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Re: [Prologo] - Dagoberto

Oggetto: Re: [Prologo] - Dagoberto
inviato da Gurgaz il 24/1/2009 14:20:03

L’Ascoso Serraglio è situato nel profondo della foresta, proprio ai piedi di una collina coperta di vegetazione, che lo protegge dal vento settentrionale. È cinto da mura non troppo imponenti e comprende diversi edifici di pietra gialla: una bella chiesa dall’alto campanile, il serraglio dei Monaci, una foresteria, un refettorio con grandi e fornitissime cucine, un chiostro, una biblioteca e una birreria. Fra Butirro illustra con dovizia di particolari l’organizzazione del convento in cui Dagoberto trascorrerà i giorni della purificazione.

I Monaci conducono vita ritirata, ma non sembrano mortificare il loro corpo al pari dello spirito. Dalle cucine si spande il profumo di mille squisite vivande e dalla birreria trasudano i pungenti aromi del mosto in fermentazione. Dagoberto osserva tutto con stupore e perplessità, chiedendosi che redenzione potrà mai trovare presso quella congrega di frati crapuloni.

La corpulenta guida gli mostra la sua cella e gli concede qualche momento per posare le sue cose. “So che per te è una dolorosa separazione” – gli dice Fra Butirro – “Ma finché sarai tra queste mura la tua spada e la tua cotta di maglia saranno requisite e conservate nel guardaroba”. Dagoberto gli getta un’occhiata fulminante, ma il corpulento monaco non si scompone. “Mi spiace, ma è la regola. Non avrai bisogno di armi nella pace del Serraglio”. A malincuore Dagoberto gli cede i cimeli di famiglia e si appresta ad indossare un povero saio di tela ruvida.

Nel refettorio lo attende una tavola imbandita, degna della mensa di un re. I frati alzano la testa al suo ingresso e qualcuno accenna un saluto con la testa, ma nessuno gli rivolge la parola. Fra Butirro si porta il dito alla bocca e gli ingiunge di non parlare. Il pranzo, per quanto succulento e ricco di pietanze gustose, tra cui un memorabile secondo piatto di cinghiale con polenta, viene consumato in silenzio dai Monaci. Per oltre mezzora, tutto quel che si ode è tintinnar di piatti e ruminar di allenate mandibole.

Dagoberto ha fame e presto la gustosa cucina del monastero ha ragione delle sue resistenze. Ben rifocillato dopo un lungo cammino, il cavaliere della Fede è pronto ad essere presentato all’abate, apparentemente uomo più contemplativo della maggior parte dei confratelli. “Benvenuto all’Ascoso Serraglio, Dagoberto da Cortona” – dice l’Abate Clotario – “perdona la scortesia, ma durante il pasto non è concesso parlare. È la regola dei Monaci di San Protocleto, che nel mangiare è assai discreto”. Il guerriero annuisce, mentre soffoca un saporito rutto risalito dal ventre rigonfio.

“Sei qui per mondarti da una grave colpa” – continua il sant’uomo – “e per questo dovrai prima lasciare la tua confessione, poi sottoporti al Rituale di Purificazione, in cui ti sarà impresso il Sigillo della Nuova Via. Non solo: spero che l’atmosfera serena del nostro ritiro ti aiuti a ritrovare la strada, che passa attraverso il soffocamento degli istinti violenti che uccidono la carità. Ricorda le mie parole, Dagoberto: il Signore Senza Tempo ti ha concesso la forza, ma solo se la utilizzi per la sua gloria potrai trovare il tuo posto in Paradiso”.

“Ho sempre agito per la gloria dell’unico dio” – risponde sicuro Dagoberto. “Sei sicuro di quel che dici?” – lo incalza l’abate – “Nel tuo passato c’è molta oscurità e anche molta sofferenza, che hai elargito nella stessa misura in cui l’hai ricevuta. Occhio per occhio, dente per dente, come facevano gli uomini prima che il divino si incarnasse e ci illuminasse col suo esempio. Ti pare che la tua condotta abbia seguito tali precetti?”

Dagoberto non risponde, mentre cerca di riordinare i pensieri in tumulto e di tener a bada i copiosi prodotti della digestione. “Avrai tempo per riflettere” – conclude Fra Clotario – “passerai la settimana in meditazione, poi entrerai nel confessionale dove racconterai tutto al nostro fratello Butirro”.

Dietro di lui, la faccia pacioccona del frate si illumina d’uno sfavillante sorriso. Dagoberto inorridisce all’idea di svelare i demoni che tormentano la sua anima a quell’uomo così mondano, ma gli ordini dell’abate sono legge dentro le mura del Serraglio. Così il cavaliere trascorre una settimana di meditazione e riposo, in cui non gli vengono a mancare i piaceri della tavola, assaporati in religioso silenzio.

(Prosegue Borgoastro) Racconta, se vuoi, la permanenza nel monastero. Il tuo brano però deve focalizzarsi sulla confessione, in cui oltre a raccontare a Fra Butirro qualcosa di più sul tuo passato (siamo tutti curiosi di sapere cosa hai combinato con mamma e papà) fai ammenda delle tue malefatte e prendi nuovi impegni (che poi non è detto che tu mantenga, ma per ora devi fare buon viso a cattivo gioco).
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