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RAMBO II, LA VENDETTA (FIRST BLOOD PART II) --- di George Pan Cosmatos
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Il secondo film dedicato al personaggio creato da David Morrell riprende la storia esattamente dove si era interrotto First Blood. Stavolta la storia deve essere scritta da zero e spetta a Kevin Jarre l’onere e l’opportunità di imbastire un sequel capace di bissare il successo dell’esordio. Forte di una produzione di gran spessore e sotto l’esperta direzione di George P. Cosmatos, Rambo II sembra destinato a segnare un notevole passo avanti.

John Rambo (Sylvester Stallone) è condannato ai lavori forzati per i crimini commessi a Hope. Il colonnello Samuel Trautman (Richard Crenna), suo maestro ed angelo custode, dice di potergli assicurare il perdono se accetta di compiere una missione in Vietnam. La proposta è presto accolta e Rambo raggiunge Trautman in una base americana in Thailandia. Qui fa la conoscenza del responsabile della missione, Murdock (Charles Napier), del quale intuisce immediatamente la doppiezza ed il cinismo. Rambo è paracadutato in Vietnam, dove un informatore lo attende per condurlo ad un campo dei Vietcong. Il suo compito è scattare delle fotografie e verificare la presenza di prigionieri di guerra; non deve assolutamente ingaggiare il nemico. Dopo un atterraggio complicato, in cui perde tutto l’equipaggiamento tranne l’arco ed il suo fidato coltello, Rambo incontra la sua guida, l’affascinante Co Eng (Julia Nickson). Una volta giunto al campo, che doveva essere in disuso, scopre che all’interno sono detenuti dei prigionieri americani. In barba agli ordini Rambo tenta di liberarne uno, ma quando raggiunge il punto di rendezvous Murdock ordina di lasciarlo lì. Evidentemente Rambo non doveva trovare prigionieri e, se avesse scattato delle foto, queste avrebbero dovuto essere distrutte. Così il soldato è catturato e sottoposto ad un duro interrogatorio da parte del capitano Podovsky (Steven Berkoff); per sua fortuna riesce a scappare grazie all’aiuto di Co. Rambo è una furia scatenata e l’ultima mezzora di film è pura devastazione: un uomo solo contro un esercito riesce ad averla vinta, a liberare i prigionieri e a ritornare alla base per la resa dei conti con Murdock.

Meglio mettere subito in chiaro una cosa: Rambo II, pur recuperando le stesse tematiche del primo film, non ha né la forza della novità né la cruda purezza di First Blood. È a tutti gli effetti un sequel commerciale, realizzato per sfruttare il successo dell’attore protagonista e del personaggio che così bene riesce ad incarnare. Stallone porta avanti la recitazione intensa del primo film, sfoggia un fisico spaventoso e continua a convincere, almeno finché non apre bocca. Per il resto non si intravedono grandi attori e non mancano le figure caricaturali, come i russi e Murdock. R.Crenna non ha il ruolo complementare del primo film e è veramente una figura marginale.

Al contrario della cupa foresta del primo episodio, Rambo si aggira nella florida giungla dell’Indocina, incontra belle ragazze, scocca frecce esplosive e fa saltare in aria un intero campo militare. Si tratta di scene d’azione magnificamente realizzate, ben pianificate e riprese. Però non c’è un vero significato in quello che fa Rambo e il modo plateale con cui Murdock lo sacrifica in nome di non si sa quale segreto di stato appare un po’ eccessivo, oserei dire pretestuoso. Identico discorso per l’improvvisa morte di Co e per la loro improbabile attrazione.

Se preso come film d’azione, Rambo IIè praticamente perfetto, divertente e teso quanto serve. La colonna sonora vede ancora impegnato Jerry Goldsmith, che realizza un lavoro eccellente come per il primo episodio. Certamente il personaggio cinematografico è stato definito dal secondo film, con la fascetta attorno alla testa e l’arco con frecce esplosive, ma ormai il pregio dell’eredità letteraria è quasi del tutto svanito. Ci sono tutti i presupposti per un terzo episodio e per un prolungato sfruttamento commerciale della saga, che ha ancora emozioni da offrire ma non ha più grossi temi sociali da propagandare. Questo non significa che Rambo II non sia una tappa fondamentale per il genere d’azione e che non meriti un posto nelle cineteche degli appassionati.

Voto di gradimento: 7
Voto critico: ***

Inviato il: 15/5/2008 21:41
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