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Re: Fire*Wolf

Oggetto: Re: Fire*Wolf
inviato da Gurgaz il 29/12/2006 19:42:56

Citazione:

NormanBates ha scritto:
A livello di ironia (uno dei punti di forza, imho, degli altri LG di Brennan) come siamo messi?


L'ironia in Fire*Wolf è davvero molto sottile e le risate non sono proprio "grasse". Ogni tanto l'autore sa divertire con qualche scampolo licenzioso: ad esempio, nel terzo volume il protagonista è ricevuto in un convento di mistiche, tutte delle strafighe incredibili. Mentre attende la Badessa, armeggia tra i volumi dello studio e pesca guarda caso un testo di carattere erotico "ricco di pregevoli e dettagliate illustrazioni". La Badessa lo sorprende col libro in mano, lui si affretta a riporlo e quella commenta: "Un'opera interessante, ma un po' troppo superficiale. Il sottile interscambio di energie all'interno della coppia non viene trattato affatto, per esempio".

Diciamo che è vero e proprio umorismo britannico, sottile e per certi versi surreale. Non siamo al livello farsesco delle altre serie. L'uso della terza persona e il tono epico della saga impedisce di oltrepassare un certo limite. Però qualche baggianata c'è, come una puzzola gigante chiamata Sqquash che ti toglie 8 punti di FORZA ogni round a causa del fetore che emana.

Mi ripeto: io credo che sia una serie per ragazzi abbastanza maturi, 13-17 anni. Quindi leggerla adesso dà ancora un'ottima impressione, a livello di testo.

Visto che non possiamo inserirla a suo nome, aggiungo una recensione ad opera del Dr.EGO, un utente che tanti ricorderanno con piacere. E' scritta molto bene e dà una panoramica generale della serie senza andare nel dettaglio. Quando avrà tempo e voglia, la inserirà lui stesso nella sezione:

Recensione del Dr.Ego

Come è nello stile di Brennan, Fire*Wolf è una serie molto atipica. Innanzitutto è l'unica serie pubblicata da E.Elle in cui la narrazione avvenga al passato, esattamente come in un vero romanzo; il tempo presente ed i riferimenti diretti al lettore sono limitati alle sezioni di fine paragrafo, in cui è necessario fare scelte (oppure dove ci viene annunciata la morte). Questo rende la lettura molto affascinante, anche se in qualche modo crea un certo distacco tra il lettore ed il protagonista (e questo è un po' strano perché, come sappiamo, "Il protagonista sei tu"). In ogni caso, questa particolare soluzione narrativa non impedisce a Brennan di sfoggiare uno stile impeccabile ed un umorismo talvolta sottile, talvolta crudele, ma sempre capace di divertire anche quando una corona rovente sta corrodendo la testa del povero Fire*Wolf.

Articolata in quattro volumi, la serie si configura come una delle più complesse e bastarde mai concepite da Brennan. La difficoltà delle avventure è incredibile, un po' per la canonica strabordante quantità di mostri spietati, un po' per la presenza di alcuni tra i più complessi enigmi mai concepiti. Il famoso enigma della sfera nel volume 3 rimane uno dei più impenetrabili mai visti, ed è infatti in questo volume che Brennan introduce le sue rinomate schede con le soluzioni alla fine del libro. Ma a parte la difficoltà, le storie sono bellissime e se fosse solo per lo stile e la trama, Fire*Wolf sarebbe un autentico capolavoro. Ci sono tantissimi personaggi affascinanti, situazioni tanto imprevedibili quanto buffe, scene ad altissima tensione, e l'immancabile pletora di oggetti magici. Inoltre, malgrado l'ironia dilagante, Fire*Wolf è senz'altro la serie più drammatica dell'autore, proprio per merito della mancanza di un collegamento diretto tra narratore e lettore, che consente di creare una storia più dettagliata e coinvolgente di quelle in cui il giocatore è coinvolto in prima persona in tutto ciò che avviene. In più, i quattro volumi, benché molto differenti tra loro ed essendo in effetti avventure separate, sono quattro parti consecutive di saga, ben collegate tra loro dal punto di vista temporale. Sotto il profilo del coinvolgimento, Fire*Wolf svolge in pieno il suo compito.

Ma il librogame non è solo lettura; la parte giocata reclama il suo spazio ed è proprio qui, purtroppo, che Fire*Wolf mostra il fianco. E' tipico di Brennan essere cattivello e metterci in situazioni difficili, ma qui i problemi nascono proprio a livello di strutturazione del sistema di gioco. I personaggi hanno diverse caratteristiche (Forza, Agilità, Velocità ecc) che possono assumere valori da 16 a 96; la loro somma dà il numero di Punti di Vita. Questo numero può essere molto alto, il che risulta in combattimenti di lunghezza a volte spropositata, anche perché la quantità di variabili che entrano in gioco nel calcolare il danno è enorme. Ma questo sarebbe sopportabile se il sistema di combattimento fosse ben definito, cosa che purtroppo non è. Per colpire il nemico servirebbe un 7 ai dadi, numero che diminuisce di 1 per ogni punto di Abilità del personaggio; ogni dieci combattimenti vinti si guadagna un punto di Abilità. Sfortunatamente sembra che lo stesso Brennan si sia dimenticato abbastanza in fretta di questa clausola, visto che il primissimo avversario che si incontra ha Abilità 40 e quindi dovrebbe colpire con un 3; per non parlare di avversari, come quello alla fine del primo volume, che hanno Abilità 100 e quindi, in teoria, non potrebbero mai fallire il colpo, cosa poco probabile. La cosa non sarebbe svantaggiosa finché rimane applicata al protagonista, ma è ovvio che c'è qualcosa che non funziona. E' evidente che Brennan ha utilizzato l'Abilità per pompare i Punti di Vita dei nemici, scordandosi che essa determina anche il punteggio necessario per colpire. C'è poi il problema della magia; Fire*Wolf non può usare la magia in un paragrafo a meno che un tiro dedicato dia come risultato 2 o 3, cosa anche questa assai poco favorevole; per quanto riguarda i nemici magici, come al solito, le regole per l'utilizzo della magia da parte loro sono ben poco chiare. Inoltre, l'autore si dimentica puntualmente di precisare se gli oggetti ottenuti in un'avventura siano conservabili nelle successive; lasciare la cosa all'arbitrio del giocatore può risultare in veri e propri "cheat" che rendono la maggior parte dei combattimenti automaticamente superabili.

Queste sono falle gravissime nel sistema di gioco, perché se un giocatore seguisse scrupolosamente le regole non potrebbe finire nemmeno il primo libro, men che meno i successivi, specie il quarto la cui conclusione vede Fire*Wolf impegnato in una successione di "boss battles" che onestamente offrono ben poche chance di vittoria. Se a questo aggiungiamo alcune situazioni in cui un lancio di dadi fa la differenza tra la vita e la morte (e non parliamo dell'abbastanza equilibrato 2-6 / 7-12, ma di ben altre probabilità) e l'immancabile serie di trappole imprevedibili, il quadro finale è quello di una serie incredibilmente frustrante e che offre ben poche possibilità di essere portata a termine. Inutile dire che il giocatore è caldamente invitato a personalizzare le regole per crearsi qualche scappatoia, altrimenti è davvero difficile che possa scoprire come si svolge la storia.

E' un vero peccato che Brennan non abbia curato meglio le regole, perché per trama, ambientazione e carisma, Fire*Wolf è una serie eccezionale. Se si riesce a trovare un compromesso soddisfacente con le regole (e a concedersi di barare quando l'autore passa visibilmente il segno), allora sicuramente questa piccola saga può offrire grandi soddisfazioni ed un grande divertimento. Sicuramente consigliata, come ogni opera di Brennan, a patto di modificare le regole quel tanto che basta da renderle efficaci.

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