In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 56
Totale: 56
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020
Segnala messaggio:
 

Re: STAR WARS - L'esalogia

Oggetto: Re: STAR WARS - L'esalogia
inviato da Gurgaz il 14/10/2007 15:54:54

STAR WARS EPISODE IV: A NEW HOPE --- di George Lucas

Uno dei regali che mi sono fatto a Natale è il cofanetto con la trilogia classica di Star Wars, nella versione rimasterizzata con le scene inedite, presentata per il 20° anniversario. Il vantaggio di parlare di un film arcinoto e di cui quasi tutti conoscono la storia, mi solleva dalla sgradita incombenza di riassumere la trama. Del resto, sintetizzare ciò che accade in un qualsiasi episodio di Star Wars è un’impresa difficile, vista l’azione serrata che si può apprezzare in questi film. Siccome ho visto il film in inglese, mi limiterò ad informarvi sulle differenze da me osservate, oltre a dare una panoramica sulle scene inedite, utile per chi non avesse visto i film del 1997.

Parto con una nota sul doppiaggio italiano: si tratta di un lavoro sostanzialmente ben fatto, anche se non si può fare a meno di rilevare lo stile antiquato dei discorsi e dei toni di voce, rispetto alla madrelingua, dove i personaggi si esprimono con naturalezza e non come se fossero giuristi in pretura. Ciò che stupisce di più è la parlata di Luke Skywalker (Mark Hamill), che tra parentesi si dice “Lùk” e non “Liuuk”: è la voce di un ragazzo, ingenua e assai più stridente di quella calda e serafica del doppiatore italiano. In inglese suona molto più naturale, mentre in italiano mi era sempre sembrato piuttosto ingessato. Altra grande scoperta: la voce di Darth Vader, fornita dal magnetico James Earl Jones (l’attore che impersona Thulsa-Doon in Conan il Barbaro). Il celeberrimo grande malvagio di Guerre Stellari ha un tono assai più sinistro e surreale, rispetto all’asprezza con cui lo doppiano in italiano. La stessa scrittura delle battute dà sensazioni diverse. Ad esempio: “Trovo insopportabile la tua mancanza di fede!”, pronunciata a denti stretti, sortisce un effetto assai diverso da “I find your lack of faith quite disturbing”, detta con minacciosa ed onnipotente calma. Infine, occorre guardare la versione inglese per capire il peso dell’interpretazione di Alec Guinness nel ruolo di Obi-Wan Kenobi (in poche scene riesce ad oscurare il suo pur bravo epigono, Ewan McGregor, dando all’anziano jedi uno spessore notevole) e di Peter Cushing nel ruolo del Grand Moff Tarkin. Questo secondo personaggio, in italiano piuttosto inutile, in inglese mi ha fatto davvero una gran impressione. Per il resto, tanto di cappello sul doppiaggio di Leia, C3PO e Han Solo, che sono praticamente uguali all’originale.

In inglese si apprezzano meglio i termini “tecnici”, in italiano storpiati più o meno gravemente. Immagino che molti si siano chiesti che cosa diavolo sono le “porte a prova di scoppio”, in inglese “blast doors”. Sono d’accordo che se si apre un vocabolario e si cerca “blast”, il primo lemma fornito è “scoppio, esplosione”; però dopo che per tutto il film i “fulminatori” sono stati chiamati “blasters”, mi pare ovvio che le “blast doors” siano “porte a prova di laser” o “porte anti-laser”. E come questo ci sono mille piccoli errori, secondo me dovuti alla scarsa familiarità dei doppiatori di allora con le tematiche. Tra l’altro, le poche parole inglesi mantenute nella versione italiana, non ero mai riuscito a distinguerle. Il com-link, con cui C3PO comunica con Luke sulla Death Star, viene pronunciato così male da essere incomprensibile. C’è poi il discorso riguardante l’italianizzazione dei nomi. In alcuni casi, ritengo che i doppiatori abbiano avuto ragione: Darth Vader è troppo anglosassone per essere lasciato tale e quale, mentre mi risultano del tutto ingiustificati i passaggi Leia/Leila e Han/Jan, per non parlare dei nomi dei droidi C3PO/D3BO e R2D2/C1B8.

Riguardo alla versione estesa, sappiate che sono state aggiunte due scene importanti, più qualche inquadratura a campo largo. Le scene nuove sono il dialogo di Han Solo con Jabba, che in origine era un uomo grasso, ma che con la computer grafica è stato modellato secondo la fortunata immagine de “il ritorno dello jedi”. Va detto che la CG nel 97 era ancora piuttosto indietro, per il fatto che non sembra per nulla reale. Comunque, in questa scena fa una breve comparsa Boba Fett, uguale a come lo si vedrà negli episodi successivi. L’altra scena è l’incontro tra Luke e l’amico Biggs nella base spaziale dei ribelli. Questa è stata tagliata perché non necessaria, ma serve a dare senso all’amicizia che lega i due, durante l’attacco alla Death Star. L’arrivo allo spazioporto di Mos Aisley, che nella versione originale era una ripresa cos’ scarna da essere scartata, è stato arricchito da costruzioni al computer di edifici, bestie e simpatici robottini. Il risultato non è sempre dei migliori, perché ciò che è finto si vede benissimo, ma queste aggiunte svecchiano di molto la pellicola del 77. Tutto sommato, è in grado di rivaleggiare con i suoi più recenti sequel, soprattutto perché vanta attori anziani di gran calibro, oltre a giovani promesse del cinema (anche se il povero Mark Hamill non si è mai levato i panni di Luke). Dei sei film di Star Wars, questo è il terzo nella mia scala di gradimento.

Voto di gradimento: 9
Voto critico: *****
Annunci
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved