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CASINO ROYALE --- di Martin Campbell

Oggetto: CASINO ROYALE --- di Martin Campbell
inviato da Gurgaz il 8/1/2007 17:03:13

Casino Royale non rientrava affatto nella lista dei film che avrei voluto vedere. Non sono un fan dei Bond movies, che ho sempre ritenuto un intrattenimento leggero, farsesco ed inesorabilmente schiacciato da luoghi comuni e cliché, nati e consolidatisi nel corso di ben venti uscite cinematografiche. È stato un fuori programma accolto senza entusiasmo, ma si è rivelato una piacevole sorpresa. L’ennesimo film dell’agente 007 mira a recuperare il personaggio letterario, così come lo aveva concepito lo scrittore Ian Fleming: non un James Bond ironico e farfallone, pieno di gadget ipertecnologici, ma un agente segreto spietato, cinico e a tratti brutale, come chi fa l’assassino di professione. Daniel Craig ha il fisico e l’espressione adatta per un ruolo del genere, anche se i maniaci storceranno il naso davanti ad uno 007 biondo e dagli occhi di ghiaccio. Accanto al suo lato professionale, il film sviluppa quello sentimentale (e ci mancherebbe), per dare cuore ed anima ad un uomo dai tratti spigolosi.

La storia è ispirata al primo romanzo di Fleming e presenta James Bond alla sua prima missione da agente “doppio zero”. Un ruvido prologo riassume il conseguimento del famoso titolo. Casino Royale rifiuta la consueta ambientazione ai tempi della Guerra Fredda, scegliendo di situare la vicenda ai giorni nostri. Il finanziere Le Chiffre (Mads Mikkelsen), banchiere del terrorismo internazionale, ha un piano per far fruttare i soldi dei clienti danneggiando una compagnia aerea. L’agente 007 (Daniel Craig) riesce ad impedire la distruzione di un prototipo, vanificando le speculazioni di Le Chiffre e causandogli una perdita ingente. Il banchiere deve assolutamente rifarsi, altrimenti i suoi pericolosi clienti reclameranno la sua testa, così decide di organizzare una partita a poker presso il Casino Royale in Montenegro. Tra i facoltosi partecipanti viene inserito anche James Bond, grazie alle abili manovre del suo capo M (Judi Dench); egli deve assolutamente vincere, in modo da costringere Le Chiffre a collaborare con i servizi segreti. Affiancato da un funzionario del Tesoro britannico, Vesper Lynd (Eva Green), e dall’astuto Mathis (Giancarlo Giannini), Bond riesce a vincere la partita, ma scoprirà che né il banchiere, né i suoi clienti intendono darsi per vinti.

Le scene d’azione non mancano, tuttavia la struttura del film non imbocca il consueto crescendo. Sebbene la mia esperienza con i Bond movies sia insufficiente, mi pare che Casino Royale cerchi di evitare gli stereotipi del moderno genere d’azione, perché si avvale più degli stunt-men che degli effetti speciali. 007 dimostra una resistenza fisica fuori dal comune, però non è né infallibile né inarrestabile; in più, Le Chiffre non è il cattivone folle che vuole vaporizzare gli Stati Uniti o roba simile, bensì una pedina in un gioco più grande. La trama è articolata, anche se poco chiara e stimolante, e si contraddistingue per il realismo di fondo.

Gli attori fanno un ottimo lavoro, da Mikkelsen ai nostrani Giannini e Caterina Murino, che in bellezza dà dieci a zero a E.Green. Comunque, vero signore del film è Craig, che è riuscito a non farmi odiare il personaggio di 007 per ben due motivi. In primo luogo, non è un damerino alla Brosnan, ma un vero duro con una mimica adatta al compito; secondariamente, non vive all’ombra del mitico S.Connery, perché sa interpretare un James Bond diverso dal solito e confacente ai miei gusti personali. Una bella svecchiata al personaggio è quel che ci vuole, meglio ancora se passa attraverso il recupero della figura originale.

Il film è ben lontano dalla perfezione, perché è un po’ troppo lungo e dalla partita a poker in poi si trascina stancamente, in attesa del climax finale. La parentesi amorosa tra Bond e Vesper Lynd è resa volutamente profonda, in contrapposizione alle scappatelle degli altri film, ma nel complesso è noiosa, secondo me perché la Green non sembra a suo agio. Inoltre, l’inquietante scena della tortura di Bond ad opera di Le Chiffre, apice emotivo di Casino Royale, lascia un senso di gelo e fastidio che inquina le scene successive. Quando ci si domanda per almeno mezzora se la prossima scena sarà l’ultima, non è mai un buon segno.

A parte questo problema di sceneggiatura e dosaggio delle sensazioni, il film è un ottimo intrattenimento, corredato di scene ad altissima tensione e di una violenza assai realistica, somministrata ad intervalli regolari e in dosi massicce. Le musiche di David Arnold sono classiche ed efficaci, mentre il sonoro tocca le consuete vette di qualità. Casino Royale è una sfida per i fan irriducibili e una buona proposta per il pubblico generale, che nello stesso film può trovare azione, brivido, romanticismo e passione, gestiti da una regia attenta e capace. Peccato che ci sia spazio anche per un po’ di noia.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ***
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