In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 47
Totale: 47
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020
Segnala messaggio:
 

Re: Cinema italiano: tracollo

Oggetto: Re: Cinema italiano: tracollo
inviato da Gurgaz il 6/7/2009 8:55:56

Ultimamente in TV stanno dando un sacco di film e, vuoi per il fatto che vanno rilanciati, vuoi per il fatto che costano poco, la scelta spesso cade su pellicole italiane. Giovedì scorso, se ben ricordo, mi sono udito tutto il film "Voce del verbo amare", una pseudo commediola romantica con implicazioni sociali (ovviamente). Dico "udito" perché stavo dipingendo delle miniature e raramente alzavo la testa dal mio lavoro.

Sembrava il classico film dei trentenni disadattati di cui parla Dr.Scherzo. Sostanzialmente persone che non hanno forza né fisica né spirituale, che dopo una miriade di errori generati da situazioni paradossali riescono a fare chiarezza dentro di sé. Ovviamente, questo è accompagnato da un lieto fine che stupisce per quanto è totalizzante ed universale (=ogni cosa si mette a posto nel migliore dei modi).

Non sono questi i film che mi piacciono e purtroppo il cinema italiano ha poco altro da offrire. A tal proposito, è interessante leggere la parte finale della recensione allegata:

“In effetti quest’anno – scrive il Giornale dello Spettacolo - sia nel genere giovanilistico, sia fra i film di qualità i flop al botteghino sono stati numerosi. E se le cause, per quanto riguarda i film per il pubblico degli adolescenti, sono da ricercare principalmente in una serie di titoli di modesta fattura, l’immeritato insuccesso commerciale di molti film d’autore - Fortapasc, Giulia non esce la sera, Complici del silenzio, Tutta colpa di Giuda - risulta, almeno nelle dimensioni, abbastanza incomprensibile.

Non ho visto questi film e non mi pare neppure di averne sentito parlare. Non so di quali proporzioni sia il loro "insuccesso commerciale", ma dai titoli è chiaro l'argomento trattato. E' la solita tematica socio-esistenziale, con qualche riserva per Fortapasc che potrebbe parlare di qualsiasi cosa. Argomenti come questi sono morti e sepolti, la gente si è stancata: giovani, vecchi e adolescenti; non ne vuole più sapere, punto e basta, le ragioni dell'immeritato (?) insuccesso stanno tutte lì.

Invece queste sono le risposte che il giornalista si dà:

Ma era lecito attendersi incassi più consistenti anche da Questione di cuore, Due partite, Generazione 1000 euro, Vincere, che pure più di qualche spettatore hanno richiamato in sala. Poiché la qualità dei film citati è fuori discussione, a determinare il complessivo flop hanno contribuito almeno tre fattori: una crescente diminuzione delle sale adatte a questo genere; modalità di promozione modeste e di scarsa fantasia; mancanza di razionalità nelle uscite, col risultato di un eccesso di concorrenza fra pellicole simili che ha penalizzato tutti”.

Eh beh, ovvio, infatti è tutta questione di pubblicità. Nei cinema, in televisione e sui giornali è tutto un fiorire di pubblicità di film americani. Ma possibile che sia solo questo? Per aiutare il cinema italiano c'è veramente bisogno di "razionalità nelle uscite", "modalità di promozione" non modeste e più fantasiose, un maggior numero di "sale adatte a questo genere" ?????? In pratica si auspica ad una coordinazione degli sforzi, ossia ad una sorta di dirigismo commerciale che dovrebbe sanare tutto.

Il problema sta proprio nel fatto che il cinema italiano "d'autore" (definizione che odio) è, tradizionalmente, in mano ad una cerchia di intellettuali che la pensano in un certo modo e propongono gli stessi temi, gli stessi problemi e le stesse soluzioni con regolarità spaventosa. A casa mia questa si chiama con una parola precisa: autoreferenzialità. Questo è quello che sta antipatico al pubblico e che alla lunga è divenuto troppo palese per essere ignorato. A forza di ripetere perfino chi non è abituato ad analizzare un film si rende conto che, in fondo, gli stanno propinando sempre la stessa minestra, fatta di elogio della mediocrità, degli ideali e della libertà nel suo senso più generico.

Chissà perché nessun regista italiano propone film storici, basati sul nostro passato che se non è illustre ha comunque molto da raccontare? Per questioni di budget, è chiaro. Meglio lasciare alle fiction come "Elisa di Rivombrosa" il compito di dare una chiara visione del passato.

Possibile che in Italia non ci sia nessuno che lavora agli effetti speciali, digitali e non, e che cerchi di fare un film che non sia solo parole, parole, parole? E che non ci sia mai un regista che si sofferma con la telecamera a contemplare la natura, il paesaggio italiano, che se non ha le location della Nuova Zelanda o del Gran Canyon di certo offre scorci stupendi da riprendere?

Io non mi intendo di cinema al punto di sapere cosa serve fare. Sono sicuro solo che non è più possibile proporre fino alla nausea le stesse cose. Se penso ad un film come "La Nona Porta", che non piacerà a tutti ma a me sì, vedo che è fatto con poco ma ha un'atmosfera perfettamente riuscita. Non vedo nessun ostacolo per realizzare qualcosa del genere in Italia, a parte la paralisi intellettuale di chi tiene le redini del cinema.
Annunci
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved