Re: nuove recensioni |
Oggetto: Re: nuove recensioni inviato da EGO il 2/2/2008 20:50:53 Citazione:
In questo: Citazione: Bisogna subito dire che, a quanto pare, Joe Dever non aveva ancora chiaro dove sarebbe andato a parare nella stesura dell'intera saga. Il primo e il secondo libro sono ben collegati, ma nell'arco delle due avventure ci sono solo alcuni accenni a colui che sarà il "cattivo" del terzo episodio (che infatti si svolge in un ambiente del tutto differente); il quarto, poi, non ha quasi nessuna relazione con i primi tre e il quinto cerca in maniera un po' forzata di riannodare i fili della trama. non sono d'accordo con te. Secondo me Joe aveva perfettamente in testa quello che voleva fare, soprattutto con i primi libri, ma senz'altro aveva anche delineato il progetto generale fino al volume 12. Certo, il volume 4 rimane sempre e comunque "quello strano", apparentemente infilato lì senza connessioni col resto, ma introduce Gwynian e Vashna oltre a vari personaggi, luoghi e creature, ed è il primo a darci un'idea della situazione sociopolitica delle terre più travagliate del Magnamund; ci dice che Lupo Solitario non è solo l'eroe in cerca di vendetta, ma anche un'importante figura politica e diplomatica (tant'è vero che Ombre sulla sabbia parte proprio da un'analoga spedizione). Tutto ciò non toglie che abbia tutte le caratteristiche di un'avventura per se, ma dimostra anche che il Magnamund era un'entità molto concreta nella testa di Joe, a prescindere dall'operato del Lupo. L'introduzione della Spada del Sole e la distruzione di Zagarna già nel secondo capitolo, poi, non possono non colpire perché, come già notato da BenKenobi, quella che sembra una fine molto precoce è in realtà un inizio. Nessuno si sarebbe sognato di introdurre un'arma simile se non avesse avuto la chiara intenzione di utilizzarla in un ciclo molto lungo. Pensa poi a Vonatar, che era presente già nel primo libro, come dici giustamente tu, ma che proprio per questo è più di una semplice derivazione narrativa usata per giustificare il viaggio a Kalte. E il modo in cui proprio tutti i nodi vengono al pettine nel volume 12, secondo me, è la prova che proprio fino a qui la saga era stata concepita fin dall'inizio. Semmai è la serie Grande Maestro che dimostra di non sapere bene dove andare a parare, e in più di un'occasione si dimostra una scusa per gite turistiche (vedi soprattutto il volume 14) molto meno varie che in passato, e dal bilanciamento discutibile. Per il resto, un'altra ottima recensione da parte tua. Grazie! |