In questo sito il protagonista sei tu.
Registrati ne Il Mondo Dei Librogames  
Login
Nome utente:

Password:

Ricordami

Hai perso la password?

Registrati ora!
Ricerca
Menu principale
Statistiche Utenti
Membri:
Oggi: 0
Ieri: 0
Totale: 1330
Ultimi: Cucciola78

Utenti Online:
Guests : 0
Membri : 50
Totale: 50
Lista utenti Online [Popup]
Utenti più attivi
1
lonewolf79
3954
2
FalcoDellaRuna
3427
3
Gurgaz
2622
4
Xion_Aritel
1734
5
=Dr.Scherzo=
1452
6
MetalDave
1262
7
Devil_Arhangel
1228
8
Skarn
1174
9
UomodiAnaland
1090
10
Federico
1025
Nuovi utenti
Cucciola78 12/11/2021
Alexthelord 20/5/2021
il_regno_di_Ozz 27/4/2021
riki25 11/4/2021
RangerDelSommerund 5/4/2021
Mirsea 28/3/2021
Marco 27/1/2021
Rinaldo 8/12/2020
giuseppe95 24/11/2020
Spymode 23/11/2020

Naviga in questa discussione:   1 Utenti anonimi





Una cena quasi perfetta (1995)
Maestro
Iscritto il:
3/2/2007 15:24
Da Lombardia
Messaggi: 1452
Livello : 32
HP : 0 / 790
MP : 484 / 39801
EXP : 61
Offline
“Una cena quasi perfetta” (in inglese “The Last Supper”) è una pellicola che in pochi conoscono, suppongo. Si tratta di un’opera datata 1995, con una giovane Cameron Diaz ed un drappello di discreti ma misconosciuti attori (ad eccezione del tizio che, tra le altre cose, ha interpretato il frate gobbo de “Il Nome della Rosa”, ricordate?).

La trama è semplice. Le implicazioni che da essa derivano, invece, no.

Cinque neolaureati e specializzandi dichiaratamente democratici (nel senso politico del termine) vivono sotto lo stesso tetto: un’elegante casa in un’anonima cittadina americana. Passano il tempo dibattendo temi d’attualità e attendendo che la vita regali loro l’occasione di dimostrare se le loro teorie sul mondo sono corrette. Occasione che si presenta una sera, alla fine di un’accesa discussione, quando accoltellano l’ospite che avevano invitato per cena (un rozzo camionista iper-repubblicano). Come rimediare? Seppellendo il corpo in giardino e facendoci crescere sopra degli ortaggi, ovvio. Così, tra una saporita passata di pomodori e l’altra, i cinque amici precipitano sempre più verso l’abisso, invitando a cena ed avvelenando la gente che a loro avviso non merita di vivere. Finchè colui che rappresenta tutto quello che detestano - un noto personaggio televisivo, famoso per le sue idee radicali - non suona alla loro porta.

Quel che mi preme sottolineare fin da subito non è tanto la qualità del film – nulla più che discreta, e neanche l’idea in sé per sé – “Arsenico e vecchi merletti”, partendo da basi simili, riesce per molti versi ad essere più frizzante ed incisivo.

Ciò su cui vorrei porre l’attenzione è la profondità che un film come questo, apparentemente leggero e banale, può arrivare a toccare.

Ho letto parecchi commenti piuttosto negativi su questo film, ed ho come l’impressione che molti di coloro che l’hanno visto non abbiano quasi per nulla prestato attenzione a quel che veniva descritto. Alcuni forse pensavano di visionare l’ennesima commedia giovanile anni ’90, leggera e un po’ naif. Oppure pensavano d’assistere ad una commedia ironica e tagliente sui rapporti amorosi della cosiddetta “generazione X”.
Il problema è che “Una cena quasi perfetta” non è niente di tutto ciò.
“Una cena quasi perfetta” è più di quel che sembra.

Chissà, magari sono io a leggere in questo film più di quel che dovrei, e forse hanno ragione quelli che lo definiscono “noioso e ripetitivo”. Magari sono io ad intraprendere degli inutili viaggi mentali, vedendo cose che non ci sono. Però…

Però qui c’è l’orrore cosmico di Lovecraft. C’è la Ginestra di Leopardi. C’è Quinto Potere di Lumet. Se si gratta la superficie, si scopre che la pellicola tratta da MOLTO vicino almeno due delle Domande Fondamentali dell’Uomo: “Dov’è la Verità? Chi ha realmente ragione?” e “Ciò che facciamo conta davvero qualcosa, o siamo davvero insignificanti?”.

