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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Borgoastro ha scritto:
E se leggi Eragon, ma non il signore delgi anelli, o lo hobbit o il silmarillion, uccidi la letteratura fantastica e contribuisci all'alzamento del livello degli oceani, allo sciogliemnto dei ghiacciai, al buco nell'ozono e all'estinzione del tirannosaurus rex.

Noooo, il tirannosauro nooo! Ok, il messaggio mi pare chiaro! Allora da cosa si comincia per entrare nel settore? Anelli?

Inviato il: 10/3/2008 21:37
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Dragan, trovi il tempo per guardare Eragon e non trovi il tempo per guardare Star Wars ? Meriti di essere linciato senza pietà !!!


Inviato il: 10/3/2008 21:59
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Cavoli Dragan!!!!!

Non sapevo che non avessi nemmeno visto Star Wars!!!!

Molto male! Anche perchè sei addirittura andato a vedere al cinema "Parlami d'amore"...ahhh

Hai bisogno di una inversione di tendenza

So io cosa può fare al caso tuo
Come minimo ti devi sparare l'esalogia di Star Wars rigorosamente sui ceci, senza intervalli, stile Arancia Meccanica (cioè con gli occhi tenuti aperti da robacce metalliche) e con i due film di mezzo "L'avventura degli Ewoks" e "Il ritorno degli Ewoks", che tutti sanno essere tremendamente pesi...ah

Inviato il: 10/3/2008 22:22
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Ci metto anche Giovannona Coscialunga, l'Esorciccio e La polizia s'incazza? Ghgh

In effetti starwars è una lacuna da colmare... ma stiamo andando drammaticamente Ot quindi la chiudo qua!

Inviato il: 11/3/2008 1:33
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Eragon: La Recensione

Ahahah.
Scusate, so che non dovrei, ma proprio non resisto.
Ahahah.
Sono finalmente riuscito a mettere le mani su una copia del pregiatissimo Eragon, vero e proprio patrimonio mondiale della cinematografia comica d’autore.
Aaah, guardate, una vera goduria. Indescrivibile. Non so come ho fatto a perdermelo. Mi ero imposto di non vederlo mai, capite? Mi attendevo una porcheria, anzi quasi me lo *sentivo* che si sarebbe trattato di una porcheria, ma mai mi sarei aspettato QUESTO.
Ahahah.
E’ tutto bellissimo.
Davvero. Non gli manca nulla. E’ assolutamente *perfetto*. Da quando l’ho visto, qualcosa in me è cambiato per sempre. Sono pochissimi i film in grado di suscitare tali sensazioni e tali stravolgimenti nell’animo umano. Eragon è assolutamente uno di questi.
My God, da dove iniziare?
Sentite, è talmente meraviglioso che mi accingo a fare qualcosa che di solito non faccio, ma per Eragon farò una eccezione: tento di raccontarvi l’intera trama, almeno finchè le forze mi sosterranno. La recensione magari verrà fuori un po’ lunga, ma sento che ne vale la pena.

Scena iniziale (neanche sono partiti i titoli di testa, che già le citazioni-scopiazzature si sprecano): la telecamera corre tra le nuvole. Oooh, stupore. Quante MIGLIAIA di volte abbiamo assistito ad un incipit del genere? Mi vengono subito in mente giusto quei tre-quattrocento film, tra cui La Storia Infinita col mitico Fortunadrago che sfreccia per il cielo. Ok, l’incipit di Neverending Story non è così, ma avete sicuramente capito cosa intendo.
La Voce Narrante! “C’era un tempo, VIRGOLA (ed il Narratore è così bravo da fartela SENTIRE, la virgola), in cui la spaventosa e bellissima terra di ALAGHEISIA”… Di COSA? Aspetta, come fa una terra ad essere spaventosa e nel contempo bellissima? Ma comunque, di COSA? Alagheisia? Pare il nome di un diuretico per omosessuali. Cos’è, il Regno del Confetto Falqui?

