1997: FUGA DA NEW YORK --- di John Carpenter |
Oggetto: 1997: FUGA DA NEW YORK --- di John Carpenter inviato da Gurgaz il 22/5/2007 22:53:29 John Carpenter può essere considerato un artista completo nel suo campo: sa dirigere, sa scrivere una sceneggiatura, sa comporre musica, sempre contraddistinguendosi per l’originalità dei pensieri e delle soluzioni. Fuga da New York è un episodio importante nella sua carriera, come lo è stato per quella di un altro grande personaggio di Hollywood: Kurt Russell. Ciò che rende affascinanti i film apocalittici, atti a rappresentare un futuro negativo spesso esageratamente prossimo, è proprio il legame indissolubile con il periodo in cui sono usciti. Le paure dell’epoca diventano l’incubo dell’ipotetico avvenire, in cui hanno raggiunto dimensioni globali e spaventose. Evidentemente nei primi Anni Ottanta l’America registrò l’inesorabile aumento del crimine urbano, soprattutto quello organizzato, così nel 1980 ci si immaginava che dopo 17 anni gli sbandati fossero divenuti talmente numerosi da richiedere un nuovo tipo di segregazione. L’Isola di Manhattan, un tempo cuore pulsante della Grande Mela, è stata convertita in una zona di confino, dal quale non è permesso uscire. Non ci sono guardie all’interno dei grattacieli fatiscenti, dove regnano incontrastate le bande dei detenuti. Una tragica fatalità fa precipitare l’aereo del Presidente degli Stati Uniti (Donald Pleasance) proprio a Manhattan e il capo di stato viene catturato dalla gang del Duca (Isaac Hayes). Al direttore della sorveglianza Bob Hauk (Lee Van Cleef) resta solo una possibilità: ricorrere all’ex-eroe di guerra Plissken, detto “Iena” (Kurt Russell), personaggio controverso su cui pesano gravi capi d’accusa. Gli vengono concesse 24 ore, entro le quali deve infiltrarsi a New York, localizzare il Presidente e portarlo in salvo. Se non ce la fa o ritarda solo di pochi minuti, un paio di microbombe gli faranno esplodere le arterie. La missione è difficile, ma Iena riceverà l’inaspettato aiuto del tassista Cabbie (Ernest Borgnine), del pensatore Brain (Harry Dean Stanton) e della sua compagna Maggie (Adrienne Barbeau). Nonostante sia un film d’azione, Fuga da New York non si distingue certo per un ritmo serrato: a confronto con le produzioni attuali potrebbe sembrare quasi drammatico. Indubbiamente i tempi cinematografici erano diversi allora, ma non si può certo biasimare l’attenzione per la scrittura dei dialoghi e la cura con cui gli attori soppesano ogni singolo sguardo e battuta. Non c’è spazio per smancerie, emozioni e sospiri: c’è solo una continua sequenza di azioni, per cui si potrebbe perfino dire che c’è più azione in questa pellicola che in quelle contemporanee. Un eccellente Kurt Russell, vero duro che rinuncia a fare il gradasso con i deboli per sfidare i forti, è affiancato da un sorprendente Lee Van Cleef, meglio conosciuto come “Il Cattivo”. Attorno a questo prestigioso duo orbitano diversi attori capaci, compreso un altro noto personaggio dei western: Ernest Borgnine. Carpenter inserisce sempre messaggi forti e polemici nei suoi film: questo non fa eccezione, mostrando il Presidente degli Stati Uniti come un opportunista bieco e corrotto. Notevole la sua metamorfosi dalla condizione di prigioniero del Duca alla libertà, faticosamente conquistatagli da Plissken. Dapprima il grande leader è un poveraccio alla mercé dei repressi e degli sbandati, poi si svela per quello che è, finendo coll’apparire un vero verme davanti ad un criminale nobile e fiero come Plissken. La domanda che si pone è: chi sono i veri criminali? A parte questi interrogativi, cui ciascuno può dare la risposta che crede, abbiamo di fronte un film datato ma inossidabile grazie alla storia originale, a scene ben calibrate e ad un cast di prim’ordine. Le musiche, composte da Alan Howarth e dallo stesso Carpenter, riflettono il gusto di quegli anni e sono perfettamente amalgamate con le immagini. Purtroppo il budget non elevato e la tecnologia dell’epoca non offrono grande spettacolo di luci e colori, tuttavia sono ben altri i contenuti che rendono le scene vive ed interessanti. Un cult per gli appassionati di John Carpenter, di Kurt Russell, del cinema Anni Ottanta e dei film di fantascienza distopica. L’estrema ricchezza di tematiche non banali lo rende indicato per spettatori di ogni genere. Voto di gradimento: 7 Voto critico: **** |