I cinque amici, all’inizio del film, partono dal presupposto di essere dalla parte del giusto. Una delle protagoniste, infatti, esclama “Ma noi siamo democratici, noi abbiamo ragione!”. Questo, ovviamente, prima che accada l’irreparabile, ovvero prima della sera dell’omicidio del camionista fascista. Da quel momento in poi, crisi e rimorsi non tarderanno a farsi sentire, ma in ognuno dei cinque in modo diverso, dimostrazione palese che il Valore di Umanità (Vampiri The Masquerade docet) non è uguale per tutti.
Piccola Digressione: Altro aspetto da considerare è la Perdità progressiva di Umanità nei cinque amici. Un esempio su tutti: il protagonista biondo ed occhialuto è solito andare a caccia con un grosso fucile. Orbene, all’inizio spara ai piattelli, semplicemente; successivamente inizia a sacramentare ed a inveire contro gli stessi, cosa mai fatta prima; al culmine della crisi, poi, inizia a sparare direttamente ad un uccello, accorgendosi subito dopo della gravità di quanto gli sta accadendo.

Perché diamine parlo di “orrore cosmico”, comunque? E’ presto detto. Lovecraft ha teorizzato una realtà in cui l’uomo non è affatto al centro delle cose, in cui agiscono forze su cui non abbiamo alcun controllo e che spesso neppure percepiamo, ed in cui l’universo rimane indifferente di fronte ai minuscoli drammi umani. Ebbene, qui accade lo stesso: la Vera Verità è fuori dalla nostra portata, è inconoscibile, e illudersi di poterla comprendere è una sciocchezza. La realtà viene costantemente manipolata in modi talmente subdoli o imperscrutabili che risulta quasi impossibile accertare il vero stato delle cose.
Giudicare gli altri, quindi, non solo è snob, ma è anche pericoloso, poiché fondamentalmente non siamo nessuno per poterlo fare e perché non possiamo certo arrogarci il diritto d’essere noi a decidere per altri.

Vi è poi un passaggio piuttosto interessante legato a quanto appena detto. Una delle domande ricorrenti del film riguarda un ipotetico viaggio nel tempo: “Sei nel 1909, in un bar, e sorseggi una bibita con un artista male in arnese, un tipetto strambo di nome Adolf. Ha un solo testicolo, ed è originario dell’Austria. Cosa fai? Lo uccidi, anche se per ora non ha fatto niente, o lasci che viva, condannando a morte milioni di persone?”.

E’ una domanda tremenda, se ci pensate bene. La risposta dipende dalla nostra coscienza e dal nostro buon senso. Uccidere Hitler salverebbe milioni di vite, certo, ed è comprensibile il fatto che molti rispondano “Si, lo uccido”. Ma siamo davvero sicuri che sia la cosa giusta da fare? E se uccidendo Hitler concedessimo involontariamente l’occasione ad un tizio dieci volte più crudele di lui di salire al potere?

Uccidere i possibili Hitler della vita è quello che i cinque amici si prefiggono come scopo: eliminare dal mondo chi, potenzialmente, può divenire un pericolo per la società. Il fatto è che, andando avanti con la trama, i protagonisti trascendono, e la cosa sfugge loro di mano: il primo morto, il camionista fascista, scopriamo essere uno stupratore di bambini ed un omicida rapitore, cosa che tutto sommato può rendere “concepibile” una sua morte (ma già su questo si potrebbe discutere per mesi). Diverso il discorso per le altre vittime: le motivazioni per ucciderle divengono man mano sempre più flebili, più forzate, fino all’assurdo ed al grottesco (l’ultima vittima, definita “Pollicina”, viene eliminata solo perchè reputa spazzature il libro “Il Giovane Holden”).
Buffo, no? I protagonisti partono affermando la loro indiscutibile democraticità ed equità, e finiscono per compiere gli stessi gesti dei dittatori di mezzo mondo, eliminando chi non la pensa come loro. Un po’ come ‘La Fattoria degli Animali’ di Orwell, se ci fate caso.

Il finale, poi, è decisamente inaspettato: il pezzo grosso della tv, tale Norman, propugnatore d’idee tutt’altro che liberali, si rivela un osso ben più duro del previsto, spiazzando i protagonisti e sorprendendo lo spettatore con discorsi moderati e ragionevoli. In tv – afferma lui - finge, interpreta un personaggio, ma nella realtà le sue opinioni sono le stesse dei cinque amici. Non è certo colpa sua se i suoi discorsi, volutamente provocatori, suscitano reazioni scomposte. Sono gli spettatori che scelgono chi ascoltare, alla fine. Lui non è responsabile di ogni squilibrato che prende fischi per fiaschi.
Ed è qui che casca l’asino.
I cinque amici, dopo un’accesa discussione privata, decidono di non ucciderlo. Anzi, rinsaviscono, e comprendono d’aver commesso una quantità d’errori.
E perciò muoiono, avvelenati dallo stesso veleno che volevano somministrare a Norman. Il quale è un bieco opportunista ed una REALE minaccia per la stabilità del paese, e che non si fa scrupoli a strumentalizzare idee, fatti ed opinioni per il proprio tornaconto. Egli dice alla gente ciò che vuole sentirsi dire, ma intanto prosegue lungo la Strada dell’Ambizione, cosa che lo porta a candidarsi alla Casa Bianca (vedi gustosa scena finale).

Chi di noi, quindi, può affermare d’essere nel giusto? Cos’è, poi, il “giusto”? Cosa definisce “giusto” e “sbagliato”? Tutte domande che possono emergere vedendo questo grazioso, ed a mio avviso parecchio sottovalutato, film.

Ad ogni modo, non fatevi illusioni: c’è sempre un Norman più furbo di voi.

Voto complessivo: 7

Inviato il: 11/6/2008 11:57
_________________
Il Sonno Della Ragione Genera Mostri (Francisco Goya)
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci


Re: Una cena quasi perfetta (1995)
Supremo Maestro
Iscritto il:
8/4/2005 19:08
Da Roma
Messaggi: 3427
Livello : 45
HP : 0 / 1104
MP : 1142 / 61494
EXP : 17
Offline
Hai tirato fuori un film che ho visto parecchi anni fa, ma che mi è rimasto impresso nella mente per tutte le ragioni che hai spiegato e la tua analisi è stata perfetta e la condivido.

In particolare

Citazione:

I protagonisti partono affermando la loro indiscutibile democraticità ed equità, e finiscono per compiere gli stessi gesti dei dittatori di mezzo mondo, eliminando chi non la pensa come loro.


questo è il vero fulcro del film e spiazza chi riesce a intuirlo alla prima visione. Ed è un modo veramente interessante per far riflettere le persone, spiegare che l'estremismo di un'idea, per quanto buona e condivisibile, non porta mai a nulla. Anzi, spesso è il peggiore dei mali.



Citazione:


Chi di noi, quindi, può affermare d’essere nel giusto? Cos’è, poi, il “giusto”? Cosa definisce “giusto” e “sbagliato”? Tutte domande che possono emergere vedendo questo grazioso, ed a mio avviso parecchio sottovalutato, film.

Ad ogni modo, non fatevi illusioni: c’è sempre un Norman più furbo di voi.

Voto complessivo: 7


Eh eh, il personaggio finale è veramente perfetto e il modo in cui viene interpretato aumenta lo sbigottimento di fronte alla situazione surreale che si è venuta a creare.

Anche per me il voto è un 7 pieno.

Ciao!

Inviato il: 11/6/2008 12:43
_________________
Possano la dea Ishir e il dio Kai guidarmi in questo nuovo mondo....
Trasferisci l'intervento ad altre applicazioni Trasferisci






Puoi vedere le discussioni.
Non puoi inviare messaggi.
Non puoi rispondere.
Non puoi modificare.
Non puoi cancellare.
Non puoi aggiungere sondaggi.
Non puoi votare.
Non puoi allegare files.
Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

[Ricerca avanzata]


Annunci
copyright (c) 2006-2007 IMDL All right reserved