Re: [Prologo] - Dagoberto |
Oggetto: Re: [Prologo] - Dagoberto inviato da Borgoastro il 19/1/2009 17:41:06 I raggi del sole filtrano debolmente tra le fronde degli alberi della monumentale foresta di Laitia. Il vento ne smuove le foglie e lascia intravedere l’arancio del cielo crepuscolare. Alto lo sguardo, fiero l’occhio, attento osserva la foresta, Dagoberto da Cortona siede su un vecchio tronco mozzo, che l’uomo avea reciso due decadi addietro. - Stanco Dagoberto? – sorride sornione fra Butirro. Dagoberto fa una smorfia e si leva il pesante mantello marrone di dosso. Sotto una bianca tunica indossa una vecchia cotta di maglia, dono del padre di suo padre. - Ho sentito parlare di voi Dagoberto.- gli fa il monaco – Certo, erano solo voci…cenni.- Il cavaliere sta in silenzio, il viso mostra la massima indisposizione a qualsiasi conciliabolo, sa a cosa si riferisce il monaco e non si lascerà prendere in giro anche da questo sconosciuto per i fatti di .. - Non importa che cosa abbiate sentito dire di me. – gli risponde il cavaliere sulla difensiva. - C’è un motivo per cui sono qua.- dice grave il cavaliere. - …le mie colpe, come avrete sentito da queste voci..- - Non importa il motivo. – lo interrompe il frate. - Starete bene da noi. L’aria è buona e le vivande…beh..- da una manica dell’ampia tunica fa scivolare fuori una coscia di pollo arrosto. - Favorite?- Dagoberto lo osserva allibito e disgustato, non lo nasconde ma il frate corpulento se la ride. - Ditemi un po’, com’è che avete deciso di seguire la strada del cavaliere della fede?- gli chiede il monaco osservandolo da sotto il folto sopracciglio e masticando la carne di pollo. Un flashback si apre nella mente del cavaliere, vede immagini e le racconta poiché ama ricordare il suo passato lontano, lo fa sentire importante e questo fra Butirro l’ha capito bene nonostante le apparenze. - Ero un bambino.- comincia Dagoberto. – Cortona è un buon posto per crescere. Mio padre è il figlio di un nobile di grande casata. Da mio nonno, pace all’anima sua, ho ereditato la fortezza di Cortona che s’erge tra i colli ricamati di vigneti. Una dimora antica una volta, fredda e spoglia ora. Mio nonno combattè molte guerre, alcune le vinse altre le perse. Morì senza l’ombra di un quattrino e pieno di debiti così che dovette vendere la pregiata mobiglia del castello far campare il suo unico figlioletto. Ma a me lasciò questa, la sua cotta di maglia. Ora sta a me ripristinare l’onore della casata e potete credermi che vi riuscirò.- - Il Signore ci guarda e ci giudica per il nostro operato. I vostri sono buoni propositi Dagoberto da Cortona, ma sappiate raggiungere li vostri scopi seguendo il verbo.- gli dice il padre – E ora andiamo. Al Serraglio oggi si serve il cinghiale con polenta.- Dagoberto lo guarda con disapprovazione poi si alza e partono uno accanto all’altro. |