il contributo dei vari traduttori, ad esempio la spada Tempestosa che ne La Fortezza della Perla acquisisce improvvisamente l’articolo (“Elric impugnò la Tempestosa”), testimoniano approssimazione e fretta nel lavoro. Nel complesso si poteva fare meglio e una mappa allegata ai volumi era il minimo che si potesse chiedere, vista la difficoltà ad orizzontarsi in un mondo fantasy dalla geografia contorta.
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