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Re: [Prologo] - Dagoberto

Oggetto: Re: [Prologo] - Dagoberto
inviato da Borgoastro il 25/1/2009 12:05:09

Buio. Lo sguardo indagatore di Dagoberto si sofferma sulla piccola fiammella della candela che adorna la parete davanti a lui. La sua cella è spoglia. A parte una branda, non c'è altro, nemmeno una finestra. L'ambiente è adatto per le meditazioni del cavaliere.
"Questo dovrebbe essere un luogo di preghiera" riflette "ma questi monaci hanno perso la retta via ingozzandosi di cibo. La gola è un grave peccato."
Dagoberto è disgustato e sul suo viso si legge il disprezzo.
"E quel fra Butirro è un eretico, ne sono certo, al pari dell'abate" pensa "Ma non sono quì per purificare le loro anime con il fuoco. Non ora..." un sorriso sadico illumina per un attimo il viso, poi lo cela con una smorfia. "Prima devo riabilitare la mia condizione..." riflette "Anche se mi ripugna dovermi confessare e convivere con questi peccatori, è necessario. Domani, dopo le funzioni sacre mi rivolgerò a fra Butirro, è deciso, la settimana è trascorsa." Chiude gli occhi e unisce le mani per pregare.

E' domenica, Dagoberto non si sente ancora a suo agio in quel saio ma non importa, non è l'unica cosa che odia del Serraglio. Ecco farsi avanti fra Butirro "oggi il suo sorriso è piu' orribile del solito" pensa Dagoberto sorridendogli a sua volta "un giorno glielo levo insieme ai suoi peccati."
- Siete venuto per confessarvi Dagoberto? Siete pronto?- chiede gentilmente il monaco accarezzandigli la spalla. Il contatto infastidisce il cavaliere, ma cerca di non darlo a vedere, ha deciso di stare al gioco.
- Si caro fra Butirro. Spero di non arrecarvi troppo disturbo se chiedessi di…beh di confessarmi...ormai le mie colpe sono fin troppo opprimenti per essere sopportate.- dice Dagoberto in tono mellifluo.
- Oh caro figliulo, andiamo.- il monaco lo prende per il braccio e lo porta nel confessionale.
La luce è quasi totalmente assente, in lontananza si ode un coro di preghiera, sono i monaci che si preparano per qualche celebrazione.
- Perdonatemi padre perchè ho peccato.-
- Coraggio figliuolo, raccontatemi tutto.-
- Fin da bambino ho sempre saputo di essere speciale. Il Signore senza Tempo aveva grandi piani per me e ne ebbi dimostrazione a sette anni per la prima volta. Ricordo bene quando il prete entrò nella sala da letto di mia madre, mio padre non ha mai avuto tanto coraggio, fui io che rimasi con il sacerdote.
Quando vidi quella donna nel letto capì subito che non era mia madre ma che un essere del male si era impossessato di lei. Il sacerdote iniziò l'esorcismo. Fuori pioveva, era buio e il buio era rischiarato solo da occasionali lampi di luce. Il vento entrò nella stanza, il sacerdote cadde e io lo vidi, il demone dentro di lei, l’ombra di mia madre aveva contorni demoniaci e si allargava e si estendeva sulle pareti attorno a me. Io gridai, ma il vecchio non sentì. La pioggia cominciava ad entrare nella stanza, fuori il temporale era all’apice della sua furia. Gli artigli si d’ombra stavano raggiungendo i miei piedi, le mie braccia. Udì una voce in quel momento e fu come un raggio di sole “La fede salva. Impugna la croce tau piccolo Dagoberto”. Mi voltai, la spada del nonno appesa al muro, l’elsa a tau d’oro e la lama brillava di fuoco, allora capii. Tosto l’afferrai e mi voltai d’improvviso senza guardare. Fu un suono rotto, la mia mano non aveva vacillato. Quando riaprì gli occhi seppi che a ricevere il colpo non fu solo il demone ma anche mia madre, la cui testa giaceva pallida ai miei piedi.
Ora conoscete la mia storia. Ciò che accadde poi non importa ora. E’ per questa colpa che sono qua.-
-Figliolo, avevate altra soluzione?-
-Oh c’era padre, se non avessi chiuso gli occhi…io ero certo che ci fosse solo l’ombra del demone eppure ritrovai lì entrambi al momento del fendente. Avrei potuto liberare mia madre ma ho fallito. Ora chiedo ammenda per la mia colpa e faccio voto di eterna fedeltà al Signore senza Tempo che è mia guida.-
-Per sette anni tu non alzerai piu’ la spada contro chicchessia, questo è lo scotto per l’errore commesso, ma potrai amministrare la legge del Signore in altri modi.-
-Così sia.-
-Io ti assolvo in nome del Signore senza Tempo, Dagoberto da Cortona.-
-Grazie padre.-
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