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Re: Librogames ed instant death

Oggetto: Re: Librogames ed instant death
inviato da EGO il 7/11/2007 18:15:00

Oh, ma mi leggete nel pensiero? Ci stavo giusto riflettendo mentre rileggo la serie di AD&D.

Direi che le morti non dipendenti dall'azzeramento dell'energia si possano suddividere in "morti istantanee" e "morti da dado". Le prime sono quelle che si trovano in tanti Dimensione Avventura, e possono essere corrette o disoneste. Quelle corrette sono quelle che possono essere almeno vagamente previste, o che comunque hanno una certa coerenza con le nostre scelte e con ciò che è avvenuto in precedenza. Uso un classico esempio: se Brennan ti propone di gettarti nella muffa fungoide per salvare il Re e la sua corte, è abbastanza facile capire che ti aspetta un viaggetto al 14. Parimenti, ci sono alcuni libri in cui vieni avvertito in precedenza, magari grazie ad una scelta fortuita, di un tranello che ti attende più avanti (es: non offrire dell'oro a Valinia), e allora potrai evitare quella che altrimenti sarebbe una morte istantanea (hai girato a destra e non a sinistra).
Le morti disoneste sono quelle totalmente imprevedibili, gratuite, magari perfino senza senso, che puoi evitare solo per pura fortuna. Non credo che esista esempio migliore di Dimensione Avventura 9, ma visto che il libro è troppo orrido anche per indicarlo come esempio di qualcosa da NON fare, se ne trovano comunque degli esempi in Faccia a Faccia 1; anche i libri di Ninja offrono alcuni esempi niente male.
Per inciso, quelle dei libri di Steve Jackson non le considererei morti istantanee nel vero senso del termine, tranne alcune eccezioni (come una certa stanza di Mampang, in cui, se entri, calano delle sbarre davanti all'ingresso). Di solito Steve preferisce mettere una o due morti come conclusione unica di un'intera sezione di libro da cui non c'è modo di uscire; nei suoi libri è però veramente difficile trovare "se giri a destra muori, se giri a sinistra vivi".

Le "morti da dado" sono quelle appunto tipiche di AD&D, dove basta un singolo tiro fallito per ucciderti. Questo lo tollero in alcuni casi, ma a volte è troppo arbitrario (quindi bisogna fare attenzione alla situazione in cui lo si usa) e, soprattutto, capita troppe volte nello stesso libro (La Prova è il fulgido portabandiera di questo odioso tipo di libro, ma anche Lo Scettro del Potere non scherza affatto). Eppure basterebbe offrire una seconda occasione: vedi Il Signore di Ravenloft, che te la offre nel 98% dei casi.
La morte da dado, secondo me, andrebbe limitata solo a situazioni molto delicate, mentre nelle altre la pena per il tiro fallito dovrebbe consistere in una perdita di energia. Ho odiato profondamente le morti da dado messe da Dever agli ultimissima paragrafi di alcuni LS (come il 13 e il 14): se il tiro riesce vai al 350, se no muori... ma scherziamo?

Riconosco che la difficoltà di un libro venga creata anche attraverso le morti istantanee e da dado: in effetti, il succitato Signore di Ravenloft è forse un tantino troppo facile, proprio perché offre quasi sempre un secondo tiro e richiede poi di fare quasi sempre 6 o più, una cosa fattibilissima. Tradizionalmente, anche leggendo i commenti dei lettori inglesi, mi pare di capire che un libro venga considerato difficile quando è pieno di morti istantanee, e molto facile quando ce ne sono poche. In parte condivido, ma per quanto mi riguarda, un libro in cui le morti istantanee sono troppe è un libro già in parte fallimentare, perché dimostra che l'autore non ha saputo trovare il modo di bilanciarlo; poi la qualità può variare in un range che spazia da Grecia Antica 3 a Dimensione Avventura 9.

Mi chiedo se andrebbe elencato tra le morti istantanee anche il checkpoint fallito. E' una tecnica che, se usata con parsimonia, può dare dei buoni risultati, soprattutto se non viene regolarmente sbattuta alla fine del libro. Un esempio che conosciamo tutti è Traversata Infernale, che contiene almeno tre di questi checkpoint (il biglietto della diligenza, la Lancia Magica, il Sigillo di Hammerdal). I libri che più sfruttano questa strategia sono quelli di Fighting Fantasy, specialmente quelli di Ian Livingstone, che però ha appunto il vizio di metterli puntualmente alla fine, rovinando un po' il piacere di libri come Deathtrap Dungeon e rendendone disastrosi altri come Temple of Terror. Usare dei checkpoint prima della fine, magari anche in piccoli blocchi successivi di paragrafi (come in Freeway Fighter di Livingstone, dove ci sono dei check per la benzina ogni volta che finisce un piccolo pezzo di avventura), secondo me è abbastanza accettabile e giustifica la rigiocabilità del libro molto più di un eccesso di morti istantanee. Riguardo a questo, precisiamo: se la morte istantanea significa che ho scelto l'opzione sbagliata tra due, OK, la prossima volta andrò dalla parte giusta (alcuni pezi di Sortilegio sono appunto organizzati a bivi, come nei Sette Serpenti); ma se c'è una sola opzione giusta fra tre o quattro, non accetto di ricominciare tre volte per morire sempre nello stesso punto.
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