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Re: NON E' UN PAESE PER VECCHI - dei Fratelli Coen

Oggetto: Re: NON E' UN PAESE PER VECCHI - dei Fratelli Coen
inviato da Gurgaz il 2/11/2008 12:07:41

NON È UN PAESE PER VECCHI --- di Ethan & Joel Coen

Questo è il film protagonista della notte degli Oscar 2008: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior Sceneggiatura Non Originale (credo che tra qualche anno aboliranno il premio per le sceneggiature originali, visto che ormai sono una rarità). Guardandolo ho avuto una sensazione simile a quando ho visto Il Petroliere, che ha incassato gli altri Oscar prestigiosi: è stato scritto e girato allo scopo di portare a casa dei premi. A differenza di P.T.Anderson, i fratelli Coen hanno prodotto qualcosa di commestibile, una storia dura che tiene a lungo col fiato sospeso. Peccato solo che il finale lasci veramente insoddisfatti.

Nelle aride praterie del Texas il cacciatore/saldatore Llewelyn Moss (Josh Brolin) si imbatte nel desolante scenario di una trattativa criminale finita nel sangue. Quando mette le mani su una valigia contenente due milioni di dollari egli sa che presto si troverà nei guai, ma non riesce a resistere. Spedita la moglie Carla Jean (Kelly McDonald) da sua madre, Llewelyn inizia una lunga fuga in cui dovrà dar fondo a tutte le proprie risorse di ingegno e resistenza. Ma non si tratta solo di essere inseguito dai narcotrafficanti messicani; sulle sue tracce si muove un killer spietato, Anton Chigurh (Javier Bardem), dietro il quale i cadaveri si ammassano uno dopo l’altro. Ad un certo punto compare l’ambiguo Carson Wells, uomo al servizio del boss di Chigurh ed incaricato di fermare la bestia senza freni inibitori. Non ci riuscirà, così come sarà inutile l’intervento dell’anziano sceriffo Ed Tom Bell (Tommy Lee Jones), che non salverà né Llewelyn né la moglie Carla. Il cocente senso di sconfitta spingerà il poliziotto a ritirarsi dalla professione.

Pur basandosi sull’omonimo racconto di Cormac McCarthy, Non è un paese per vecchi possiede una sceneggiatura efficace ed adrenalinica, difficile da ricondurre ad un testo di carattere letterario. I Coen hanno svolto un ottimo lavoro di adattamento, si sono affidati all’attenta fotografia di Roger Deakins e hanno potuto contare su un cast azzeccato. J.Bardem e J.Brolin sono straordinari nei rispettivi ruoli, in particolare il primo che interpreta con straordinaria naturalezza un assassino gelido ed implacabile. A T.L.Jones è affidato l’ingrato compito di trasmettere la morale del film, la cui esplicitazione era necessaria per conquistarsi il lasciapassare per gli Oscar; purtroppo finisce per essere tedioso, soprattutto quando la delusione gli leva il piglio cinico-ironico con cui aveva girato le sue prime scene.

La tensione e la violenza non mancano, perciò non c’è pericolo di noia o distrazione. La sfida di Llewelyn Moss a forze che vanno oltre la sua portata è appassionante, anche se è scontato che si concluda con una sconfitta. Il problema sta tutto nella scelta stilistica di tagliare drasticamente la scena in cui egli viene ucciso, affidando la ricostruzione dei fatti a due sceriffi al tavolo di un saloon. Non mi piace, ammazza il climax in modo orribile, è un mero espediente per dare un tono originale al film e per preparare la strada al pesantissimo e deludente finale. Dopo tutte queste morti e la conclusione tragica della coraggiosa impresa di Moss, dobbiamo sorbirci la disillusione dello sceriffo Bell e perfino il superfluo racconto dei suoi sogni, il tutto inframezzato da Chigurh che entra indisturbato nella casa di Carla Jean e poi resta mezzo ammazzato per un banale incidente stradale. Brutta cosa il destino, non puoi fare nulla per salvarti. Peccato che un killer zoppo imprendibile sia una bella baggianata (questo tizio entra ed esce armato in un grattacielo sicuramente pieno di telecamere); ancor di più lo è un killer zoppo, ferito, contuso, con un braccio spezzato, che riesce a sparire nel nulla. Si è scelto di affidare ad un uomo la rappresentazione di un concetto assoluto come il fato ed è naturale che sorgano certe contraddizioni.

Bisogna riconoscere che per oltre un’ora e mezza i fratelli Coen riescono a tenere incollati gli spettatori allo schermo. Questo fatto rende Non è un paese per vecchi un’opera interessante che ha ben meritato i premi ricevuti. Tuttavia non riesco a soprassedere su un simile finale, così come non so accettare la totale assenza di colonna sonora, comunque accreditata a Carter Burwell. Sono trovate dei registi, possono piacere oppure no; a me sembrano solo eccessi di stile, a volte neppure spontanei ma inseriti solo per offrire argomenti di discussione ai critici in vista degli Oscar. Visione consigliata, ma con riserva.

Voto di gradimento: 8
Voto critico: ***
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