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Re: AlbaKiara: ennesimo flop italico

Oggetto: Re: AlbaKiara: ennesimo flop italico
inviato da Gurgaz il 8/11/2008 21:30:49

Io non seguo molto il cinema italiano di oggi, perché non ci credo più. Faccio una fatica immane ad analizzare se il cinema americano e soprattutto quello europeo hanno qualcosa da dire; dall'Italia non mi aspetto granché, perché siamo un paese dove il ritardo tecnico-culturale si riflette su ogni aspetto della società, dal treno che prendi per andare a lavorare al gusto della birra che bevi al pub.

So che recentemente stanno nascendo vari filoni che puntano sull'eccesso. I gialli hanno dato origine a thriller sempre più cruenti; i film sentimentali vedono nascere una branca soft-porno; gli horror hanno correnti sempre più spinte ed eccessive (va di moda il torture-porn ultimamente). Passato il momento in cui funziona l'effetto "novità", questi filoni basati sull'eccesso più che sulle idee imboccano la spirale discendente verso l'autodistruzione. La verità è che oggi non ci sono più i talenti cinematografici di una volta: ci sono bravissimi tecnici, attori espressivi, ma registi e sceneggiatori scarseggiano (strano che si facciano così tanti film, però).

Io stesso volevo andare a vedere Un gioco da ragazze perché trovo che l'ambientazione "borghese" sia più adatta per tracciare un quadro scabroso di adolescenza deviata. Albakiara, da quanto ho letto, ha connotati più "popolari" ma è sostanzialmente un'altra storia di adolescenti allo sbando. Difficile che qualcuno ci si riconosca; tendenzialmente i film portano all'eccesso certe tendenze che si stanno radicando nella società, come la crescente curiosità verso la violenza, la mancanza di valori, il materialismo e la fatuità che diventano l'unico modello per le persone. E' naturale che la società neghi i propri problemi e dica di essere romantica, ingenua, smarrita e desiderosa di migliorarsi, non trovate? Il pubblico è sempre stato ipocrita e se lo si stuzzica sul vivo è facile che volti le spalle.

Questo non significa che simili film fossero indispensabili, o che si tratti di prodotti di alto livello. Per giudicarli correttamente dovrei vederli, ma posso ipotizzare che seguano gli stessi stereotipi e commettano i medesimi errori che hanno caratterizzato il cinema italiano negli ultimi 20 anni. Se il film vuole denunciare qualcosa, finisce per farlo in modo forzato, tradendo l'opinione degli autori. Non posso che unirmi alla critica di EGO e sottolineare che i messaggi diventano pesanti e fastidiosi quando si manipola la realtà come un'operazione matematica, affinché dia il risultato voluto. Le lezioni morali, se proprio si sente l'esigenza di impartirle, devono essere trasfigurate dalla vicenda del film. Lo spettatore deve arrivarci da solo, riflettendo in autonomia e riconoscendo la sottigliezza del regista. Se è tutto troppo esplicito, così come esplicita è la violenza o la lascivia dei protagonisti, non c'è alcun incantesimo da spezzare e il pubblico non può che intraprendere l'attività preferita in Italia: spezzarsi in due fazioni in cui una pensa il contrario dell'altra.
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