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Re: Etica del librogioco

Oggetto: Re: Etica del librogioco
inviato da Xion_Aritel il 13/11/2007 11:37:08

Le due considerazioni più importanti sono già state fatte, secondo me.
Quasi tutto dipende dalla qualità del libro (intesa come qualità di scrittura, possibilità di riletture non ripetitive, grado di giocabilità, ecc...) e dal modo in cui decidiamo di giocare.

Non ricomincio da capo un libro che non mi da piacere rileggere e nel quale rifarei le medesime scelte (mi viene in mente Unicorno 1) semplicemente per frustrarmi. É un libro che sto leggendo cercando di trovare qualcosa di buono in mezzo a tante cose che non mi piacciono. Perchè torturarmi inutilmente?
La lettura dovrebbe dare almeno un po' di piacere (come gusto di lettura o almeno la mera soddisfazione di esserne venuto a capo), se rileggere il libro so per certo che non me ne darebbe perchè forzarmi?
In altri casi, nei quali posso cambiare le scelte fatte in precedenza (avendo senso farlo) o posso semplicemente godere della rilettura di un buon libro non ho crucci nel farlo.
Ci sono casi, però, che sconfessano un po' quest'idea. Uno su tutti è DA 10, il famoso "La creatura del male", uno tra i miei preferiti in assoluto. Rileggerlo è bello, e per le prime volte non ci sono problemi (le occasioni non mancano di certo). Il problema è che, a meno di una memoria di ferro della quale sono sprovvisto, rileggere da capo quel libro ogni volta senza segnarsi le pochissime scelte corrette fatte in precedenza equivale a correre un grandissimo rischio di scordarsi le cose giuste da fare e ricrepare miseramente.
Che senso ha rileggere un libro da capo se ormai mi sono segnato un percorso di paragrafi/scelte da seguire? Solo per il gusto di rileggere dei paragrafi ben scritti? Dopo la quinta rilettura tale piacere va un po' a farsi benedire, secondo me...

Ripeto, per me la lettura di un librogame (di un libro in generale) deve dare un minimo di piacere. In base a questa considerazione decido se e come (cioè da che punto e con che percorso) rileggere il libro, senza avere mai la sensazione di barare.
Tra l'altro il librogame mi offre comunque un motivo che mi spinge a finire la lettura, cosa che i libri normali non mi danno (tant'è che ho abbandonato "I pilastri della terra" dopo 900 pagine di lettura.. m'ero proprio rotto): lo stimolo di finire quella sfida, per brutta o infantile che sia. É l'unica cosa che mi ha portato a leggere fino in fondo (e talvolta rileggere) dei librogames che altrimenti avrei lasciato perdere dopo un po' di paragrafi.

Ah, tornando un attimo alla considerazione sui finali "alternativi": li ho sempre adorati, in particolar modo quello del Prete Gianni.
In quei casi terminavo lì la lettura, considerando concluso con successo il librogame, per poi riprenderlo dopo qualche giorno (nel frattempo magari ne leggevo un altro), ricominciandolo da capo e facendo scelte differenti per giungere al finale "canonico".

Ah, prima che a qualcuno possa balenare in mente tale ipotesi: NON considero "Inferno" (Ninja 6) come libro dai finali "alternativi" e piacevoli
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