In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 36
Totale: 36
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020
Segnala messaggio:
 

PULP FICTION --- di Quentin Tarantino

Oggetto: PULP FICTION --- di Quentin Tarantino
inviato da Gurgaz il 8/10/2008 0:14:16

C’è poco da discutere: se piace Quentin Tarantino si deve aver visto e gradito Pulp Fiction. Questo eccezionale film sui generis, impossibile da classificare in maniera tradizionale, ha segnato una piccola rivoluzione cinematografica nel bel mezzo degli Anni Novanta, proprio quando sembrava che solo gli effetti speciali segnassero il progresso in questo campo artistico. Il regista non si è limitato a rompere gli schemi ed a stimolare le generazioni più giovani con qualcosa di mai visto; è riuscito a divertire ed a riscuotere un impressionante successo. Proviamo ad analizzare il suo lavoro partendo dalla storia.

Tarantino non rinuncia mai a narrare vicende bizzarre con personaggi fuori del comune e sceglie di farlo mescolando le carte in tavola. O meglio, sovvertendo l’ordine temporale dei fatti, per cui certi eventi risultano pienamente comprensibili solo dopo che buona parte dei 148 minuti sono trascorsi. I protagonisti principali sono i due gangster Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) che spettegolano allegri di buon mattino, mentre si preparano ad una violenta rappresaglia contro degli sprovveduti che hanno tentato di fregare il loro capo, il boss Marcellus Wallace (Ving Rhames). Nonostante non si sappia subito come va a finire, si sa che Vincent deve portare fuori a cena la moglie del capo, Mia Wallace (Uma Thurman), cercando di esserle di compagnia mentre il marito è assente. L’imprevisto è in agguato: Mia è una cocainomane e decide di provare della roba trovata nel giubbotto di Vincent. Sarà un bel problema riportarla alla realtà. Qualche giorno dopo il pugile fallito Butch Coolidge (Bruce Willis) vince clamorosamente l’incontro che doveva perdere a tutti i costi, causando a Marcellus un danno incalcolabile. Egli è pronto a fuggire con la fidanzata Fabienne (Mara De Medeiros), ma questa ha dimenticato a casa l’orologio del padre di Butch. Per recuperare il cimelio familiare, Butch si caccia in guai che superano la normale immaginazione. Anche Jules e Vincent non scherzano: prima fanno schizzare il cervello di un uomo nel retro della loro macchina, finendo in una situazione così grave che solo l’intervento dell’efficientissimo Mr. Wolf (Harvey Keitel) potrà risolvere. In seguito decidono di far colazione proprio nel ristorante in cui Pumpkin (Tim Roth) e Honey Bunny (Amanda Plummer) stanno per tentare una rapina.

Un intreccio complicatissimo ed insospettabile, i cui pezzi si incastrano alla perfezione, e la cui efficacia è rispecchiata dall’interesse dello spettatore, tenuto sempre sul chi vive. La genialità di Tarantino non sta tanto nella ripresa atipica (la fotografia è di Andrzej Sekula), bensì nell’aver scritto con Roger Avary una storia articolata che è anche piacevolissima da scoprire. Alla sceneggiatura si unisce una colonna sonora meravigliosa, messa assieme da Karyn Rachtman attingendo autentiche perle di musica pop, tanto efficaci quanto sconosciute.

E poi ci sono gli attori, un cast che unisce grandi nomi ad inattese rivelazioni. J.Travolta deve a Pulp Fiction la sua rinascita professionale; S.L. Jackson, B. Willis e U. Thurman assurgono allo status di divi del cinema, ancor oggi in auge; H.Keitel interpreta il suo personaggio più famoso, nonostante compaia sullo schermo solo per pochi minuti; T. Roth si conferma artista interessante e poliedrico. A costoro si uniscono gli interpreti di secondo piano, tutti attori validissimi ed adatti al ruolo. Il casting è un capolavoro, così come lo è la produzione attenta di Lawrence Bender.

Quali difetti si possono attribuire ad un film che possiede un ritmo incalzante, che sa comunicare le emozioni più disparate, che alterna momenti tesi a scene d’azione, a romanticismo, violenza e (assurda) vita quotidiana? Io non riesco a trovarne. Pulp Fiction sa far ridere, sa comunicare tensione, riesce a confondere le idee ed a chiarirle, pur non trasmettendo nessun messaggio degno di tale nome. L’eterogeneità che caratterizza le varie scene è qualcosa che raramente si ritrova in un film; è una composizione di generi diversi, una sorta di collage di plagi di provenienza mista, a volte insospettabile. Sicuramente il regista è un grande appassionato di cinema, almeno quanto lo è della musica, dei fumetti e dei telefilm. La soddisfazione che provano molti spettatori nasce dalla condivisione delle proprie passioni con il regista, che si adopera per erigerle a miti cinematografici. Chi non ama Pulp Fiction probabilmente non ha lo stesso background di Quentin Tarantino, e di solito non è una persona giovane.

Voto di gradimento: 10
Voto critico: *****
Annunci
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved