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HERO – di Zhang Yimou

Oggetto: HERO – di Zhang Yimou
inviato da Gurgaz il 7/3/2009 12:23:57

Chi l'avrebbe mai detto che un regista cinese avrebbe portato un po' di freschezza nel panorama cinematografico? Rivisto a tre anni di distanza dalla prima volta, Hero continua a colpirmi per l'estrema attenzione artistica: c'è una gran cura nell'uso dei colori, delle inquadrature, degli scenari, in generale un impiego sapiente delle tanto decantate meraviglie della tecnica.

Al tempo in cui la Cina non era un grande Impero, bensì un territorio diviso in sette regni divisi da ataviche rivalità, un ambizioso sovrano, il Re di Qin (Chen Dao Ming), sogna di sottomettere gli altri regni per costituire una grande nazione “sotto lo stesso cielo”. Il vicino Regno di Zhao cerca di frustrare i suoi piani e gli invia contro tre inafferrabili assassini, che costringono il sovrano a proteggersi nel suo palazzo. L’incubo termina il giorno in cui un guerriero senza nome (Jet Li) giunge alla reggia dopo aver sconfitto i nemici del re in combattimento. Sorpreso da una simile manifestazione di patriottismo ed abilità, il sovrano gli chiede di raccontare la sua storia, di come ha avvicinato e battuto Cielo (Donnie Yen), Spada Spezzata (Tony Leung Chiu-Wai) e Neve che Vola (Maggie Cheung Man-Yuk). La storia non convince appieno il sovrano, troppo perspicace per non presentire le vere intenzioni del guerriero, che in realtà ha ordito un colossale imbroglio per assassinarlo. Ma la verità è ancora più complessa di quel che il Re di Qin immagina ed il film riserva sorprese ed un finale che non si poteva immaginare facilmente.

Hero è uno dei migliori film usciti dal 2000 ad oggi, su questo ho pochi dubbi. Per la prima volta il bagaglio tecnico dell’arte cinematografica del terzo millennio viene usato per creare qualcosa, invece che infiorettare a piacimento le scene. C’è grande gusto estetico e patetico nelle scene, forza espressiva e partecipazione negli attori coinvolti. Z.Yimou pare quasi voler dire che la sua Cina non è fatta per copiare e servire l’Occidente, ma possiede una sua concezione dell’arte che rende tutto diverso e nuovo. La grande tecnica unita ad una sensibilità speciale rendono questo film una meraviglia per gli occhi e un interessante percorso spirituale.

L'ambientazione non mi è familiare; in certi punti mi sono trovato a constatare la mia ignoranza (le questioni calligrafiche mi hanno un po' perplesso), ma credo che il film sia apprezzabile anche da chi non s'interessa di culture orientali. La narrazione è condotta con grande acume e tiene viva l’attenzione con risvolti sempre nuovi e segreti che si disvelano. Hero è la prova che non serve un ritmo incalzante per mantenere la tensione narrativa: qui si intrecciano battaglie, racconti ed immagini allegoriche, nel mezzo dei quali trovano spazio i colpi di scena. Si assiste a combattimenti mirabolanti, la maggior parte dei quali sono mentali, giustamente, ma la cui azione trasmette una sensazione di armonia, tipicamente orientale. Nessuna scazzottata inutile in stop motion, per intenderci.

Il messaggio è l'unica nota dolente del film. Si esalta il sacrificio degli interessi individuali, fino al dono della propria vita, in vista di un bene più grande. Inoltre, c'è la legge che schiaccia l'individualità, fino a costringere il re a condannare a morte il guerriero, pur ammirandolo ed essendo stato da lui risparmiato. La prospettiva della nazione unita, dove il particolare non esiste ed è sottomesso al bene universale, è un notevole richiamo alla Cina di oggi. Non so se chi l'ha visto si è posto la mia stessa domanda: Z.Yimou ha voluto dipingere un racconto poetico con un messaggio di pace, oppure ha prestentato una specie di "genesi mitologica" dell’odierna cultura cinese, velata di nazionalismo?

Voto di gradimento: 8
Voto critico: *****
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