I Cavalieri dei Draghi, bla bla, divennero arroganti, bla bla, lotta per il potere, bla bla, terra dominata da Galbatorix, bla bla…
Ossignùr.
Prime avvisaglie di abbiocco dopo nemmeno 75 secondi. Brutto segno.
Arwen a cavallo tenta di sfuggire ai Nazgul… ah, no. Non è un’elfa, non ha le orecchie a punta. E si chiama Arya. Arya ha sottratto un OVETTO KINDER BLU a Re Galbatorix. Questi, dalla sua maestosa reggia ALL’INTERNO DI UNA LURIDA E FUMOSA CAVERNA, piagnucola con un suo sottoposto: rivuole l’ovetto a tutti i costi, perché senza soffre molto.
Intanto un bimboccio va a caccia di notte. Un genio. Come cavolo farà a colpire una preda qualsiasi con l’arco alle tre del mattino è un mistero, ma non importa, perché “la sua vita ed Algesia (la pronuncia è già cambiata) non saranno più le stesse”, promette la Voce Narrante.
In effetti è così: il bimboccio si ritrova tra le mani l’ovetto Kinder, speditogli via Posta Celere Mistica da Arya poco prima di venire sopraffatta dal CUGINO LECCAPIEDI dello Sceriffo di Nottingham de “Robin Hood – Principe dei Ladri” tornato dall’oltretomba, che ora si fa chiamare Dulsa, o Dursa, o Dulza o Durza a seconda di come fa comodo al doppiatore di turno.

Vi è poi una sequenza di istantanee senza alcun senso, né filo logico, in cui gli sceneggiatori pare abbiano rabberciato alcune idee del libro tagliandole con l’accetta ed incollandole l’una accanto all’altra alla bene e meglio. Assistiamo un po’ a quello che pare al regista: Eragon parla col suo macellaio di fiducia, Eragon osserva la diatriba tra un certo Brom e le guardie del Re per via di alcuni POLLI, Eragon torna a casa (a metà strada tra la residenza Baggins e l’abitazione di William “Braveheart” Wallace da piccolo) e fa gioiosamente a botte col fratello (Roald, Ronald, o Rald, chi ci capisce è bravo), Eragon zappa la terra col fratello (e questi di botto s’intristisce e dice: “Devo andare via, è tempo” e se ne va; pazzesco, nell'economia del film la scena non ha ALCUN significato), Eragon scambia alcune frasi fatte col vecchio zio. Il tutto senza che si possa capire QUANTO tempo è passato tra una scena e l’altra, ovviamente.

Poi l’Ovetto Kinder si apre, e da questo momento in avanti si scatena il più squisito ed esilarante DELIRIO cui io abbia mai avuto la fortuna di testimoniare.

Eragon denota fin da subito un atteggiamento comunemente riscontrabile nei CONTADINOTTI SENZA ISTRUZIONE di un mondo pseudo-medievale: invece di farsela sotto come sarebbe ovvio scoprendo che una creatura da lui mai vista è appena saltata fuori da ciò che credeva ‘na pietra, invece di urlare “UN DEMONIO!” e bruciarla sul rogo, lui… adotta la creatura.

Oookay.

Dopodichè, altre istantanee senza senso riguardanti Eragon che fa domande esistenziali al draghetto, Galbatorix che striglia il Cadaverico Cugino dello Sceriffo, poi ecco tornare in scena Brom, che una notte, al villaggio (ma non chiedetemi quando, la continuità temporale in ‘Eragon’ è un optional), si permette di parlare del passato, mortificando l’intelletto degli spettatori con vacuità tipo “I cavalieri non ci sono più… Ma i Cavalieri… Ritorneranno!”, con un’enfasi che giusto un bambino di sei anni può trovare trascinante.
Ecco, a questo punto del film (è solo il minuto ventuno) è ormai chiaro che il target a cui si rivolge la pellicola sia essenzialmente quello dai quattro agli otto anni, non di più. E’ esattamente al minuto ventuno che pronuncio per la prima volta la frase: “Ma che cazzata”, che purtroppo diverrà presto una costante.
Altro stacco BRUTALE, ed ora Eragon insegna in dieci secondi netti al drago a volare. Tre secondi dopo, ma tre secondi DAVVERO, il drago diviene adulto. O, per meglio dire, adulta. E’ una femmina. Il drago non fa in tempo a dire “Brom aveva ragio…” che io mi sto già strozzando dalle risate.
La voce di Ilaria D’Amico.
Me ne avevano parlato. Avevo LETTO. Ero preparato spiritualmente.
Tuttavia non ho resistito lo stesso.
AHAHAH.
Se qualcosa nell’intero Universo potesse rappresentare la voce di un drago MENO della D’Amico, io non la conosco.
Una vocettina stridula, fastidiosa, quèrula, impastata, dalla pronuncia imperfetta, fasulla, incolore, amorfa, scellerata.

