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Re: [Prologo] - Tartacot

Oggetto: Re: [Prologo] - Tartacot
inviato da Asmodeus il 16/1/2009 20:23:22

Il ragazzo assunse un'espressione fiera, mentre con un teatrale movimento delle braccia e dei polsi indicava la propria figura, dando mostra della sua persona, proprio come un mercante mostra all'avventore esigente la sua miglior mercanzia con quel muto compiacimento che comunica più di mille parole. Poi iniziò a parlare con voce ferma e decisa, lasciando appena trasparire l'emozione del momento.

"Sora Beorchia, venerabile Signora delle Fattucchiere.
Voi sapete che in me c'è molto più di quanto appaia.
Non è certo il corpo mortale che può contenere e limitare la potenza dello spirito, ma è questa che permette al corpo più misero di superare le maggiori avversità.
La via che ho iniziato a percorrere è lunga. Io questo lo so.
Senza una valida guida potrei non giungere mai in alcun dove."

Tartacot prense silenziosamente fiato ed osservò la vecchia fattucchiera che ascoltava con poca convinzione le sue argomentazioni e rimaneva seduta in maniera scomposta sul suo trono, circondata dai simboli della sua conoscenza e del suo potere. Gli occhi di Beorchia erano socchiusi ed un osservatore distratto o non particolarmente scaltro avrebbe potuto credere che fosse annoiata da quello sproloquio.
Ma il labbro di Tartacot si inarcò in un leggero sorriso mentre dopo l'esordio procedeva nel suo discorso.

"Oppure potrei crescere pericolosamente selvatico, intento ad gareggiare con la sorte senza tenere chiaro in mente che ogni passo che si muove ha delle conseguenze che si manifestano anche se indesiderate o indesiderabili.
Voi sapete che che tutti coloro che abbiano raggiunto un determinato limite nella comprensione di sé e del mondo naturale e spirituale possono riuscire a superare quel limite.
Voi sapete che senza una guida costoro rischiano di essere di nocumento a sé medesimi ed al mondo naturale e spirituale.
Voi sapete che tali danni sono da evitarsi come e più che la peste."

La vecchia continuava a scrutare il ragazzo, a valutare quale fosse l'entità del suo essere, ma rimaneva silenziosamente assorta aggiustando la postura ed assumendo una seduta più composta e dignitosa.

"Avete ragione quando dite che ho intenzione di ottenere il Vostro sapere e di portarlo in giro per il mondo ed avete ragione quando dite che le mie ragioni sono imperscrutabili: neppure io, infatti, ho ancora scoperto la ragione della mia esistenza e del mio essere in questo modo.
Forse una ragione non v'è ed è inutile affannarsi a cercarla.
Forse non è neppure necessario che una ragione esista per ciò che è.
Una cosa è certa.
Io non sono un vile ladro.
Io so che il sapere ha un prezzo e tale prezzo sono disposto a pagare.
Come Voi lo siete stata un tempo.
Come vedete, non Vi ho dato nessuna ragione per accettare di accogliermi come apprendista.
Non ne ho bisogno!
I Vostri antenati, oh venerabile, non Vi hanno ancora chiamati a loro perchè essi sapevano che io sarei giunto sin qui.
Loro sanno che io sono degno di accettare la Vostra eredità e la loro.
Loro mi hanno condotto sin qui per divenire il Vostro apprendista.
Loro desiderano vivere ancora negli spiriti dei loro eredi.
Ecco perchè Voi mi insegnerete."

La vecchia, ascoltato tutto il discorso di Tartacot iniziò a battere le mani in un lento applauso, assumendo un'espressione beffarda.

"E tu credi di essere il primo che viene qui con queste belle parole? Tutti credete di essere speciali, di avere qualcosa in più di quelli che ho cacciato da qui. Ma siete tutti uguali."

Concluse perentoria Sora Beorchia, ma Tartacot non si perse d'animo e con aria fiera e sicura aggiunse impudentemente.

"Ciò che ho detto io lo so, non lo credo.
Ma ditemi Sora Beorchia esiste forse una ragione per cui dovreste negarmi l'apprendistato? Io non lo credo.
Sono, anzi sicuro, che tale ragione non v'è.
Se non siete convinta, limitateVi a prendermi con Voi come aiutante di bottega, per preparare le fiale e le ampolle, per procurarVi gli ingredienti che Vi necessitano.
Io apprenderò osservando e non Vi sarò d'intralcio.
Se poi lo vorrete, potrete insegnarmi.
E poi..."

Aggiunse sorridendo ed ammiccando alla vecchia

"... il fatto che già ci sia un apprendista scoraggerà gli altri."

(il seguito a Gurgaz)
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