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Re: Recensioni dei libri

Oggetto: Re: Recensioni dei libri
inviato da Gurgaz il 22/11/2006 0:05:11

IL MILIONE --- di Marco Polo

Prendere in considerazione il Milione è stato un moto impulsivo e non premeditato. L’ho adocchiato in biblioteca, ne ho scorso le pagine, ho intravisto migliaia di nomi esotici e mi sono portato a casa un tomo praticamente intonso. Grazie a questo testo medievale, dettato da uno dei più grandi viaggiatori della storia dell’umanità, ho provato quasi le stesse emozioni dei contemporanei di Polo.

Anche per me l’Asia è terra di misteri e le usanze dei suoi popoli mi appaiono strane ed inconcepibili. Figuriamoci come la pensavano gli Europei di allora! Nel 1298 Marco Polo era da poco rientrato dal suo viaggio, durato ventiquattro anni, ma il destino lo aveva condotto in una prigione genovese, dove rimase un anno intero. Nel frattempo, trovò una persona a cui dettare le numerose memorie delle sue peregrinazioni in Oriente. Il Milione uscì nel 1299 ed ebbe un gran successo, sicché è giunto fino ad oggi in numerose versioni. Non c’è dubbio che il redattore originario del testo e i successivi copiatori abbiano lasciato la loro impronta, come testimoniano alcuni commenti moralistici e trafiletti narrativi di maniera, tuttavia un’attenta lettura permette di distinguere queste intromissioni dalla singolare e stupefacente narrazione del mercante veneziano.

È un viaggio meraviglioso, che tocca Turchia, Mesopotamia, Iran, Armenia, Afghanistan, Sinkiang (Cina settentrionale), Mongolia, Catai (Cina), Indocina, Indonesia, India e Arabia. Le zone meglio descritte sono quelle dove Marco Polo ebbe tempo di soffermarsi, in particolare la Cina, soggetta a dominazione mongola, e l’India. Il veneziano trascorse ben diciassette anni al servizio del Gran Khan, per conto del quale governò province e viaggiò da un capo all’altro dell’impero. Egli non manca di riportare l’organizzazione politica, civile, legislativa, economica e militare del Catai, vergando pagine dettagliate di storia culturale. È incredibile come, leggendo un testo così antico, un moderno lettore possa apprendere utili nozioni sui popoli orientali. Certe usanze, infatti, sono dure a morire e i popoli non cambiano mai del tutto il loro modo di intendere la vita e l’organizzazione della società.

Marco Polo fu un uomo davvero eccezionale. Sebbene nel suo libro non racconti nulla di sé, alcuni tratti della sua personalità si stagliano chiari e distinti tra le righe. Egli attraversò decine di paesi, visse in mezzo a popoli stranieri e conobbe le loro usanze, che registrò con acuto spirito d’osservazione, in un’ottica di rispetto e tolleranza che è insolita per un uomo del Medioevo. Nel Milione sono presenti anche un sacco di fesserie, riguardo ad eventi miracolosi o alle arti magiche di sedicenti incantatori. Queste superstizioni collocano l’autore tra gli uomini del suo tempo, mentre la sensibilità e la precisione con cui descrive usi, costumi, commerci, religione, legislazione, governo, personaggi ed avvenimenti storici lo configurano come un fedele e serio cronista.

Lo stile della prosa è medioevale, pertanto non è indicata per chi non sopporta i pleonasmi e le parole desuete, che costringono spesso a consultare il glossario. Del Milione esistono più versioni e di solito il curatore ne sceglie una, che è il testo principale, alla quale interpone stralci delle altre, qualora aggiungano informazioni supplementari. Oltre che da queste cesure e dalla difficoltà lessicale, la lettura è disturbata anche da un’eccessiva schematicità, poiché per ciascuna regione il Polo enumera le stesse identiche cose, anche se obiettivamente non sono interessanti. Quando, invece, si sofferma su un preciso argomento e lo approfondisce, il libro si fa coinvolgente e stupisce per realismo e profondità.

Non consiglio il Milione a chi cerca un libro per passare il tempo e si spaventa per le 389 pagine scritte in piccolo, o per la prosa trecentesca, o per la sterilità di alcune parti. È più adatto a chi vuole informarsi sull’Oriente, attraverso gli occhi di un europeo del Medioevo. Può sembrare un’assurdità, ma è un’esperienza istruttiva e premiante.
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