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Re: [Prologo] - Tartacot

Oggetto: Re: [Prologo] - Tartacot
inviato da Asmodeus il 30/1/2009 12:50:53

Sora Beorchia e Tartacot sono nella stanza principale della casa, in mezzo a pile di oggetti bizzarri abbandonati al loro destino di incuriosire immensamente culiu che vi posi lo sguardo; lanterne per gli stolti che talvolta si vendono a prezzi interessanti per risolvere questo o quel malanno passeggero.

Tartacot è impaziente di entrare nello studio di Beorchia.
La vecchia glielo ha fatto sudare questo privilegio, ma ora finalmente potrà mettere gli occhi sulle vere arti della Fattucchiera.

Improvvisamente qualcuono bussa la porta e senza attender risposta entra nella casa di Beorchia la quale si acciglia d'un tratto.
"E tu chi saresti?" chiede rivolto a Tartacot il bizzarro pagliaccio allampanato che si staglia pieno di boria e supponenza sull'uscio.

"Capisco perchè detestassi gli apprendisti, Maestra"
commenta pacifico Tartacot il cartomante rivolto a Beorchia
"Simili buffoni, incapaci di comprendere ciò che vedono non son degni neppure di comparirti innanzi."
"Comunque." prosegue all'indirizzo dell'intruso "Io sono Tartacot il cartomante, unico degno allievo di Sora Beorchia e tu non sei nulla."
sentenzia lanciando in aria le carte e raccogliendone al volo alcune con la mano sinistra mentre le altre si depositano sul palmo teso della destra

"Non c'è dubbio, Maestra. Le carte ci dicono che la nostra attività odierna sarà funestata dalla visita di un impiastro che già molte volte è qui venuto ad annoiarti con le sue richieste"
dice Tartacot guardando appena le carte che regge nella mano sinistra prima di riporle nel mazzo.

"Come ti permetti!" interloquisce l'intruso
Io sono Alfons Rimet Godesh..." inizia a sproloquiare il giovane allampanato gesticolando in maniera scomposta e poco aggraziata mentre Tartacot ammorbidisce un po' di cera ed inizia a plasmarla in forma d'uomo ed avvicinandosi al ciarlero intruso strappa un bottone dalla sua casacca e lo inserisce nel petto del fantoccio.
"Ma cosa? Tu non mi stai ascoltando, vero." chiede il giovine di variopinti panni adorno.
"Neanche una parola di ciò che dici è per me del minimo interesse" sentenzia Tartacot traendo uno spillone dalla tasca.
"Io ho visto nel tuo futuro che uscirai da quella porta per mai più ritornare."
"Come penseresti di mandarmi fuori di qui, moccioso?" lo sfida Alfons
Tartacot abbassa lo spillone ed un lieve sorriso si dipinge sulle sue labbra
"Vado bene Maestra? Ho visto che ieri facevate una cosa del genere per quella ragazza..."

Intanto il giovane allampanato crolla a terra portando le mani all'inguine e guaendo come un cane bastonato.
"Bravo. Bravo. Non c'è male. Credi che ora l'olio galleggerebbe sull'acqua se lo ponessi in un piatto sul suo capo?"
"Affonderebbe di certo Sora Beorchia. Ed anche in fretta. Ed anche il pendolo roteerebbe velocemente."
Tartacot rimuove lo spillone dal fantoccio e l'intruso, dopo aver rifiatato freneticamente, si alza e corre via.

"Tartacot?" chiede Sora Beorchia dopo la fuga dell'intruso "Come hai fatto a predire il futuro in quel bizzarro modo?"
"Maestra, io non prendo in giro voi, quindi per favore non mi offendete. Anche se a voi le carte non piacciono, la loro presenza scenica è grande e molte volte questi trucchetti dicono il vero." il ragazzo ammicca alla vecchia e poi prosegue
"Per lo meno tutte le volte che io faccio in modo da fare avverare la mia previsione."
"Hai buon occhio e sei abile. Sei degno di vedermi all'opera seriamente. Ma non fare domande sciocche o dovrò ricredemi."
Detto ciò i due si infilano nello studio e lì rimangono fino a sera senza nessuna interruzione.
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