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STAR WARS - L'esalogia

Oggetto: STAR WARS - L'esalogia
inviato da Gurgaz il 14/10/2007 15:39:35

Su richiesta nientemeno che del vecchio BenKenobi, ucciso in duello da Darth Vader ma presente in spirito sui nostri forum, ripropongo le mie recensioni sui film di Guerre Stellari/Star Wars.

Ricordo che i primi 3 episodi (cioè la trilogia recente) sono stati recensiti completamente, con tanto di riassunto di trama. Per la trilogia classica ho risparmiato un po' di lavoro e mi sono concentrato su "versione expanded" e traduzione.


STAR WARS EPISODE I: THE PHANTOM MENACE --- di George Lucas

La responsabilità assegnata a questa pellicola è stata eccessiva rispetto alle sue possibilità. Nel 1999, dopo 15 anni di pausa, George Lucas ha ritenuto fosse giunto il momento di concludere il progetto Star Wars. Un bel problema: potendo contare su di una miriade di fan consolidati in attesa, lo scopo della trilogia prequel era conquistare una nuova generazione di appassionati, molti dei quali erano del tutto all’oscuro della trilogia classica. The Phantom Menace è uno dei primi film a fare un uso massiccio della CGI per costruire ambienti, creature e personaggi veri e propri. Dopo averlo visto in lingua originale, nello splendore del DVD, ho potuto trarre conclusioni dopo anni di dubbio. Questo è un bel film, rovinato da poche pecche importanti.

Andiamo con ordine. La storia ricalca moltissimo A New Hope: c’è una nobildonna in pericolo, i coraggiosi che la soccorrono, un pianeta da salvare e un giovane jedi da addestrare. Cambiano solo i luoghi e i personaggi, con la consueta varietà che è l’essenza di Star Wars. L’unico elemento veramente nuovo è la panoramica delle Vecchia Repubblica: intrighi politici, equilibri di potere, istituzioni antichissime (i Jedi) e una visione corale della Galassia. Queste sottigliezze costituiscono il divertimento per lo spettatore maturo e consolidato, che per anni si era chiesto come è sorto il fantomatico Impero. Le citazioni di Asimov si sprecano, così come le simpatiche trasposizioni galattiche di strutture ed abitudini che ci sono familiari. Per i fruitori più giovani e disimpegnati ci sono un sacco di scene di azione, delle quali la più caratteristica è la corsa degli Sgusci (Pod Racing, il traduttore folle colpisce ancora). Nel DVD sono stati aggiunti diversi minuti a questo evento, che è il punto di svolta del film. In poche scene si riescono a vedere bene gli altri partecipanti alla corsa, altrimenti concentrata su Anakin Skywalker (Jake Lloyd) e Sebulba. Un’altra scena d’azione memorabile è il combattimento tra Qui-Gon Jinn (Liam Neeson), Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) e il misterioso quanto taciturno Darth Maul (Ray Park). Mi sembra un bel combattimento jedi, in perfetta linea con l’evoluzione seguita negli episodi classici, appena carente riguardo a pathos e atmosfera, dovuta principalmente a Darth Maul. Meno entusiasmante è la battaglia dei Gungan contro i droidi: è troppo pretendere che lo spettatore si lasci coinvolgere, visto che nello scontro compaiono solo creature in CGI.

Come di consueto, la manna per gli appassionati di Star Wars sono le trovate, le novità, i mattoncini che si aggiungono nell’edificazione dell’imponente ambientazione fantasy/sci-fi. Le armate di droidi, i primitivi Gungan dotati di una tecnologia “squilibrata”, il mosaico razziale a Tatooine, il Pod-Racing, la capitale Coruscant, il Senato della Repubblica, il barocco pianeta di Naboo (evidentemente ispirato all’Italia), sono tutti aggiunte ed approfondimenti graditi ed attesi. Un po’ spiazzante la trovata dei Midichlorian, una spiegazione scientifica della Forza che disturba non poco la mitologia di Star Wars. Negli episodi successivi il concetto sarà tenuto in disparte e recuperato solo di rado, ma si configura come un tentativo per “stare al passo coi tempi” ed “approcciare le nuove generazioni”, accettando il discapito che questa strategia può comportare.

Il casting è stato condotto con giudizio. L.Neeson aggiunge alla saga la figura di un jedi eroico eppure mediocre, perché non esente da errori e sviste. E.McGregor non mi convince nel primo episodio, ma saprà progredire. Natalie Portman nel ruolo di Amidala/Padmé è davvero sorprendente; se non ve ne siete accorti chiamate la doppiatrice a render conto. Ha la gran capacità di passare con naturalezza dal ruolo della regina a quello della finta ancella, lasciando un effettivo dubbio sull’identità; ha ancora qualche problemino di dizione, che risolverà nei prossimi film. Il piccolo Jake Lloyd è un bambino dotato di ottima spontaneità, che è riuscito a calarsi in un personaggio impegnativo grazie al personale aiuto di Lucas. Molto brava l’attrice Pernilla August, che interpreta la madre di Anakin, Shmi Skywalker. Infine, il regista dispone di tre grandi certezze dalla trilogia classica: Ian McDiarmid (Senatore Palpatine/Darth Sidious), Anthony Daniels (voce di C3PO) e Frank Oz (voce e movimenti di Yoda, che per stavolta è ancora un pupazzo). Personalmente, apprezzo il vicerè Nute Gunray (Silas Carson) e i Nemoidiani, soprattutto se non parlano in russo.

Veniamo ora alla pietra dello scandalo: Jar Jar Binks (Ahmed Best). Il problema di questo personaggio non è tanto il fatto di essere in CGI, oppure di essere ridicolo ed imbranato oltre ogni decenza. Il guaio è la compresenza delle due, che lo rendono qualcosa di veramente insopportabile. Lucas credeva moltissimo in Jar Jar e nella sua carica comica, ma ha calcato troppo la mano. Gli ha affidato troppe scene demenziali, una lingua scalcinata, un aspetto da povero scemo che mal si confà ai compiti ricevuti (generale... poi ambasciatore a Coruscant!). Un po’ meglio gli altri personaggi in CGI: Boss Nass, il capitano Tarpals, Watto e Sebulba, solo per citare i principali. Un’altra pecca è costituita da Darth Maul. Dotato di un aspetto temibile e di un carisma innato, il personaggio non viene sviluppato bensì lasciato in disparte per tutto il film. Senza motivo. Una gran delusione, soprattutto a fronte della pubblicità fatta.

John Williams realizza un’altra bella colonna sonora, ma non eguaglia l’impatto delle altre. Le novità sono i possenti cori, solitamente assenti in Star Wars, e il frequente uso degli archi. Ottime le location, soprattutto la Reggia di Caserta, e maestoso il lavoro di arricchimento in post-produzione. Ciononostante, Episode I non vanta grafiche molto realistiche e amalgamate con il paesaggio. Il computer c’è e si vede, a volte un vero e proprio pugno nell’occhio. Il lavoro dell’Industrial Light & Magic, la compagnia di effetti speciali nata assieme a Star Wars, ha costituito la base per molti altri film, che ne hanno usufruito più di questo. Un esordio carico di attese, parzialmente deluse, ma con ottime potenzialità per il futuro.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ****
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