Subito dopo Eragon si precipita a casa di Brom, e qui ho una sensazione di nausea dovuta al totale spiazzamento: i due intraprendono infatti una breve ma intensa (ahah) discussione concernente i draghi, ed in cui Eragon sbotta un esorbitante: “Non capisco chi sei. Un bugiardo, o un codardo? Lo so, lo so che la tua storia è vera!”. E qui mi inalbero: chi l’ha mai messo in dubbio, pivello!? Quello che racconta ‘sto baluba di Brom lo sanno tutti lì al tuo villaggio! Credevamo tutti che lo sapessi anche tu che Galbatorix è il Re Cattivo che ha preso il regno con la forza uccidendo gli altri Cavalieri! In fondo in quel Regno tu ci VIVI, santo cielo! L’ha detto all’inizio anche la Voce Narrante! Vuoi prendere per scemi gli spettatori?

Poi Eragon va via, poi sfugge all’agguato dei mostruosi sicari del Re (e nel mentre riesce a litigare con Saphira, che è il nome del drago), poi altre istantanee incollate una dietro l’altra alla rinfusa, in cui ogni sentimento dei protagonisti viene mostrato solo per pochi secondi, ma con un impeto notevole, facendoli sembrare tutti più o meno schizofrenici (con assurdità del tipo: “IO SONO UN FIGO!” e dopo cinque secondi di numero: “ODDIO CHE PAURA!”, detto sempre dal medesimo personaggio).Ormai stiamo andando oltre la follia, e non siamo neanche a metà pellicola.

E poi… Poi non ce la faccio più. Al minuto quaranta vengo quasi sopraffatto da una sensazione di sofferenza fisica, di noia furibonda, di tedio letale.

Eragon scopre che Brom era anche lui un Cavaliere di Draghi.
MA VAAAAA’? Ma cosa mi dici mai? Uno che sapeva tutto sui draghi, che non faceva altro che parlare dei draghi, che ti sta insegnando tutto su come cavalcare i fottuti draghi, era un Cavaliere dei Draghi? Chi diavolo pensavi che fosse? Sbirulino? La Strega Nocciola? Mourinho?

Ma si va avanti. I personaggi sparacchiano ogni tipo di oscena banalità, offendendo le mie povere orecchie in ogni modo possibile, con una crudeltà che rasenta il diabolico.
Supero l’ora di visione con uno sforzo sovrumano, mentre Eragon impara l’elfico antico per OSMOSI (non so come altro spiegarlo), la voce della D’Amico mi tormenta e gli Uruk-Hai setacciano valli e foreste in cerca di Frodo. Ah, no, di Eragon. E non sono Uruk-Hai, bensì… uhm… Urgali, o una cosa così.

Un’ora e dodici minuti scopro essere il mio tempo-limite: a partire da questo istante inizio a ridere in modo sempre più sguaiato. La mia povera mente, sovraffaticata dallo sforzo, non ne può più, e cerca di difendersi utilizzando la sublime ed inestimabile arma dell’ironia.

Eragon tenta di liberare Arya, prigioniera nel castello di Dursa, e per far ciò RIFA’ all’indietro il percorso faticosamente compiuto nei giorni precedenti assieme a Brom. Tattica SCINTILLANTE, non c’è che dire. Non posso fare altro che notare, poi, che l’eroe MOLLA LI’ all’istante il compagno, volandosene via col drago. Tutto ciò solo perché una tizia mai vista, tra l’altro manipolata dal cattivone, ti ha parlato in sogno. Proprio vero che tira più un pelo di f*** che un carro di buoi, evidentemente.
Ma mica finisce qui: scopriamo che nel sorvegliatissimo castello la gente ENTRA ED ESCE come cazzo gli pare, senza essere fermata in alcun modo. Eragon affronta Dursa, che ha facilmente ragione di lui, ma ecco Brom, piombato lì da non si sa bene dove. C’è anche un tizio spettacolare, che poi si scopre essere il figlio di un Cavaliere traditore (quello ucciso da Brom, tra l’altro), che spunta DAL NULLA nella fortezza, scocca ‘na freccia e rimane presso le mura a fare il figo. Il tutto senza alcuna spiegazione, né motivo.

Dopodichè, Brom muore. Ferito mortalmente durante lo scontro col Cugino Cadaverico dello Sceriffo di Nottingham. Che peccato. Come abbia fatto un attore del calibro di Jeremy Irons a ridursi così, morendo con accanto un drago in CGI in produzioni di sest’ordine, non me lo spiego.

