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Re: Frankenstein Junior - di Mel Brooks

Oggetto: Re: Frankenstein Junior - di Mel Brooks
inviato da Gurgaz il 2/11/2008 10:46:01

FRANKENSTEIN JUNIOR --- di Mel Brooks

Non vado quasi mai al cinema a vedere film comici. Eppure il genere mi attira tanto quanto il drammatico, perché ridere, diciamolo pure, fa bene al cuore. È necessaria però una certa qualità intrinseca della pellicola, a conferma della mia convinzione che la dignità artistica dei film comici sia pari a quella di qualsiasi altro filone cinematografico. Purtroppo le ultime tendenze riservano prevalentemente chiassose commedie americane, oppure cine-panettoni all’italiana fatti con lo stampino da vent’anni a questa parte. Talvolta capita di ricevere un buon consiglio, così appena ho visto in vendita a poco prezzo il DVD di Frankenstein Junior, 1974 per la regia di Mel Brooks, mi sono fiondato sulla preda.

È la straordinaria parodia di Frankenstein di James Whale (1931), film-culto ampiamente citato nelle scene e di cui sono state recuperate persino le attrezzature originali; nonostante ciò Frankenstein Junior possiede vita propria, perché racconta la storia di Frederick Frankenstein (Gene Wilder), professore dotato di solidi principi morali e scientifici che si vergogna di portare il cognome di suo nonno, un folle scienziato che tentò di rianimare i cadaveri con l’elettricità. Il suo passato lo viene a cercare in America e Frederick è chiamato in Transilvania presso il castello di famiglia, che ha ricevuto in eredità. Lasciata a casa l’asfissiante fidanzata Elizabeth (Madeline Kahn), Frederick incontra subito quelli che diventeranno i suoi inseparabili assistenti: il gobbo Igor (Marty Feldman) e la sensuale Inga (Teri Garr). Al castello li aspetta la domestica Frau Blücher “hiiiiiiii!” (Cloris Leachman), grazie alla quale l’erede scoprirà il laboratorio segreto del nonno e resterà affascinato a tal punto da ritentare l’insano esperimento. Viene creato un nuovo e gigantesco mostro (Peter Boyle), ma il suo cervello è malato ed è difficile da addomesticare. La sua fuga attira l’attenzione dei paesani e dell’inflessibile Ispettore Kemp (Kenneth Mars), perciò il nuovo barone decide di rischiare la vita per insegnare alla sua creatura il comportamento civile. Frederick allestisce un sorprendente spettacolo per presentare alla società il mostro “educato”, ma un banale incidente fa precipitare la situazione. Non resta altra strada che tentare il tutto e per tutto: trasferire al mostro parte dell’intelletto di Frankenstein...

Con la sceneggiatura scritta da M.Brooks e G.Wilder il divertimento è assicurato. Le gag non si arrestano un istante e sono tutte di indubbia qualità, né banali né rabberciate tanto per riempire le scene. Stupisce soprattutto l’armonia tra le battute e le situazioni, a prova del fatto che le trovate comiche sono state scritte appositamente per questo copione e non avrebbero avuto la stessa efficacia in un’altra storia. Basti pensare alla pazzesca disavventura del mostro (muto) nella casa del cieco Gene Hackman, o al furto del cadavere per l’esperimento con il successivo incontro col connestabile. I personaggi sono eccellenti sia nell’aspetto che nelle rispettive parti e lo spettatore finisce presto con l’affezionarsi. Il film si conquista così un’identità ben definita ed è difficile soppiantarlo nella memoria del pubblico cinematografico.

Non è solo parodia. La figura del mostro è commovente; egli desidera solo essere amato ma la sua rozzezza di modi ed aspetto lo rende intollerabile per gli abitanti del paese. Frederick Frankenstein prende molto a cuore l’educazione della sua creatura e si assume un gran rischio per portare la vicenda verso l’immancabile lieto fine. Solo allora scoprirà di averci guadagnato sotto molti aspetti.

Mel Brooks è un geniale autore di parodie e sa conferire alle sue opere un umorismo intelligente e raffinato, privo delle esagerazioni che oggidì sembrano l’unico pretesto per strappare risate. Ciò non vuol dire che in Frankenstein Junior manchino le forzature, ossia avvenimenti “pilotati” per ottenere uno specifico risultato che risultano fin troppo evidenti (ad esempio l’improponibile “banca dei cervelli” in Transilvania, in cui Igor ruba il cervello sbagliato). Però in un film comico si è disposti ad accettare qualcosa di più che in altri generi e nel complesso Brooks non pretende eccessive sospensioni dell’incredulità. Questa pellicola è anche dotata di un’ottima colonna sonora, opera di John Morris, e non mostra alcuna carenza tecnica; molto felice anche la scelta di conservare il bianco e nero, che conserva intatte le atmosfere dei film passati da cui è stata presa l’ispirazione. Posso concludere che è una commedia di gran classe e adatta a tutti, che merita di essere considerata un piccolo capolavoro del cinema moderno.

Voto di gradimento: 9
Voto critico: *****
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