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Re: "Mappare" un librogame: come?

Oggetto: Re: "Mappare" un librogame: come?
inviato da Gurgaz il 23/2/2007 11:12:17

Già. A noi bastavano le copertine coloratissime con le fascette e le magnifiche illustrazioni di P.A. Jones, K.Parkinson, J.Howe o chi per loro, mentre oggi la sovrabbondanza di materiale ludico estremamente elaborato riesce a banalizzare tutta l'enorme produzione dei librogame, che vanta un numero di titoli ben superiore alla collana E.Elle (che comunque è ampio).

Con i ragazzi che hanno 4 anni meno di me (21enni, quindi) non è possibile considerare un gioco che non sia un videogioco. Per loro il LEGO non esiste, non esistono i Masters, i soldatini da spiaggia, i videogame arcade, il Meccano, il Piccolo Chimico... Purtroppo questa marea di giochi bellissimi ed istruttivi, proprio perché conservano una buona componente "fisica" ed il contatto con la realtà (perfino gli arcade, secondo me, se volete vi spiego perché), gli è del tutto sconosciuta, o l'hanno vissuta in modo marginale, quando questo tipo di giochi era già in decadenza. I librogame a loro volta vengono rimpiazzati da avventure grafiche, che non riusciranno mai a trasmettere lo stesso senso di sfida contro il libro. Nel librogame non si può salvare il gioco, se si muore si ricomincia (oppure si bara), ma al di là di questo, il librogame bisogna leggerlo ed interpretare ciò che si legge per fare scelte corrette.

Secondo me, il librogame è un prodotto educativo, a prescindere dall'argomento, per i seguenti motivi:

1) costringe il ragazzino a leggere con attenzione e ad interpretare correttamente un testo scritto (cosa utilissima nella vita, dove gli atti, le leggi, gli articoli di giornale, le pubblicazioni di ricerca non saranno MAI trasmessi tramite immagini dalla grafica esaltante, ma saranno sempre scritti che occorre saper decifrare ed interiorizzare);

2) sviluppa il senso critico, perché un librogame non piace solo per l'avventura, ma soprattutto per come è scritto ed in particolare per il bilanciamento; un ragazzo comincia a capire cosa vuol dire la coerenza interna di un testo;

3) la possibilità di tentare strade diverse e di apprendere diversi possibili legami tra cause (scelte del lettore) ed effetti (conseguenze sulla storia) è un primo passo verso la scrittura creativa (frase che ho detto mille volte, ma nessuno mi ha mai risposto nulla).

Riguardo alla mappatura dei librogame, come dicevo ad EGO è un'attività dispendiosa, che personalmente non sono molto stimolato a fare. Certi librogame li ricordo già a memoria (la serie Sortilegio è tutta archiviata nei miei neuroni e leggendo un paragrafo qualsiasi e le sue scelte ricordo molto bene tutte le conseguenze), altri non li ricorderò mai (vedi i Blood Sword e purtroppo anche i Lupo Solitario): mappandoli completamente credo che annullerei la loro longevità e la possibilità, ad anni di distanza, di scoprire una nuova strada che non avevo notato. Per esempio, quello che dico altrove su Grecia Antica 1 e sulla congiura di Tebe l'ho scoperto solo di recente, tentando quella strada. Mi sarebbe dispiaciuto aver fatto la mappa tempo fa ed aver scoperto la cosa fuori dal gioco; mi dà un senso di aridità l'analisi minuta di un librogame, sebbene da ragazzo leggessi e rileggessi Sortilegio per scoprire ogni anfratto di quei libri che tanto mi appassionavano.
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