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Pulp Fiction (1994)
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Premessa:

Pulp Fiction è una pellicola del 1994. Il Dr.Scherzo ha avuto la sfacciataggine di vederne il dvd per la prima volta ieri sera. Ci credereste? Ci ho messo “solo” quattordici anni per vedere l’opera che – assieme a Le Iene - ha consacrato Tarantino come cineasta d’eccezione. E non ho ancora visto Le Iene! Sono un delinquente, lo so.

La trama, in sintesi:

Tre episodi concatenati ed intrecciati nel modo che ha reso famoso Tarantino, ovvero con salti temporali e flashback repentini. Jules e Vincent sono due killer che hanno il compito di recuperare una misteriosa valigetta per conto di Marcellus, il loro boss. Attorno a loro si muovono svariati personaggi della piccola e grande criminalità losangelina, dal pugile corrotto ma di buon cuore (Butch) alla svanita moglie di Marcellus (Mia), una cocainomane annoiata in cerca d’emozioni, dai rapinatori innamorati (Coniglietta & Zucchino), che svaligiano i ristoranti, ai poliziotti sadomaso (Zed), che stuprano ignare vittime nei retrobottega dei negozi.

Ora, partendo dal presupposto che ho trovato degne di nota e parecchio originali molte scelte stilistiche del regista, e che l’abilità narrativa di Quentin non è in discussione… ecco, temo di non possedere, purtroppo, nè le basi né gli strumenti per comprendere quest’opera al cento per cento.

Pulp Fiction possiede certamente delle indubbie qualità. E’ un film ottimamente girato, e sapientemente esposto. Alcune trovate narrative hanno influenzato pesantemente la cinematografia contemporanea, su questo non ci piove. Torno a ribadirlo nuovamente, a scanso di equivoci: sono perfettamente conscio del valore di questo film, e mi rendo perfettamente conto delle innovazioni che una pellicola del genere ha prodotto, e so che probabilmente, non avendo visionato Le Iene, possiedo delle atroci lacune che rendono la mia capacità di comprensione rispetto al film piuttosto limitata.

Detto questo...

Bah. Non so. I protagonisti appaiono perlopiù come degli sbandati, degli squinternati, dei derelitti che cercano di atteggiarsi, di mostrare agli altri (anche allo spettatore) quanto siano brillanti o pericolosi. Detto in altri termini, tentano di sembrare fighi, ma non ci riescono.
Se questa sia una cosa voluta o meno è di fondamentale importanza.
Personalmente propendo per l’ipotesi che il regista abbia intenzionalmente creato dei personaggi di tale risma, appunto per prendersi gioco di loro. Vi è quasi un ‘senso del ridicolo’ di pirandelliana memoria, se mi è concesso il paragone: lo spettatore avverte che qualcosa non quadra, che i personaggi, pur tentando di sembrare seri, non ne sono in grado, rivelandosi tutti dei “cazzoni” (come nel passaggio in cui Wolf chiede a Jimmy cosa sembrino Vega e Jules: “Cosa ti sembrano, Jimmy?” “Mi sembrano dei cazzoni”).
Il ‘piano’ escogitato da Tarantino, se ciò fosse vero, risulta molto ingegnoso: personaggi mediocri che il regista sa essere mediocri, e che quindi può utilizzare per schernire atteggiamenti, deridere situazioni e sbeffeggiare schemi.
La differenza con pellicole quali “Sin City”, in questa ottica, è pleonastica. In Sin City, infatti, l’intento sembra diametralmente opposto: i personaggi, dal primo all’ultimo, si prendono troppo sul serio, arrivando a risultare involontariamente esagerati, artefatti e grotteschi. In Pulp Fiction, invece, il grottesco finisce per essere considerato un pregio (in quanto è tutto volutamente caricaturale).

