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Re: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA ---Recensione di Gurgaz

Oggetto: Re: LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA ---Recensione di Gurgaz
inviato da Gurgaz il 23/10/2006 17:39:07

L'idea che l'arte sia soggettiva è un concetto moderno, che fino ad un secolo fa nessuno si sarebbe sognato di professare. Il discorso che fai, Llukas, è perfettamente condivisibile, solamente mi pare che tu faccia confusione tra opinione e sostanza.

E' chiaro che ciascuno possiede un'opinione diversa, frutto della sua diversa sensibilità ed esperienza. Questo perché tutto ciò che percepiamo, tra cui anche l'Arte, è filtrato attraverso i sensi e compreso da ogni persona a suo modo. Però la sostanza delle cose non cambia, perché quella non dipende dalla sensazione.

Il problema delle forme di arte moderna, dal cinema (che è una delle più giovani) alle arti figurative tradizionali, è aver sommerso la propria sostanza con una marea di concetti ed elucubrazioni fantasiose. Al di là dell'opinione, non ho mai sentito dire a nessuno che i quadri di Raffaello fanno schifo, mentre quelli astratti di Mondrian svelano i misteri più reconditi dell'universo. Sono due modi completamente diversi di intendere l'arte pittorica, sebbene siano entrambi degni di attenzione. Il fatto che davanti a Raffaello la maggioranza sia d'accordo nel ritenerlo un grande artista, mentre molti si dichiarano confusi dall'Astrattismo, dipende da quanto la sostanza nel primo sia chiara e visibile, mentre quella del secondo sia più indefinita e necessiti di una spiegazione per essere colta.

Insomma, il pittore classico riteneva necessario riprodurre accuratamente la realtà nel modo più bello e magnifico possibile, ma in questo concetto di bello e magnifico non c'è nulla di soggettivo. Tutti scorgono la finezza delle pennellate e la maestria nell'utilizzare i colori e i giochi di luce ed ombra; questo avviene perché la sua arte è in perfetta linea e somiglianza con la percezione, perciò quello che raffigura non può essere straniante o fastidioso, ancor più se sostenuto da una tecnica sopraffina. Invece, il pittore moderno non si preoccupa più di raffigurare la realtà, ma preferisce usare gli stessi strumenti per suggerire emozioni mediate, o per raffigurare ciò che non può essere visto. Per questo è così difficile capire ed apprezzare i suoi quadri, perché la loro sostanza è scarna e flebile, sepolta sotto una spessa scorza di pensieri e ragionamenti che il singolo non sa ripetere da solo.

Cosa c'entra questo col cinema? Adesso rigiro l'esempio con i film. Un film come Dead Man's Chest è, per quanto sembri impossibile, quanto di più astratto possa esistere: togli tutti gli effetti speciali, le scene d'azione e le battutacce... cosa resta? Poco, una storia scarnissima senza alcun contatto né con la realtà storica, né con quella fantastica, dove nessuno si comporta in maniera sensata, se confrontato con gli schemi a cui la vita ci ha abituati. Quanto di più straniante ed incomprensibile possa esserci, insomma. Il suo predecessore, anche se non è il miglior esempio da addurre, aveva una storia semplice ma non astratta, così come erano plausibili i tempi e l'azione che vi aveva luogo. E' questo che ha fatto la fortuna del primo film, e in buona sostanza anche del secondo, non certo gli effetti speciali.

L'esteriorità è quello che lo spettatore ricorda di un film, perché è ciò che solletica maggiormente i sensi; però, quello che colpisce veramente è la sostanza ed è quella che distingue ciò che è buono da ciò che non lo è. La divergenza di opinione nasce proprio dall'incapacità di accordarsi sulla sostanza. Quando ciò accade, e con i film odierni è sempre più frequente, significa che si è travalicato il segno, ossia che si è resa la sostanza troppo difficile da comprendere (spesso, la si è ridotta al lumicino) perché sepolta da mille dettagli insignificanti.

Nessuno può capire dove stia esattamente il limite, ma quando c'è così tanta discordia non c'è dubbio che è stato oltrepassato. A mio avviso, l'Arte non è quindi soggettiva, ma quanto di più oggettivo ci possa essere, mentre soggettiva è la sua percezione. Spero che dall'esempio si sia potuto capire che l'Arte (cioè la sua sostanza) non coincide con la percezione dell'Arte (che è opinione), altrimenti tutto è capolavoro e tutto è crosta allo stesso tempo, e non servirebbero gli odiosi critici d'Arte e nemmeno i musei, perché nulla sarebbe degno od indegno di trovarvi posto.

Mi auguro che tutta questa pappardella non ti abbia confuso, se hai avuto la cortesia di leggerla. Non mi sento in dovere di farti cambiare idea, né sul film né tantomeno su quello che pensi dell'Arte; volevo più che altro che fosse chiaro il mio punto di vista, che non è uno sterile inveire contro il (secondo me) cattivo cinema. Da molto tempo ci vado con le migliori intenzioni, sperando sempre di divertirmi o di essere stimolato in qualche maniera. Con questo film ci ho provato, ma proprio non ci sono riuscito, perché mi hanno disturbato le varie cose che ho elencato tra un post e l'altro. Le mie aspettative erano: avventura fantasy-comica, con azione divertente ed entusiasmante, in un'atmosfera genuinamente avventurosa. Per qualcuno, queste stesse pretese sono state pienamente soddisfatte, per me assolutamente no. Da questo, mi sono sentito stimolato ad una discussione di più ampio respiro, perché le opinioni mi interessano fino ad un certo punto; preferisco cercare i motivi del contrasto.
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