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[Prologo] - Floriano

Oggetto: [Prologo] - Floriano
inviato da Gurgaz il 15/1/2009 23:45:11

Sono passati ormai cinque lunghi anni dalla tragedia che ha sconvolto la vita di Floriano delle Sette Ville Cadenti. Da allora egli è vissuto sempre nella piccola e prosperosa città di Pennedoro, uno dei pochi grossi insediamenti della Landa delle Furenti Viole. Presso la scuola di Mastro Aufidio, mago abile ma un po' confusionario, ha affinato per bene le arti magiche a cui l'amato nonno lo aveva iniziato e sta per conseguire il tanto agognato diploma.

Sono stati cinque anni di studio febbrile, trascorsi prevalentemente in città con sporadiche visite nelle campagne selvagge, in cerca di qualche strana creatura incantata da catturare per gli esperimenti del maestro. Sotto la tutela di Aufidio, Floriano non aveva mai corso rischi, eccetto una volta in cui avevano tentato di catturare un verme Colagogo piuttosto irascibile. Spinto dalla curiosità, il giovane apprendista si era avvicinato troppo all'animale e questo lo aveva morsicato, provocandogli una ferita risibile dagli effetti tremendi. Floriano aveva trascorso i due giorni seguenti tra la latrina ed il letto, imparando ad obbedire al suo insegnante e a tenere a freno la curiosità. Poi Aufidio si è impietosito e lo ha sottoposto ai benefici influssi di una delle sue preziose gemme gnostiche, che in poche ore gli ha consentito di riprendere la sua vita normale.

E' stata l'unica volta che Mastro Aufidio gli ha usato severità, perché non ha avuto altre occasioni per rimproverargli qualcosa. Si è sempre applicato con tutto se stesso e ha acquisito capacità superiori a quelle previste dal normale corso di magia. Quel giorno, davanti ad una commissione composta da quattro stregoni forestieri e dal suo maestro, Floriano ha dimostrato di padroneggiare bene le arti occulte e per questo ora Aufidio gli porge soddisfatto il suo bastone da mago.

Floriano lo prende in mano con deferenza, lo soppesa per bene, ne appoggia la punta a terra e china il capo in segno di ringraziamento. Gli applausi della commissione salutano l'ingresso di un nuovo Mago a Laitia.

Purtroppo non ci sono familiari e parenti ad assistere alla cerimonia. Floriano li ha persi tutti sotto le macerie, inghiottiti dal furore della terra. Uscendo nel cortile interno della scuola, vede i gruppetti formatisi attorno ai suoi due compagni di corso, Learco e Porfiria, che come lui festeggiano il diploma. Anche se nessuno dei due ha ottenuto il lusinghiero voto di Floriano, sono entrambi circondati dai loro cari e da una vasta schiera di amici. Floriano scuote la testa, ma è speranzoso: presto lascerà la scuola e probabilmente anche la piccola Pennedoro, per raggiungere una città più grande e con maggiori possibilità. Anche l'idea di viaggiare lo stimola, dopo tanti anni di forzata immobilità.

Mentre fantastica non si accorge che i maghi sono usciti dal salone e si stanno accomiatando. Una mano sulla spalla lo fa trasalire, ma subito ritrova la calma nel vedere il volto sereno di Mastro Aufidio. -"Che fai qui, tutto solo?" - chiede - "Non hai nessuno con cui festeggiare?" Floriano scuote la testa. -"La solitudine non è una buona compagna, anche se un bravo Mago spesso non ha altra scelta che rifugiarsi in essa" - dice - "Tu sei stato uno dei miei migliori allievi ed io ti auguro una carriera brillante. Che cosa pensi di fare, appena uscito da quel portone?"

(Prosegue Falco della Runa. Racconta le tue aspirazioni a Mastro Aufidio e pensa a quali potrebbero essere le sue risposte ed i suoi consigli. Dopo un po', il tuo maestro ti inviterò a proseguire la conversazione nel suo studio.)
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