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Re: [Prologo] - Maltravasso

Oggetto: Re: [Prologo] - Maltravasso
inviato da =Dr.Scherzo= il 24/1/2009 21:05:04

Le portate si susseguono, con gran lavorio di mascelle. Al cappone s’aggiunge presto una fumante zuppa di porco, poi un vassoio di fichi ripieni, una abbondante pignatta di frittelle alle erbe aromatiche, una grossa scodella di purè di fave, non meno di dieci salsicce alle spiedo ed un saporito piccione alla diavola, il tutto annaffiato da svariati boccali di vino.
Zelmira osserva Maltravasso con tanto d’occhi, incapace di credere che un uomo solo possa ingurgitare interamente un così pantagruelico pasto.
Dal canto suo, il brigante mastica e sgranocchia e rumina e ingolla e inzuppa e tracanna famelicamente, le mani unte e la barba sudicia. Pulendosi di tanto in tanto con la manica del vestito e sputacchiando verso la ragazza, il rom chiacchiera a ruota libera, ridendo fragorosamente a battute che solo lui comprende e dando vigorosamente di gomito alla sfortunata giovane. La cameriera lancia ripetute occhiate al padre in cerca d’aiuto, ma l’oste le fa segno di non muoversi: quel tipo non sarà certo un Mastro di Buone Maniere, pensa, ma il compenso val bene qualche sacrificio.

Alzando gli occhi al cielo, dunque, ecco Zelmira subire - nell’ordine - l’enfatico racconto:
- delle eroiche gesta del Pirata Maltravasso, capace d’affondare a mani nude non uno, bensì due, anzi no tre, ma facciamo anche quattro vascelli governati da demoniache creature, e di tener testa ad uno, anzi due, anzi no, ad una *famiglia* di Kraken, liberando nel contempo bellissime e ricchissime principesse dai capelli dorati ed i seni abbondanti (ed il cui unico desiderio era giacere con lui);
- delle avventure di Maltravasso il Cavaliere, capace di sconfiggere, armato solo della sua astuzia, colossali draghi neri tricefali, violenti orchi ed immensi giganti, e di liberare nel contempo bellissime e ricchissime principesse dai capelli dorati ed i seni abbondanti (ed il cui unico desiderio era giacere con lui);
- delle vicissitudini di Maltravasso l’Esploratore, partito a bordo d’una botte galleggiante alla volta del Mitico Regno Aldilà del Mare, e qui incappando in vogliose tribù di vergini guerriere (il cui unico desiderio, guardacaso, era quello di giacere tutte con lui) e lottando con ogni sorta d’improbabili e mostruosi esseri, tra cui i Canarupi, feroci volatili gialli con la testa di lupo che – stranamente - tenevan prigioniere bellissime e ricchissime principesse dai capelli dorati ed i seni abbondanti (ed il cui unico desiderio era giacere con lui), oppure i Lucertonigli, squamosi conigli carnivori alti tre metri che – ne eravamo certi - tenevano prigioniere bellissime e ricchissime principesse dai capelli dorati ed i seni abbondanti (ed il cui unico desiderio era giacere con lui, ovviamente);
- delle vicende, infine, riguardanti il Magnanimo et Coraggioso Conte Maltravasso che, salvando – non poteva essere altrimenti – una ricchissima e bellissima fanciulla dai capelli dorati ed i seni abbondanti dalle grinfie di un diabolico brigante, no, ma che dico, di cinque, ma anzi no, d’una intera torma di feroci fuorilegge servitori del demonio, ha ottenuto ricchezze indicibili, numerose terre ed un titolo nobiliare, tutte cose però che non hanno alcuna importanza se paragonate alla lucentezza dei tuoi occhi, bambina mia, se tu potessi vederti com’io ti veggo, ah, si si, eheheh, visto che ne parliamo, lasciami vedere un po’...

Qui Zelmira, ormai ad un passo dall’assopimento, si riprende appena in tempo. Quella dell’ormai ubriaco Maltravasso era tutta una manovra d’accerchiamento: l’ha rintronata di parole al solo scopo d’approfittarne, allungando le mani bisunte sulle sue generose forme! Le di lui bramose dita sono ormai ad un niente dai morbidi e prosperosi beni di lei…

…Quand’ecco che risuona un rumore, seguito da un suono.
*SDONG*
“Ouch”.

“Di queste padelle ne ho altre quindici. Vorresti provarle tutte, mio signore?”
“Una…uhm… può sc…scenscia dubbio *hic* bassshtare, damigella. Può…erhm… farmi il …il conto?”
“Certamente, mio signore”
“La ringrassscio, mia cara”
“Mio signore?”
“Si, dolsce petalo di roscia?”
“Può anche staccare le sue manacce dal mio petto, ora”
“Non sho… di cosa *hic* parlate, damigian… migella”
“Parlo delle sue manacce sul mio sedere, ora”
“Ripeto, non sho *hic* di coscia parlate, o scioave vi-viscione…”
“Mio signore, vi ho già detto che ho quattro robusti fratelli?”
“Oh, intendete QUESTE mani. Certo. Chiedo perdono, non so come…”


*SDONG*

E Maltravasso s’affloscia finalmente sotto il tavolo, felice.
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