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BURN AFTER READING - di Ethan & Joel Coen

Oggetto: BURN AFTER READING - di Ethan & Joel Coen
inviato da Gurgaz il 27/9/2008 17:35:33

Sembra quasi una barzelletta, eppure questo è il primo film dei fratelli Coen che ho pensato di vedere al cinema, naturalmente non di mia iniziativa. Ho l’impressione di non aver imbroccato il loro lavoro migliore, perché nonostante la trama interessante e ben articolata, Burn After Reading non mi è parso un capolavoro. Il motivo può essere la sovrabbondanza di superdivi inseriti in ruoli bislacchi, tanto per gradire, oppure il modo affrettato ed insignificante con cui si conclude la storia. In verità sto cominciando ad odiare i finali improvvisi che oggi sembrano diventati la regola dell’arte.

Viene raccontata una vicenda globalmente insulsa ed inutile, tuttavia caratterizzata da un’appassionante complessità dell’intreccio. Osborne Cox (John Malkovich) si è appena licenziato dalla C.I.A. per evitare un declassamento, dovuto al suo alcolismo, ma la scelta non è piaciuta granché alla moglie Katie (Tilda Swinton). La gelida donna lo tradisce da tempo con Harry Pfarrer (George Clooney), un ex agente segreto che si vanta di portare la pistola pur non avendola mai usata. Egli ha il vizio di cercarsi numerose amanti su Internet, nonostante sia sposato con una scrittrice di successo, e così incontra Linda Litzke (Frances McDormand), impiegata in una palestra e profondamente insoddisfatta del suo aspetto esteriore. Linda ha un solo obiettivo: procurarsi il denaro per finanziare il restyling chirurgico del suo fisico cadente. Non appena il suo svitato collega Chad Feldheimer (Brad Pitt) trova un CD contentente materiale riservato, i due si coalizzano per ricavare un bel po’ di denaro da questo colpo di fortuna. Chad scopre che il disco proviene dal computer di Osborne Cox e che contiene le sue memorie mai pubblicate. In realtà è stata la moglie Katie a rubare quei dati per avvalorare la sua causa di divorzio. Chad e Linda arrivano al punto di consegnare il CD all’ambasciata russa, coinvolgendo poi anche il loro capo Tad Treffon (Richard Jenkins).

È superfluo dire che la mossa avventata porterà conseguenze nefaste per tutti, ma il modo in cui la situazione precipita è del tutto insospettabile. La molteplicità di rapporti ed interconnessioni tra i vari personaggi porta a situazioni grottesche, stranianti, con veri e propri shock inseriti al momento giusto. Il cast conta nomi di primo piano e si assiste ad un bel recitare, con B.Pitt in un ruolo mai visto e F. McDormand che ritrae un personaggio davvero strampalato.

C’è qualcosa che non funziona, in primo luogo la bizzarria estrema dei personaggi, nessuno dei quali può essere ricollegato alla vita odierna. Linda è troppo ossessionata dagli interventi chirurgici (capirai, vai a letto con George Clooney e devi assolutamente fare la liposuzione...mah!), Osborne è un misantropo ed una persona spregevole, Katie è gelida oltre ogni umana possibilità, Chad è un idiota come pochi (però fa sorridere), Harry è un concentrato di abitudini assurde e guizzi di autentica follia (come la sedia fai-da-te, che strappa l’unica risata genuina del film). Non c’è modo di identificarsi con costoro e vederli agire con plateale cinismo lascia una strana sensazione, un misto tra desolazione e ludibrio. L’unico a lasciar trapelare un po’ d’umanità è il personaggio di R.Jenkins, ma la brutta fine che gli spetta è quasi emblematica

Oltre alla recitazione, il lato migliore di Burn After Reading sono le musiche di Carter Burwell, molto singolari ed efficaci. Il resto è sufficiente per intrattenere ma non per entusiasmare; non è un film che si guarderebbe un’altra volta, se non altro perché l’effetto dovuto alle poche sorprese presenti svanisce alla prima visione. Lo spettatore fa grande fatica a trovare un senso a quanto mostrato, perché è tutto eminentemente strano, inusuale e fuori dagli schemi. Personalmente la ritengo una falsa commedia, il cui scopo è mostrare la tragedia dell’umanità che vive nel sospetto, nel terrore di essere osservata e nella costante attività di spionaggio nei confronti degli altri. Trovo curioso (ed anomalo) che i personaggi non si accusino mai direttamente, pur non facendo altro che tramare alle spalle degli altri. È una sorta di visione esagerata della nostra naturale ipocondria e malafede.

Non è il classico film che va bene per tutti, nemmeno oggi che il pubblico si sta abituando ad ogni stranezza. A me è parso a malapena discreto, sorretto più dal carisma degli attori e da una storia ben articolata che dalla freschezza delle interpretazioni o dall’abbondanza di significati. La visione non è una perdita di tempo vera e propria, tuttavia all’uscita della sala non si vede l’ora di riabbracciare la propria dimensione quotidiana.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ***
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