Gli ultimi venti minuti sono una tortura visiva, uditiva e mentale.
Cè una battaglia presso il Fosso di Helm… no, è il rifugio segreto dei Varten. Chi? I Varten. Come se ce ne fregasse qualcosa. Scopro solo leggendo le altre vostre recensioni che quelli con la barba non sono i Varten, bensì dei NANI, e ho un mancamento. La battaglia, tra l'altro, è annunciata dai famosI TAMBURI NEGLI ABISSI di Gandalf & Compagni a Moria (il suono è uguale).

Mi ammazzo dalle risate – letteralmente piegato in due – quando presentano l’ARMATURA per il drago Saphira.
L’armatura.
Per un drago.
Per creature, cioè, che possiedono corazze naturali talmente robuste che ci fabbricano le armature, con le scaglie di drago.
L’ossimoro, il paradosso, è talmente devastante che mi lascia senza fiato.

Eragon osserva con meraviglia Arya indossante la corazza e, tra l’ammirato ed il galante, commenta: “Sei nata per la battaglia!”, una frase così STUPIDA e FASULLA che fa tremare le fondamenta stesse della Ragione Umana.

Lo scontro finale tra Eragon e Dursa è praticamente incommentabile, sciocco e artefatto e pretestuoso oltre ogni dire. Senza parlare delle scene conclusive, che non apportano assolutamente nulla e che anzi sembrano affondare (incredibile a dirsi) ancor più il film, infarcite come sono di pedisseque banalità e di puerile buonismo da due soldi.

Giungo ai titoli di coda sfinito, spossato, disgustato. Rido per non sfasciare qualcosa, stupefatto da tanto orrore. Una roba simile non l’avevo mai vista, parola mia.

Voto: Una Superba Perla dell’Idiozia Cinematografica Mondiale. Inclassificabile.

Inviato il: 3/12/2008 1:38

Ultima modifica di =Dr.Scherzo= il 3/12/2008 10:50:07
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Non avevo ancora avuto tempo per dirtelo, Dr. Scherzo, ma la tua recensione ha lasciato il segno. Il bello è che tu non hai mai letto Eragon, quindi penso che le cesure siano risultate ancor più fastidiose ed incomprensibili.

Una Superba Perla dell'Idiozia Cinematrografica Mondiale. Non saprei come altro definire questo film (che è solo una spanna sotto il romanzo, ben s'intenda).

Inviato il: 6/12/2008 22:31
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Con tutte queste critiche e questa acredine, avete tralasciato il più grande pregio di questo film: è corto.

Inviato il: 6/12/2008 23:34
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Federico: hai assolutamente ragione

Gurgaz: è vero, non ho mai letto il libro, nè mai lo leggerò. Il film m'è bastato per tutta la vita ed oltre. Sembra sceneggiato con i piedi, per non dire altro. Nulla è spiegato, nè contestualizzato; la pellicola mi è davvero parsa una serie di scenette/istantanee blandamente legate l'una alle altre.
Per dire, la scena del fratello di Eragon che parte si rivela eccezionalmente idiota ed insensata: vorrebbe far leva sulla simpatia (intesa come 'vicinanza') e sul pietismo (da due lire), ma ciò è impossibile, poichè avviene troppo presto (dopo soli pochi minuti dall'inizio). Gli spettatori, anche quelli più piccoli, i cerebrolesi ed i fan di Amici di Maria, non hanno ancora fatto in tempo a "legare" emozionalmente con il protagonista, nè tantomeno col fratello di questi. Ne risulta una scena inaspettata, fredda ed illogica: il fratello, ovvero un tizio mai visto prima, se ne va, tra l'altro per non riapparire più.
A parte l'ovvia domanda implicita ("Se codesto personaggio non fa nulla di significativo e sparisce subito, cosa l'hai proposto a fare?"), la reazione-tipo è: "Ah, va via? Ma chi è questo qua? A noi checcefrega?".
Insomma, comicità allo stato puro

Inviato il: 7/12/2008 10:26
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Re: ERAGON --- di Stephan Fangmeier
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Ragazzi sapete come si chiama l'Extended Edition di Eragon in DVD?



...HEROIC EDITION


Certo richiede uno sforzo eroico vedere nella sua pienezza un tale film di m.

Inviato il: 7/12/2008 11:22
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