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BALLE SPAZIALI --- di Mel Brooks

Oggetto: BALLE SPAZIALI --- di Mel Brooks
inviato da Gurgaz il 6/1/2009 23:09:47

Quando una parodia coglie perfettamente gli aspetti dei film che l’hanno ispirata, acquisisce una dignità che la fa spiccare in mezzo alle altre opere non originali. Si consideri quante storie prestate al cinema sono nate sotto forma di libro, videogame o fumetto; oggi quasi tutte le sceneggiature sono ispirate a qualcosa di esistente, perciò non si può proprio mettere in discussione il valore di un film solo perché alcune idee sono di proprietà altrui. Mel Brooks qui vuole scherzare con l’intero filone fantascientifico, anche se la storia è ricavata principalmente dalla saga di Star Wars.

La principessa Vespa (Daphne Zuniga), figlia di Re Roland di Druidia (Dick Van Patten), deve sposare un goffo principe, ma all’ultimo momento decide di fuggire assieme al suo robot Dot Matrix (Lorene Yarnell). Ben presto si trova inseguita da un’enorme astronave, capitanata dal vile Casco Nero (Rick Moranis), emissario del pianeta delle Balle Spaziali. Il presidente Skroob (Mel Brooks) gli ha ordinato di catturare la principessa ed usarla come ostaggio, per ottenere dal re il codice dello scudo atmosferico di Druidia e sottrarre l’aria del pianeta, di cui le Balle Spaziali sono avidi consumatori. Il crudele piano è rovinato da Lone Starr (Bill Pullman) e dal suo compagno Barf (John Candy), mezzo cane e mezzo uomo, che intervengono per salvare la principessa. La sfortuna li fa precipitare su un pianeta desertico, dove rischiano la morte ma trovano salvezza presso il tempio di Yogurt (Mel Brooks). Durante un breve addestramento, il saggio rivela a Lone Starr i poteri dello Schwartz, la forza latente nella galassia. Nel frattempo Vespa viene catturata da Casco Nero, ma gli eroi sono lesti a liberarla. Forte degli insegnamenti di Yogurt, Lone Starr si lancia in soccorso di Druidia e neutralizza il colossale robot Megamaid. C’è spazio anche per la sorpresa finale e per un cameo di John Hurt (Alien).

Divertente come pochi altri film, Balle Spaziali è la quintessenza della parodia ed un concentrato di sano umorismo. È fatto di tante gag assurde, nate dall’intelligente rielaborazione della trama di Star Wars, ma anche con qualche esplicita citazione di Star Trek (vedi la scena del teletrasporto). Il ritmo è travolgente, soprattutto quandi i protagonisti sono i “cattivi”, così importanti che il film porta il loro nome. Tutti i cliché del genere sono passati in rassegna e citati con un’ironia così puntuale che tradisce l’apprezzamento per gli stessi. Non c’è una citazione che non sia palese e che non strappi gustose risate, sia per la proprietà che per il tono grottesco. Trovo che si possa apprezzare anche se non si conosce il materiale di base, perché i personaggi divertono solo per quanto sono ridicoli (ad esempio Barf: “I’m a mog, half man, half dog. I’m my own best friend!”). Però le analogie sono troppo spassose per perdersele: vogliamo citare Pizza The Hutt? È consigliabile la visione in lingua inglese, perché altrimenti certe battute sono incomprensibili, ad esempio l’analogia fonetica tra Force e Schwartz.

Gli interpreti sono molto bravi e non c’è approssimazione da parte di nessuno. R.Moranis e M.Brooks sono irresistibili, ma lo stesso si può dire di B.Pullman e J.Candy, che formano un duo affiatato dalla forte vena comica. D.Zuniga ha il ruolo della bella altezzosa, ma anche lei sa essere straordinariamente divertente, soprattutto quando scimmiotta assieme a Pullman le scene amorose di Star Wars. Pur essendo chiare le fonti d’ispirazione, i loro personaggi assumono vita propria e restano impressi quanto i loro alter ego “seri”.

Il film ha qualche trovata per ridurre i costi, ma sfoggia gli stessi effetti speciali de Il Ritorno dello Jedi (infatti sono targati Lucas Arts) e set vari e colorati, egregiamente sfruttati dalla fotografia di Nick McLean. La colonna sonora è firmata John Morris ed include qualche canzone presa in prestito (Raise your Hands di Bon Jovi) o composta per l’occasione (Spaceballs, eseguita dal gruppo The Spinners), assieme a musiche originali chiaramente ispirate al geniale lavoro di John Williams. Tutto è sberleffo e tutto è omaggio, ed è raro che una parodia dosi alla perfezione queste sensazioni contrastanti. La storia in sé è carina e vedere un’astronave trasformarsi in un gigantesco robot dotato di aspirapolvere ha un certo fascino, così come il viaggio a bordo di un camper Winnebago con iper-propulsori. Raccomandato per coloro che gradiscono l’umorismo di gran classe ed una tappa obbligata per i fan di Star Wars.

Voto di gradimento: 9
Voto critico: ****
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