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Re: [Prologo] - Teobaldo

Oggetto: Re: [Prologo] - Teobaldo
inviato da Federico il 30/1/2009 22:40:37

“Nobile mercatante, non si s'addice a un cavaliere del mio lignaggio rimanere in disparte a contemplare turpi azioni di briganti mentre mettono in pericolo l'incolumità vostra e delle grazia di vostra figlia.” Pronunciando l'ultima frase, Teobaldo evita accuratamente di incrociare lo sguardo di Adorabella, ben conscio di essere incline al farsi tradire dall'emozione al cospetto di una graziosa donzella. E' bene che un giovane cavaliere segua gli afflati di Amore, ma anche l'ideale, e in alcuni casi l'utile, vogliono la loro parte.

“Mia ultima intenzione è quella di abusare della vostra benevolenza, ma non le farò mistero della mia ferma intenzione di trovare una nobile corte disposta ad accogliere i miei umili servigi cavallereschi e caso vuole che io sia proprio diretto ad Ilmona. Se non è chiedervi di sottrarre eccessivo tempo ai casi vostri, potrei beneficiare della vostra nobile influenza nell'immediato, così da poter io stesso porgere le rimostranze da parte vostra presso il duca?”

Di fronte a una richiesta di tanta squisita gentilezza, Apollodoro non può fare a meno di invitare Teobaldo a seguirlo presso la carrozza, dove il mercante, fatta accomodare la figlia in disparte affinché non si facesse venire strani grilli per la testa a rimirare il giovane guerriero, prepara una lettera di raccomandazione non priva di una punta di acredine per l'insicurezza delle strade del ducato.

“Ecco, giovane cavaliere. Porta i miei saluti a Sua Signoria.” dice il mercante, porgendo a Teobaldo una pergamena sigillata con della semplice ceralacca. “E se il fato e la brama di nobili gesta dovessero portarti a Maro, sappi che sarai ospite degno dei massimi onori nella mia villa di Viltio. Sono sicuro che non avete mai assaporato i piaceri delle sale da bagno secondo il costume degli antichi Maroni, si tratta di ozi che ogni uomo degno di tal definizione deve provare almeno per una volta nella vita. Ora però sono io a dovervi chiedere un ultimo favore, prima di congedarmi. Il mio occhiere, seppur in forze, non basta a smuovere l'albero che occlude la via percorribile dalla carrozza. Potreste occuparvene voi?”

Teobaldo si presta al compito senza indugio. Qualche minuto, e invero diversi litri di sudore dopo, la via è nuovamente libera.
“Nobile cavaliere, spero che in futuro voi vogliate tenere in considerazione il mio invito. Per il momento, vi porgo i miei migliori auguri per il vostro cammino” si congeda il mercante.
“Salute a voi, buon mercante. State pur sicuro che sarà mio piacere approfittare della vostra generosa ospitalità. Possiate avere un buon viaggio fino alla vostra terra natia” risponde Teobaldo, levando la mano in segno di saluto.
Per un fugace momento, lo sguardo di Adorabella compare tra le tendine della carrozza, trafiggendo il cuore del giovane.
Colpito dal dardo di Amore e parimenti ringalluzzito dalla definizione di nobile signore attribuitagli dal ricco Apollodoro, Teobaldo rimonta in sella e si avvia alla volta di Ilmona.
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