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Re: [Prologo] - Floriano

Oggetto: Re: [Prologo] - Floriano
inviato da FalcoDellaRuna il 30/1/2009 22:25:16

Passa una nottata abbastanza tranquilla per Floriano. Egli la sera prima, nella sua piccola stanza (che verrà presto occupata da un giovane apprendista alle prime armi) aveva riempito il sacco di tela con le sue poche cose: un libro di incantesimi in formato da viaggio, dei cambi ai vestiti, fiale, erbe medicinali, e non ultimi i suoi oggetti personali, come la statuetta regalatagli dal gran maestro o quella particolare lama che tiene con sè fin da quando andò via dal suo paese.
Quel che Floriano riempì maggiormente però fu la sua testa, piena di pensieri su come si sarebbe trovato, su cosa avrebbe fatto e se avrebbe mai scoperto la vera essenza di Laitia.

Il sole è ormai sorto da più di due ore e Floriano si appresta a dire addio a tutti i suoi amici e compagni di scuola che si trovano ancora qui e che continueranno la loro carriera insieme ad Aufidio. Il primo a venirgli incontro è il suo più caro amico, Clorezio, un ragazzone di 120 chili che deve ancora affrontare la sua prova finale d'esame e che sperava che lui, Floriano, lo aiutasse nel suo ultimo anno di praticantato.

"Florri, ma è vero che te ne stai andando? Non dirai sul serio!", dice il paffuto ragazzo con un'aria tra lo stupito e il triste.

"Ti ho detto mille volte di non chiamarmi con quello stupido nomignolo, Clorezio... comunque sì, ho fatto la mia scelta di fare esperienza nel mondo vero.", risponde Floriano.

"Cavolo... allora è vero... mancherai a tutti noi della classe... in particolare a Blerissa, ne sono certo", conclude Clorezio strizzando l'occhio sinistro.

Per nulla sorpreso della cosa, Floriano si avvicina all'amico, prende da una tasca una busta ben sigillata con la ceralacca, e gliela consegna.
"Dalle questa quando sarò andato via, non riuscirei a dirle addio di persona", dice sottovoce Floriano, accennando un lieve sospiro. <<Al cuor non si comanda>>, risponde una vocina attufata da dentro il sacco di tela, che Clorezio per fortuna non ode.

"Lo farò, e sono sicuro che qui dentro le avrai scritto dove potrà ritrovarti quando avrà finito anche lei il suo corso, vero?"

Un sorriso d'intesa è sufficiente a Clorezio come risposta e infine si salutano con la promessa di rivedersi un giorno quando saranno diventati "i più grandi maghi di Laitia e dintorni".


Dopo altri veloci saluti Floriano si lascia alle spalle il grande cancello della scuola e si incammina, ancora senza meta, verso sud, sulla strada dei mercanti.



Dopo poche ore di camminata semplice con il clima pressoché perfetto, Floriano si sente da una parte ancora un po' triste per gli affetti lasciati alla scuola, ma dall'altra è assolutamente eccitato per la nuova avventura. La strada è lussureggiante e piena di verde, con un profumo di fiori e piante che quasi gli dà alla testa, soprattutto quando si sofferma vicino ad un enorme fiore viola con dei petali giganti che lo incuriosirono.

"Fossi in te non mi avvicinerei troppo, ho visto gente svenire per il forte odore di quel fiore", dice una voce alle spalle di Floriano, il quale si spaventa non poco girandosi di scatto. Davanti a lui si trova un uomo su di un carro pieno zeppo di roba, che tiene le redini di un cavallo.

"Ehi...ehi, calma, sono solo Geremia, lo stracciarolo più famoso di Pennedoro, non volevo spaventarti, giovane..."

"Floriano, mi chiamo Floriano. Nessuno spavento, anzi vi ringrazio per l'avvertimento."

"Dove vai così da solo in mezzo alla strada?"

"Non ne ho idea, verso Sud, immagino...", risponde vagamente Floriano.

Il vecchio fa un sorriso, poi continua:"A sud, eh? Che ne dici di far compagnia al vecchio Geremia, che deve fare un lungo viaggio, proprio nella tua direzione?"

"Ehm, sì, perché no... ho voglia di vedere al più presto nuove parti di Laitia...", dice Floriano mentre sale sul carro e si siede vicino al simpatico vecchietto. "Dov'è che siamo diretti, Geremia?"

"A Ilmona", dice il vecchio mentre il carro inizia a muoversi lentamente.
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