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Re: [Prologo] - Teobaldo

Oggetto: Re: [Prologo] - Teobaldo
inviato da Gurgaz il 21/1/2009 0:10:15

Svelto come un baleno, Teobaldo sfodera la sua spada affilata e vibra un fendente davanti al viso del bandito. L’omone scatta all’indietro e la lama gli sfiora l’enorme naso, facendogli assaporare il gelo della paura. In tutta risposta, il malvivente balza in avanti ed assesta un paio di possenti colpi contro il paladino, che con rapidi movimenti del braccio e del polso para senza difficoltà. L’insuccesso rende l’attaccante sempre più furioso, ma Teobaldo lo lascia fare. La sua concentrazione è tutta nelle parate e nelle schivate.

Gli affondi e le stoccate si susseguono da entrambe le parti, ma la tecnica di Teobaldo è sopraffina per il bifolco che lo sta affrontando. Il suo compagno si accorge che il combattimento non è finito e che lo straniero ha tenuto testa senza difficoltà ad un avversario più potente. Sta pensando se non sia il caso d’intervenire...

Con un urlo il brigante si getta con tutte le sue forze in un ultimo disperato assalto, ma Teobaldo lo evita con un rapido movimento laterale. Trascinato dal suo stesso peso, il marrano incespica in avanti e passa oltre il nemico, che fa volteggiare la spada e la adopera per rivoltargli il mantello sopra la testa. Prima che sia riuscito a liberarsi, Teobaldo gli inforca la cintura e gliela taglia di netto. Le brache del bandito cadono miseramente ai suoi piedi, con grande imbarazzo dei presenti.

“Ah, vile!” – impreca il fuorilegge, intento a nascondere le pudenda – “Questo è sleale! Pagherai caro il tuo affr...Ungh!” Un bel pugno sul naso mette a tacere quella bocca scellerata e il pesante corpo rovina sul selciato, già sprofondato nell’incoscienza.

Il secondo malvivente fa per gettarsi su Teobaldo, ma il suo impeto si smorza in un fragoroso rumore di cocci sfasciati. Dietro il corpo esanime del bandito compare la leggiadra figura della donzella, che regge il manico di quello che una volta era un vaso da notte. Teobaldo fissa con stupore quel bel viso dall’espressione sicura e serena, fino a poco fa preda del terrore e dell’angoscia. La ragazza ricambia l’occhiata del giovane guerriero e chiude il silenzioso dialogo con un rassicurante sorriso.
“Ben fatto, giovin signore” – esclama il mercante, giunto ad interrompere l’idillio – “Hai dato proprio una bella lezione a quel manigoldo. Osare attaccare me, Apollodoro di Viltio, uno dei più ricchi e noti commercianti di tutta Laitia, proprio quando sono in viaggio di piacere. È incredibile che le strade di Bramoldia siano divenute così insicure.”

Teobaldo annuisce assente, la testa ancora persa in quei begl’occhi blu, e rinfodera la spada mentre il grassone impomatato continua il suo discorso: “Il vostro intervento è stato provvidenziale, altrimenti non so cosa avrebbero fatto a me e alla mia dolce figliola Adorabella. Ci avrebbero rubato i pochi preziosi che abbiamo, ma chissà se avrebbero risparmiato le nostre vite? I briganti sono gente senza dio. Comunque non appena ritornerò nella mia villa di Vàtoli, sarà mia premura inviare una lettera a Sua Eccellenza il Duca Ciriaco Spossa, e lamentarmi del trattamento ricevuto sulle sue strade”.

Il viso di Teobaldo si illumina a sentir nominare il Duca di Bramoldia, l’uomo che vorrebbe servire. Chissà se il ricco Apollodoro può aiutarlo a farsi conoscere presso i signori di Ilmona, la famiglia Spossa?

(Prosegue Federico. Prova a raccontare al mercante le tue aspirazioni ed immagina il dialogo che ne risulta, coinvolgendo se desideri anche la figlia. Purtroppo il mercante sta tornando a casa e non può accompagnarti in città, ma accetterà di prepararti una rapida lettera di raccomandazione, visto che ti è molto grato per averlo soccorso. Aiuta poi il cocchiere a togliere di mezzo l’albero e chiudi la scena con la carrozza che ti riparte e con l’invito di Apollodoro a fargli visita a Viltio, qualora in futuro tu passi nei dintorni di Maro. Viltio è una cittadina celebre per i bagni termali)
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