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Re: George A. Romero & Tom Savini

Oggetto: Re: George A. Romero & Tom Savini
inviato da Gurgaz il 16/9/2008 20:29:25

Visto che c'era una discussione su questi film, approfitto per mettere qui le mie recensioni

ZOMBI --- di George A. Romero

Uscito circa dieci anni dopo La notte dei morti viventi, Zombi (anche noto come L’alba dei morti viventi) è tuttora considerato il film horror per eccellenza avente come protagonisti gli zombi. Quello che lo rende incredibile, geniale e destinato ad un pubblico eclettico è la particolare elaborazione della vicenda; il regista George A.Romero non si limita a raccontare una storia palpitante, ricca di brividi, tensione e scene raccapriccianti, bensì cerca con sorprendente realismo di ricostruire la reazione della società di fine Anni Settanta all’improvvisa comparsa degli zombi, morti resuscitati e divenuti predatori di carne umana.

L’inizio è folgorante: in uno studio televisivo in preda al caos si cerca di trasmettere un talk show, il cui principale argomento è “come difendersi dagli zombi”. La risposta è “senza emotività”, ma l’atteggiamento isterico di molti operatori lascia intendere che la situazione è precipitata e che la gente è ormai in preda al panico, incapace di affrontare il problema. Francine (Gaylen Ross) decide di fuggire dalla città, a bordo dell’elicottero del fidanzato Stephen (David Emge). Nel frattempo la polizia sta provvedendo a sgomberare una palazzina di portoricani, rei di non aver consegnato alcuni cadaveri perché “credono che si debba ancora rispettare i morti”. In questo luogo di orrori e follia, l’agente Roger (Scott Reiniger) conosce un collega piuttosto sveglio, Peter (Ken Foree), e decide di portarlo con sé. I due si incontrano con Stephen e Fran e vagano a lungo in cerca di un rifugio sicuro, finché la sorte li fa imbattere in un centro commerciale invaso dagli zombi. All’interno si trova tutto quello di cui hanno bisogno, basta solo escogitare una buona strategia e metterla in pratica. Il quartetto si procura un sacco di oggetti utili, ma non si accontenta; grazie ad un elaborato piano, quattro esseri umani riescono a bloccare le entrate ed ad aver ragione delle decine di zombi rimasti all’interno, diventando i soli padroni dell’immensità di beni contenuti nel grande magazzino. Purtroppo Roger viene morso dagli zombi e la malattia non gli permette di godere a lungo dei frutti dell’impresa; rimasti in tre, gli altri trascorrono diversi mesi di spensieratezza, anche se gli zombi sono sempre alle porte. Ma non saranno loro a determinare la catastrofe. Un gruppo di banditi in motocicletta, sopravvissuti a suon di razzie, assalta il supermercato e si porta via tutto quel che può. Stephen viene ferito e fa una brutta fine, mentre Peter e Fran sono costretti a fuggire in elicottero, verso un destino incerto.

Ci vogliono ben due ore e un quarto per gestire questa semplice trama, tuttavia non ci sono troppi momenti morti. Le scene sono montate con cura e si preoccupano sempre di costruire qualcosa: paura, divertimento, inquietudine, tristezza. In questo film si delinea la cosiddetta “mitologia degli zombi”, quella serie di luoghi comuni che tanto piace ricordare agli appassionati. C’è una discreta dose di violenza grafica, merito di effetti speciali piuttosto ben fatti (eccetto il make up degli zombi, un tantino ridicolo), ma non è l’unico motivo di interesse. Il vero fiore all’occhiello è una critica sociale lucida, mirata ed sorprendentemente saggia, che non a caso sceglie un grande centro commerciale per mettere alla berlina lo stile di vita del consumismo.

L’azione ruota attorno ai quattro personaggi principali, attori non particolarmente noti eppure molto sinceri e professionali nelle rispettive interpretazioni. Grazie al loro impegno (D.Emge interpreta anche uno zombi straordinario!), ad una direzione puntigliosa e ad un copione all’insegna della concretezza e del gusto per i dettagli, la storia scorre senza intoppi fino alla sua tragica conclusione. Non tutto è ascrivibile al geniale Romero; al suo fianco hanno lavorato personaggi del calibro di Dario Argento, consulente per la trama e le musiche, e Tom Savini, mago tuttofare che compare pressoché ovunque nei credits (make-up, effetti speciali, coordinazione stunts, controfigura, attore).

In ultimo luogo vanno menzionate le musiche, composte dai Goblin di Signoretti. È un mix davvero azzeccato di hard rock, ritmi tribali, chitarre acustiche e divagazioni di ogni genere. La varietà ed il perfetto inserimento nelle scene la rende una delle mie colonne sonore preferite. Di Zombi mi piace praticamente ogni cosa, perfino quei momenti un po’ stucchevoli che hanno luogo dopo la morte di Roger. Sicuramente è un horror che può piacere anche a chi non è amante del genere, poiché possiede una morale di fondo ed un atteggiamento critico verso la realtà che nulla ha a che vedere col cinismo e l’obbrobrio di certe produzioni. Un lavoro di classe, insomma, e una pesante pietra di paragone per chiunque voglia inserire i morti viventi in un film. La gran parte dei tentativi ha prodotto film di serie B; Zombi è un horror di serie A, a prescindere dal fatto che è un divenuto un cult movie.

Voto di gradimento: 10
Voto critico: *****
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