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Re: STAR WARS - L'esalogia

Oggetto: Re: STAR WARS - L'esalogia
inviato da Gurgaz il 14/10/2007 16:00:55

STAR WARS EPISODE VI: RETURN OF THE JEDI --- di Richard Marquand

Finisco questa mia maratona revival con l’episodio conclusivo della saga, quello che non puoi aspettare a lungo dopo aver visto l’episodio V. Come ho sostenuto in precedenza, ciò che è stato seminato in The Empire strikes back deve ancora essere raccolto e come spettatore non vedo l’ora. Mi chiedo come il pubblico sia riuscito, all’epoca, ad attendere tre anni.

The return of the jedi completa egregiamente la storia, aggiungendo al mondo fantascientifico di Lucas una serie di tratti essenziali. Ciò che colpisce di più è il recupero della matrice aliena, molto in sordina nell’episodio V: nel palazzo di Jabba the Hutt, sulla Luna Boscosa di Endor, al comando della stessa flotta ribelle troviamo creature di ogni genere, con una profusione che non si vedeva dalle scene di Mos Aisley. Inoltre, il film si concentra su ciò che finora non era stato sviluppato, cioè la flotta ribelle, di cui sono state disegnate le navi più grandi (gli incrociatori dei Calamari) e qualche nuovo tipo di caccia. Per quanto riguarda l’Impero, le novità sono del tutto assenti: rivediamo una stazione spaziale analoga alla Death Star, i soliti caccia e Star Destroyer, compresa l’ammiraglia che viene abbattuta nella battaglia finale.

A farla da padrone sono i personaggi di Tatooine, che parlano strani idiomi ed emettono versi incomprensibili. Tuttavia, ascoltando l’originale inglese mi sono accorto che sia Jabba sia altre creature (compresi gli Ewoks) dicono qualche parola facilmente riconducibile all’inglese. Per esempio, quando Jabba tratta il prezzo di Chewbacca, si sentono chiaramente i numeri. Per il resto si tratta di mie supposizioni, che è inutile elencare. L’altra novità è la partecipazione attiva dell’Imperatore, impersonato egregiamente da Ian McDiarmid. Non che il doppiaggio italiano meriti una completa condanna, ma ancora una volta mi trovo a constatare che il tono è spesso travisato od esagerato. Ad esempio, McDiarmid non pronuncia mai la parola “jedi” con il disprezzo della versione italiana. Allo stesso modo, frasi dette in inglese con sinistra e derisoria calma sono convertite in espressioni sardoniche e melodrammatiche. Per il resto, c’è da registrare sempre una maggior confidenza ed espressività di tutti gli attori, soprattutto Billy Dee Williams (Lando) e Mark Hamill (Luke). Quest’ultimo è maturato moltissimo dal 1977 e la sua recitazione è divenuta profonda e sincera. Dopo tre film, finalmente lo si sente parlare con il tono con cui i doppiatori italiani lo hanno reso fin dall’inizio; ora è perfettamente giustificato, poiché il personaggio è cresciuto nel corpo e nello spirito.

Le scene nuove sono molto poche. Una avviene nel palazzo di Jabba: è la scena del balletto, in cui Jabba dà una prima vittima in pasto al Rankor. Vengono aggiunti due personaggi in computer grafica, nella veste di cantanti. Scena tutt’altro che necessaria, anche perché la musica suonata dalla band è diversa da quella originale, dal sound curiosamente anni ’80. La seconda aggiunta è alla fine del film, dove i festeggiamenti per la vittoria sono estesi a tutta la galassia, o meglio, alle location viste nell’episodio I, The Phantom Menace (Tatooine, Naboo, Coruscant e Bespin). Ci può stare, diciamolo, anche se pure stavolta cambiano la colonna sonora, togliendo quella divertentissima canzone tribale che concludeva la saga. Del tutto assurdo è, invece, sostituire l’immagine originale dello spirito di Anakin Skywalker con Hayden Christensen. Se tutti gli altri jedi sono diventati spirito con le fattezze di quando erano morti, così dovrebbe essere per Anakin. Non che debba conservare le ustioni e le malformazioni di Darth Vader, però almeno dovrebbe apparire come un uomo sulla cinquantina. Vedere Mark Hamill che fissa suo padre, che da spirito è più giovane di lui, è quantomeno strano. Per inciso, mi è venuto il dubbio che queste versioni che ho acquistato non siano quelle del ’97 (in cui Christensen era quindicenne), ma siano state successivamente rimaneggiate. Si tratta comunque di un lavoro pregevolissimo di restauro, che restituisce dei film veramente splendidi, dove particolari in passato nascosti nelle ombre sono magicamente svelati.

Questo è il mio film preferito della saga. Possiede degli effetti speciali davvero strepitosi, che non gli fanno invidiare nulla degli episodi prequel. La battaglia finale è magnifica, stupende sono le scene sulla Luna Boscosa, strambo e visivamente geniale il Palazzo di Jabba. Tutto ciò senza menzionare la ricchezza delle scene della morte di Yoda e dello scontro finale con Darth Vader e l’Imperatore. Aver rivisto tutto dopo gli episodi I, II e III lascia un senso di pacifica e spensierata completezza.

Voto di gradimento: 10
Voto critico: *****
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