La lapalissiana mediocrità dei personaggi si rivela chiaramente con l’arrivo di Winston Wolf, il Risolutore di Problemi. Wolf, infatti, propone idee che ogni essere umano mediamente senziente farebbe, ma che il regista, nel film, spaccia per efficaci soluzioni a cui nessuno arriverebbe in tempo utile. Non so se rendo l’idea: Wolf, un tizio con del sangue freddo e nulla più, che risolve faccende con idee normalissime, qui è addirittura un Problem Solver, come se tutti gli altri fossero (appunto) degli imbecilli.

La morale di Pulp Fiction non mi è chiara: Tarantino vuole forse dirci che, nella mediocrità dell’esistenza, troppa gente si atteggia senza ragione? Oppure che siamo ormai assuefatti alla violenza? (nel film sembrano tutti piuttosto abituati a far saltare in aria la testa degli altri, talmente indifferenti che il problema non è ammazzare qualcuno, ma come farlo senza sporcare troppo)

Insomma, due ore e mezza di film per esprimere qualcosa che, sinceramente, sento d’aver capito poco: forse mi sono perso dei passaggi fondamentali, non ho riconosciuto delle citazioni basilari, ma a me il film non ha detto granchè.
Non ho afferrato, ad esempio, il senso della prima ora: Vincent e Mia vanno al ristorante, poi ballano, poi lei va in overdose, poi viene salvata in extremis in maniera piuttosto comica. Nell’economia generale del film, tutti questi passaggi hanno un senso (a parte esplicitare l’inadeguatezza e la pochezza dei protagonisti)? Se li salti, ti perdi qualcosa?
Ho rischiato poi di appisolarmi un paio di volte durante la seconda ora, e ho mostrato segni d’insofferenza dal minuto novanta in avanti (con domande tipo: “Eh, ok, e allora? Dove vuoi andare a parare, Quentin?” rivolte al teleschermo).

Ammetto di non aver colto totalmente il messaggio che Tarantino voleva inviarmi. Se ne ha voluto inviare uno, ovvio. Se invece il messaggio era quello precedentemente esposto (il mondo è pieno di violenza / vuoi essere il timorato, il Pastore o il Tiranno?), allora usare due ore e passa di pellicola per ribadirlo mi pare un filo eccessivo.

Voto complessivo: Non mi è parso eccezionale, anche se ne comprendo il valore. 6,5 (sulla fiducia).

Inviato il: 15/6/2008 11:34

Ultima modifica di =Dr.Scherzo= il 15/6/2008 14:13:20
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Il Sonno Della Ragione Genera Mostri (Francisco Goya)
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Re: Pulp Fiction (1994)
Guardiano
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A mio parere non dovresti sforzarti di trovare troppi significati nel cinema di Tarantino. Il suo è un cinema molto spontaneo per certi versi, anche se le inquadrature sono spesso ricercatissime e quasi geniali.
Lui ha avuto questo successo soprattutto perchè i suoi personaggi sono dei "cazzoni", e lo sono in quasi tutti i suoi film.
Quando guarderai le iene, secondo me, è possibile che ti piacerà anche meno di questo...Pensa che i primi 15 minuti delle iene, e in particolare la parte in cui parlano del significato della canzone "like a virgin" di Madonna è ritenuto un pezzo di storia e un capolavoro...
Io devo dire che lo ritengo una cavolata colossale.
Tu guarda.

Inviato il: 15/6/2008 15:03
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Re: Pulp Fiction (1994)
Supremo Maestro
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Concordo con Borgoastro riguardo alla visione dei film di Tarantino: c'è molta dedizione ai particolari e ai dialoghi, alla fotografia e alle musiche che difficilmente troverai mai in altri film. Lui è un amante del cinema in quanto tale e traspone questa sua passione nei film. Se capisci questo apprezzerai anche tutto il resto (che secondo me è bello altrettanto), a partire dalla caratterizzazione fino alla scelta degli attori perfetti per *quei* personaggi.

Inviato il: 9/10/2008 10:55
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Possano la dea Ishir e il dio Kai guidarmi in questo nuovo mondo....
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